COMUNICATO DEL PARTITO DEMOCRATICO POPOLARE RIVOLUZIONARIO (PDPR)
E DELL'ESERCITO POPOLARE RIVOLUZIONARIO (EPR)

AL POPOLO DEL MESSICO

Negli ultimi mesi la problematica nazionale si è appesantita, l'impunità del governo continua, la corruzione ed il narcotraffico permeano le istituzioni. La violazione costante ai diritti umani, l'incremento della repressione e della militarizzazione, lungi dal cessare, aumentano di giorno in giorno, con un'applicazione selettiva e massiccia, contro le organizzazioni sociali e politiche, dei lottatori sociali e del popolo in generale; la democrazia e la giustizia nel nostro paese continuano ad essere demagogia e la libertà è un diritto annullato di fatto, dato che in Messico non esiste uno Stato di Diritto.

La disuguaglianza sociale e il dominio del capitale finanziario sulla sovranità nazionale accentuano ogni giorno di più la non volontà di subire della società messicana, che si manifesta con l'esistenza ed il sorgere di nuove organizzazioni democratiche e rivoluzionarie, legali e clandestine, che lottano per una trasformazione profonda della nostra società. Questa sarà possibile solo con il coordinamento e l'unità di tutto il movimento rivoluzionario, che stimolando e combinando tutte le forme di lotta, da quella legale e parlamentare, fino alla lotta armata ribelle, ci sollevino dal basso e attraverso le vie di fatto e di diritto ci portino a costruire una patria nuova dove esista la giustizia, la democrazia e la libertà.

In questo contesto, è iniziato il processo di recupero dell'esercizio della sovranità popolare, dando luogo all'incipiente democratizzazione stimolata e costruita dal popolo e dalle sue organizzazioni e che si esprime in diversi ambiti della vita nazionale, anche se tuttora in maniera limitata. Questo processo non è definitivo, dato che solo la partecipazione conseguente e ferma della lotta dei differenti settori sarà la garanzia per rafforzarlo. Da parte sua il governo tenta di bloccare il cammino di questo incipiente processo con tutti i mezzi, questo spiega la crescente militarizzazione e in maniera generale la strategia globale di controguerriglia che il progetto neoliberale richiede.

La decisione di ampi settori del popolo di partecipare alla lotta elettorale per raggiungere la democratizzazione del paese, si scontra con la volontà governativa di impedirlo. Il processo elettorale ha un significato diverso per le distinte forze politiche: mentre per le organizzazioni del popolo, la loro partecipazione alle elezioni ha l'obiettivo di guadagnare spazi che favoriscano la loro lotta per democratizzare il paese e cambiare lo stato attuale delle cose, per il binomio PRI-PAN, le elezioni continuano ad essere una parte importante dei loro disperati tentativi per tentare di legittimarsi e presentarsi davanti all'opinione pubblica come un governo democratico, per prolungare i loro privilegi e quelli del capitale finanziario nazionale e straniero.

Il governo e i gruppi di potere stanno appoggiando e favorendo i candidati del PRI-PAN con vari artifici, come il doppio gioco che si manifesta nella demagogia e con la militarizzazione, così come il corporativismo, la compera dei voti, lo sviluppo di programmi sociali a fini elettorali, minacce, ricatti e repressione, e con questo pretendono di inibire la partecipazione alle elezioni e di provocare il voto della paura tentando di ingannare e catturare voti.

La contesa elettorale non è un referendum per la guerra o per la pace. E' un processo democratico necessario per stimolare alla pari il recupero delle conquiste nell'agricoltura e nel lavoro, così come le garanzie sociali ed individuali annullate nei fatti dalle imposizioni del capitale finanziario internazionale. Le prossime elezioni che si terranno con il paese in gran parte militarizzato, con posti di blocco, ispezioni di sorpresa, operativi contro la popolazione civile, una crescente repressione selettiva e massiccia, detenzioni e perquisizioni illegali, tortura, sparizioni e assassinii politici, evidenziano che l'applicazione di "tutta la forza dello Stato" e "andare contro tutti" è l'unico modo che sa utilizzare il governo antipopolare per continuare ad usurpare il potere e per continuare ad imporre la sua politica neoliberale.

Unificare ed incamminare gli sforzi per avanzare nella trasformazione democratica rivoluzionaria è il compito di tutta la società. Perciò è necessario fermare la brutale repressione che stanno subendo le organizzazioni popolari, villaggi e comunità che si presumono vincolati al movimento ribelle, così pure il clima di incertezza e d'intimidazione provocato dalle forze armate, dalle polizie e dai gruppi paramilitari.

Salutiamo le forze progressiste che partecipano al processo di recupero dell'esercizio della sovranità popolare, che non si riduce alla lotta elettorale però la include. Ci appelliamo a queste forze affinché non dimentichino l'esistenza di altre organizzazioni legali e clandestine che, anche se non parteciperanno alle elezioni, perseguono gli stessi obiettivi di democrazia, giustizia e libertà.

Le esortiamo pure a non limitare la loro partecipazione solamente ai processi elettorali, ma ad includere anche l'organizzazione e la mobilitazione per il successo delle loro rivendicazioni e dei loro obiettivi ed a sviluppare la denuncia della repressione governativa, pronunciandosi per la riapparizione degli scomparsi e per la libertà per i detenuti politici e infine ad organizzare e propagandare la difesa combattiva del voto.

PER LA VIA DEMOCRATICA RIVOLUZIONARIA, TUTTO IL POPOLO AL POTERE!

PER LA REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE, IL POPOLO UNITO!

CON LA LOTTA POPOLARE, L'EPR TRIONFERÀ!

PARTITO DEMOCRATICO POPOLARE RIVOLUZIONARIO (PDPR)

COMANDO GENERALE DELL'ESERCITO POPOLARE RIVOLUZIONARIO (CG-EPR)

Repubblica messicana, 10 giugno 1997.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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