Carovana PONTE IN VOLO (cronaca 8/5/98)

CORRISPONDENZA DA SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS

REGISTRATA NELLA NOTTE DI VENERDÌ 8 MAGGIO ALLE 4:00 ORE ITALIANE

CON WILMA DELL'ASSOCIAZIONE YA BASTA

Abbiamo appena tenuto una delle ennesime conferenze stampa di oggi, già ne avevamo tenuta una a mezzogiorno. Quella di questa sera, sono le sette circa, era legata al fatto che a Città del Messico si è tenuto oggi pomeriggio un incontro di alcuni rappresentanti della carovana con Rebojo che è il sottosegretario degli esteri del governo messicano che, peraltro, la prossima settimana verrà in Italia. E, in questo incontro, i rappresentanti della carovana ed alcuni parlamentari che ci accompagnano, hanno ribadito le questioni che stiamo ponendo da diversi giorni a questa parte.

La prima notizia che lui ci ha dato è che non ci saranno espulsioni dal paese, nonostante le dichiarazioni uscite sugli organi di stampa. Poi ha ribadito che loro ci avevano consigliato di andare solo in 10 a Taniperlas per motivi di sicurezza e noi gli abbiamo ribadito che la migliore sicurezza è quella che noi abbiamo creato andandoci in 130, con il nostro atteggiamento e che questo ha permesso che non ci fossero provocazioni più forti da parte dei priisti e da parte di chi terrorizza le donne di questa comunità, protetto dalla polizia e dall'esercito, come per altro abbiamo visto con i nostri occhi.

Ecco, questa prima parte dell'incontro è stata un po' questo "ping pong" tra la nostra interpretazione di quello che abbiamo fatto l'altro giorno passando attraverso un posto di blocco della polizia di migración e arrivando in un posto che tutti volevano rimanesse nascosto e, invece, l'interpretazione del governo.

Poi c'è stata una seconda parte della discussione più generale, sul Chiapas, per cui uno scambio di valutazioni su quella che è la situazione in Chiapas. Poi si è tornati a discutere delle questioni contingenti che riguardano la permanenza della carovana dopo il 10, perché come tutti voi sapete, in questa lunga vicenda tutti noi possediamo il visto FM3 fino al 10 di maggio come osservatori. A quel punto, però, noi avevamo già notificato a suo tempo all'ambasciata messicana in Italia che la permanenza di parte della carovana sarebbe durata fino al 15 o al 22, per continuare sia il lavoro di osservazione, sia il lavoro di solidarietà, di cooperazione e di aiuti umanitari che noi abbiamo portato alle comunità indigene. Per cui lì si è aperto il vero contenzioso, cioè cosa succederà a questi circa 60 italiani della carovana che restano qua dal 10 in poi? Su questo, il sottosegretario agli esteri presente all'incontro ha detto che lui non era autorizzato a darci una risposta. Noi gli abbiamo fatto presente che forse era meglio venisse all'incontro qualcuno in grado di intavolare una trattativa su questo argomento, per cui, in questo momento, ci sono ancora 2 di noi, un rappresentante dell'ambasciata italiana, il sottosegretario agli esteri e qualcuno della polizia di migración, almeno così penso da come mi hanno spiegato, intorno ad un tavolo che discutono una soluzione.

Chiaramente, a grandi linee, quello che loro ci stanno offrendo è la possibilità di ottenere eventualmente un visto turistico.

Ora, come abbiamo detto nella conferenza stampa di pochi minuti fa, il problema non è di forma ma di sostanza: vogliamo poter andare e circolare liberamente nello stato del Chiapas. Soprattutto abbiamo ribadito oggi e anche questa sera, vogliamo andare ad Amparo Aguatinta, che è una comunità che ci ha mandato a chiamare, così come avevano fatto le donne di Taniperlas. E' un'altra comunità che ha visto una settimana fa un attacco, un operativo dell'esercito, di più di mille persone, che sono entrate in questa comunità che è la capitale del municipio Tierra y Libertad, uno dei più vecchi municipi autonomi proclamato qui in Chiapas.

L'operativo dell'esercito ha portato all'arresto di più di 40 persone e noi siamo stati chiamati lì proprio perché questa gente ci ha chiamati per verificare il tipo di operazione condotta dall'esercito. In questo momento Amparo Aguatinta è circondata dall'esercito. Nessuno può entrare o uscire e ci pare sarebbe un posto ideale per continuare la nostra osservazione sulla questione dei diritti umani proprio dove si pensa che questi vengano violati. Per cui, chiaramente, stiamo ponendo sul tavolo questo problema: noi vogliamo andare lì. Ripeto, non è un discorso di forma ma di sostanza perché, a questo punto, viene da dire che puoi circolare più liberamente in Messico con il visto turistico che non con l'FM3 che è diventato una cosa che vede gli osservatori costretti a vedere solo alcune aree ed alcuni posti in cui puoi circolare.

Per cui la discussione a Città Del Messico sta continuando; contemporaneamente alcuni membri della carovana stanno tenendo un incontro ufficiale con i senatori ed i deputati del PRD e poi si incontreranno domani mattina con Cardenas, sindaco di Città del Messico.

Questo per dire che penso che abbiate colto anche voi in Italia questo tipo di situazione: qui in Messico intorno a questa questione si è sviluppato un dibattito amplissimo. Solo oggi, sul quotidiano la Jornada ci sono 18 pagine dedicate non tanto a noi in quanto noi, quanto al problema che noi abbiamo saputo sollevare, che è da un lato la questione di Taniperlas che è una vera situazione di costante violazione dei diritti umani e dall'altro la campagna di xenofobia che il governo messicano ha intrapreso contro gli stranieri. Oggi alla conferenza stampa abbiamo anche detto che le dichiarazioni di alcuni rappresentanti del governo sono assolutamente pesantissime nei nostri confronti perché ci definiscono delinquenti, turisti rivoluzionari, esperti provocatori.

Ora queste cose le stanno dicendo di una carovana formata da deputati, assessori, dalla società civile italiana per cui è un'offesa che ha un livello tale di pesantezza che dovranno quantomeno renderne conto non solo alle associazioni di solidarietà con il Chiapas, ma anche a tanti altri soggetti in Italia ed in Europa. Con l'iniziativa a Taniperlas siamo riusciti a mettere il dito nelle piaghe di questo paese che tutti noi conosciamo ma che in questo momento hanno bisogno di essere denunciate con grande visibilità anche a costo di correre il rischio di divenire oggetto di attacco da parte delle bande paramilitari, del governo, da parte di chi rappresenta quelle strutture che vogliono mantenere la situazione di repressione, di sfruttamento, di brutalità che esiste in questo stato del Messico.

Abbiamo convocato per domani a mezzogiorno una conferenza stampa qui a San Cristobal per vedere come è andato a finire l'incontro di stasera ed una alle 18:00 domani a Città del Messico per la parte di noi che partirà, che chiaramente inscenerà qualcosa di strano all'aeroporto di Città del Messico.

Ricordo che 10 di noi domani andranno nel carcere di Cerro Hueco per visitare i detenuti politici che ci sono rinchiusi.

CONFERENZA STAMPA FINALE DELLA DELEGAZIONE ITALIANA

A S. CRISTOBAL DE LAS CASAS

A mezzogiorno di oggi, 8 maggio, in conferenza stampa hanno parlato i rappresentanti delle diverse organizzazioni che formano la carovana di italiani, tra essi si trovano un maestro, rappresentanti municipali, medici e un giornalista della RAI, Radio e Televisione Italiana ed un sacerdote.

Hanno fatto riferimento ai fatti successi il giorno 7 nella loro visita a Taniperlas, comunità che il Ministero degli Interni non li aveva autorizzati a visitare.

Federico Mariani a nome dell'Associazione "Ya Basta" si è lamentato per la gestione della notizia da parte di alcuni mezzi di comunicazione, soprattutto TV Azteca che non ha dato la testimonianza di nessun membro della carovana, né delle donne che si trovano a Taniperlas. Non ha neanche fatto vedere le immagini del tentativo di aggressione da parte dei priisti.

Riguardo all'ingresso a Taniperlas ha dichiarato di aver sempre tenuto un atteggiamento pacifico. Hanno sottolineato il caloroso benvenuto dato dalle donne e dai bambini che li aspettavano all'ingresso del paese in contrasto con l'atteggiamento aggressivo dei priisti che armati di pistole, bastoni e macheti hanno tentato di aggredire le donne che parlavano con i membri della carovana. Si è evitata la violenza grazie alla barriera ed all'atteggiamento pacifico che gli italiani hanno tenuto per evitare lo scontro.

Hanno evidenziato che questi gruppi di priisti erano ben organizzati e preparati, con vestiti di tipo militare ed avevano manganelli tutti uguali.

I membri della Sicurezza Pubblica non hanno fatto nulla per impedire l'atteggiamento contro gli stranieri e, al contrario, uno di essi ha dato una macchina fotografica ad uno dei civili aggressori e dopo avergli spiegato come usarla ha lasciato che scattasse foto agli italiani. Li ha sorpresi il fatto che alcuni dei priisti gridavano che erano terroristi dell'ETA. "130 italiani accusati di essere terroristi dell'ETA", sarebbe un fatto "molto insolito".

Hanno denunciato anche la presenza durante il viaggio di diversi camion di gente che si dirigeva verso Taniperlas, provenienti da altre comunità, è sembrato evidente che sia stata portata gente lì allo scopo di dimostrare disagio per la presenza della carovana.

Gli italiani hanno richiesto l'intervento della Croce Rossa di fronte alla situazione grave e rischiosa in cui vivono le donne di Taniperlas. Hanno anche affermato che chiederanno un accordo specifico per una clausola democratica dell'accordo commerciale dell'Europa con il Messico: "un ufficio permanente di osservazione dei diritti umani con sede a San Cristóbal per tutta l'area di conflitto e soprattutto per la zona Nord e quella de Los Altos".

La portavoce della commissione di donne italiane ha parlato dello stato in cui si trovano le circa 140 donne di Taniperlas da quando un'operazione militare e poliziesca l'ha fatta finita con la pace nella comunità, con il municipio autonomo e durante la quale diversi uomini sono stati arrestati.

Gli altri esponenti hanno raccontato il loro incontro con alcuni uomini, mariti delle prigioniere di Taniperlas che si trovano sulle montagne. Hanno spiegato che non possono lavorare né tornare alle proprie case per la minaccia dei paramilitari priisti.

Il giornalista della RAI Fulvio Grimaldi ha detto alla stampa che si trovava in Messico grazie alla presenza della carovana italiana poiché gli era stato negato l'accesso al paese "per proteggere la sua integrità fisica". "Le uniche minacce che ho potuto vedere sono stati i camion di mitragliatori dell'esercito che puntavano verso di noi, i manganelli ed i macheti di coloro che ci hanno aggredito a Taniperlas". Ha fatto anche riferimento al ruolo svolto da alcuni mezzi di comunicazione in Messico. Ha detto di avere molto rispetto per i colleghi della stampa e di aver letto articoli molto intelligenti, ma che la visione generale di quanto sta succedendo non viene riflessa. "Ho visto a Polhó qualcosa che mi ricordava il Sudafrica, l'apartheid, gente obbligata a vivere in condizioni oscene".

Riferendosi ad alcuni giornalisti messicani che chiedono l'espulsione degli italiani ha detto: "Chiederò che vengano espulsi questi giornalisti dalle organizzazioni internazionali dei giornalisti".

Mariani ha dato notizia che i quattro deputati italiani ed alcuni rappresentanti della delegazione si trovano nel D.F. per cercare di riunirsi con il governo e con personalità politiche per chiedere l'autorizzazione per visitare la comunità di Amparo Agua Tinta, in Chiapas, dove il 1° maggio scorso membri della Sicurezza Pubblica, militare e giudiziale, hanno fatto un'operazione che è terminata con alcuni arresti allo scopo di smantellare il municipio autonomo Tierra y Libertad.

Alla chiusura della conferenza ancora non si sapeva quali sanzioni realizzerà l'Istituto Nazionale di Migrazione di fronte all'azione della Commissione italiana di passare senza permesso verso Taniperlas. Per adesso si è detto che tutti questi stranieri non potranno tornare nel paese come osservatori. Nel frattempo fuori dal centro di conferenze si trovavano 20 abitanti di San Cristóbal, "coletos" come vengono chiamati qua, con striscioni che li chiamavano "Spazzatura e scarto d'Italia" e "No al turismo nocivo".

Nel pomeriggio si è informato che i deputati italiani Sergio Manzato, Sergio Trabatone, Mauro Vannotti e tre rappresentanti della carovana si sono riuniti nel D.F. con il sottosegretario degli Esteri per più di due ore.

Hanno detto di essere molto contenti perché nonostante quanto sia stato detto il governo non espellerà i membri della delegazione dal paese.

Riguardo al lavoro di osservazione seguente, anche se la metà degli osservatori torneranno in Italia il giorno 9, gli altri si fermeranno fino alla settimana prossima, si è detto che il lavoro si realizzerà in commissioni piccole di 10 persone.

Continua ad essere in sospeso il permesso per viaggiare ad Amparo Agua Tinta dove un'operazione militare e poliziesca ha smantellato il municipio di Tierra y Libertad e ne ha arrestato le autorità. Sulle accuse, attraverso i mezzi di comunicazione, di aver violato la legge messicana hanno detto che hanno consultato avvocati messicani e di ambito internazionale che gli hanno detto che non è vero; in più dopo l'incontro con il sottosegretario delle relazioni estere è rimasto chiaro che non gli sarà applicata nessuna sanzione.


(a cura dell'Associazione Ya Basta per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo)



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