Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Messico, 10 settembre 1997
Al popolo del Messico
Ai popoli ed ai governi del mondo
Fratelli e sorelle indigeni
Siamo molto contenti di posare i piedi su questa terra di Oaxaca.
Prima di tutto ringraziamo i nostri fratelli per tutto lo sforzo che hanno fatto per riceverci.
Vi ringraziamo con il cuore e vi portiamo un saluto da parte di tutte le nostre comunità zapatiste che vivono nella resistenza.
Da qui, come Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e da parte di tutti gli indigeni del paese, vogliamo mettere in chiaro che siamo contro la militarizzazione che il mal governo fa nelle nostre comunità indigene.
Noi indigeni siamo poveri, dimenticati, ingannati, perseguitati dall'Esercito che sta al servizio del governo e dei potenti che vogliono continuare ad estendere il loro gran potere.
Loro, i potenti, preferiscono spendere milioni di pesos per mantenere tutto il loro apparato militare sulle nostre comunità, al posto di dar soluzione alle nostre richieste, che sono la causa della nostra ribellione e della nostra degna resistenza.
La militarizzazione nelle zone indigene di Oaxaca, Guerrero e Chiapas e in tutte le altre regioni del paese, per noi sono segnali di guerra.
Il comandante supremo dell'Esercito ed i suoi generali spendono e completano la loro strategia militare d'annientamento della ribellione dei popoli in lotta.
Noi domandiamo loro: qual é il segnale di dialogo e di soluzione delle nostre richieste, se l'Esercito federale messicano si é trasformato in un Esercito d'occupazione che ci spoglia delle nostre terre per occuparle con la forza?
Il governo ci sta togliendo le nostre zone e terre degne per seminarci sopra accampamenti militari con solchi di carri armati, veicoli blindati, proiettili e mitragliatrici.
L'Esercito sta costruendo trincee, sta installando posti di blocco e tutto il suo mostruoso apparato militare.
Dove si raccoglieva il mais ed i fagioli, sta seminando caserme, invasione, prostituzione e sta distruggendo intere famiglie.
Da quando ci sono gli accampamenti nelle nostre comunità non viviamo in pace, viviamo nel terrore e sotto minaccia.
Loro, quelli dell'Esercito, dicono che combattono il narcotraffico però la verità é che loro stessi lo maneggiano e stanno seminando marijuana nei luoghi dove non ci lasciano seminare i nostri alimenti.
Loro non combattono il narcotraffico perché é già stato provato che sono loro i narcotrafficanti.
Da quando l'Esercito sta dentro ai nostri villaggi, viviamo nell'insicurezza perché loro addestrano e proteggono le guardie bianche, che sono state causa di scontri e stanno lasciando dietro di loro vedove, orfani, carcerati e sparizioni.
L'Esercito federale inquina le nostre acque, insegna brutte abitudini ai nostri figli ed alle nostre comunità.
Loro si credono un potente Esercito di fronte alle nostre umili e povere comunità, dove passano sempre pattugliando con i loro veicoli terrestri, i loro aerei ed i loro elicotteri.
Loro entrano nelle nostre comunità correndo e lanciando slogan di guerra per farci paura.
Dopo vanno a dire alla stampa che se ne stanno già andando via dai nostri villaggi e questa é una menzogna.
I soldati di Zedillo non si stanno ritirando dal Chiapas né da nessun altro posto, al contrario, ogni giorno ci sono sempre più carri armati, elicotteri e soldati che ci perseguitano.
Noi invitiamo a venire nelle nostre comunità, tutta la gente e tutte le organizzazioni che vogliono rendersi conto di come l'Esercito sta invadendo i nostri villaggi e di come ogni giorno commette più abusi e aggressioni contro la nostra gente innocente.
Così la gente si renderà conto di chi é che dice la verità e si renderà conto che il governo mente, come mente in tutto ciò che dice.
Questo é tutto quello che ha ottenuto l'intelligenza del comandante supremo delle forze armate, che é il signor Ernesto Zedillo.
Questo comandante, invece di aggiustare la nostra situazione, é riuscito a peggiorarla: ci fa vivere nell'insicurezza, sotto la pressione della persecuzione che attuano i suoi soldati e le sue polizie.
I carri armati ed i soldati sono stati la risposta di Zedillo alla nostro YA BASTA, cosi ha risposto il mal governo a noi, a tutti gli indigeni del Messico.
Questo comandante supremo non deve gridare VIVA MESSICO perché ci tradisce.
Il suo Esercito non é composto da soldati del popolo perché ci perseguitano, ci derubano e ci ammazzano pure.
Per questo noi diciamo YA BASTA! Fuori i militari delle comunità indigene del paese!
Quello di cui la nostra gente ha bisogno é di un Esercito che difenda la patria e non che perseguiti ed ammazzi i figli più poveri di questa patria.
Noi indigeni non dimentichiamo il fatto eroico dei Niños Heroes e dei tanti che hanno lottato insieme col popolo contro i soldati invasori nordamericani e francesi.
Perciò non capiamo perché non seguono l'esempio dei Niños Heroes e non si mettono a custodire il paese invece di continuare a perseguitare indigeni.
Il popolo del Messico ha bisogno di un Esercito che difenda la sua patria e che lotti pure per libertà, democrazia e giustizia.
Fratelli e sorelle:
Da questo stato di Oaxaca, noi zapatisti chiediamo alla società civile nazionale ed internazionale che insieme facciamo pressione sul governo di Zedillo affinché ritiri davvero il suo Esercito dalle nostre comunità. Esigiamo che non facciano dei nostri villaggi delle caserme.
Noi indigeni messicani esigiamo tutti insieme che i soldati ci lascino tranquilli e che si allontanino subito. I soldati devono capire che non li vogliamo e che non abbiamo bisogno di loro.
CHE SE NE VADANO!
Allo stesso modo esigiamo che rispettino noi, tutti gli indigeni, che finisca la nostra povertà e che ci prendano in considerazione.
Ya Basta con le menzogne e gli inganni!
Fuori i militari dalle comunità indigene del Messico!
Viva i popoli indigeni! Viva Messico!
Lottiamo tutti insieme per dare al Messico:
Libertà!
Democrazia!
Giustizia!
MAI PIÙ UN MESSICO SENZA DI NOI!
Attentamente
Compagno Isaac
in rappresentanza del Raggruppamento Speciale Emiliano Zapata, basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
(traduzione a cura del Comitato Chiapas di Torino)