Lettera di Marcos ai Comitati di Solidarietà con la lotta zapatista in tutto il mondo.

8 marzo 1997

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

Marzo 1997

(Quando il secolo XX si appresta a dormire nel luogo che la storia, vale a dire, noi, gli assegniamo).

Ai: Comitati di Solidarietà con la lotta zapatista in tutto il mondo.
Pianeta Terra.

Fratelli e sorelle:

Salute e saluti. Qui stiamo, e qui continuiamo. La notte di sopra è appena un riflesso grigio della notte di sotto. Per qualche ragione, la notte di sotto qui è sempre più notte della notte di sopra. Ignoro se dalle altre parti succeda lo stesso oppure viceversa. Alla fine, l'alba. Qualche volta dalla oscura notte o dal "viceversa" della riflessione, mi è arrivato il ricordo della poesia che Do-re-mi (o era Mi-re-do?) recitò ad Alice nel "All'altro lato dello specchio". La poesia si chiama "La Morsa e il Falegname", e comincia in questo modo:

E, dato che il mare con la sua forza e il mare con la sua insistenza, mi hanno mandato questa specie di urgente voglia di scrivervi per parlare, per salutare o, semplicemente, per avere il pretesto e tentare un multiplo ponte, un polipo camminatore che arrivi sia al Continente Europeo sia a quello Asiatico, che possa mettere un piede in Oceania e un altro in Africa, che riposi su una delle sue molte zampe in qualsiasi degli angoli americani dove la ribellione è bandiera. Qui, in questo pezzettino del frammentato specchio mondiale della ribellione, la Lepre di Marzo si sgranchisce fra piogge e soli che turnano nel turbamento di climi e ore...

E parlando di ore già sta per arrivare quella di sederci, di nuovo uniti, noi tanto uguali nella differenza che siamo tutti voi... Però bene, non è questo (tuttavia) l'oggetto di questa lettera. Qual è allora? Bene, rigorosamente parlando, l'oggetto di questa lettera è la carta, il colore e il cuore che si veste dell'una e si copre con l'altro per cercare un lungo ponte che liberi lingue, colori, culture, frontiere, eserciti, polizie, e una quantità per niente disprezzabile di chilometri per aria- mare-terra, e si arrivi fino a quest'altro cuore che voi (e noi) portiamo nel lato sinistro.

Così che, supponendo che il ponte sia stato teso ed i cuori si siano incontrati, va da qua il saluto per là, per voi, da parte di uomini, donne, bambini e anziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

I.

Dal lato di qua del ponte del saluto, sotto il Potere nazionale che sopportiamo noi messicani, l'ora si trasforma nel "time show", nel tempo dello spettacolo. Come in un complicato circo con varie piste, il Potere in Messico si fotografa in tragicommedia, corruzioni, mascherate o scoperte, demagogie rivestite di modernità, in stridenti e pubblicitari supermercati di proposte politiche elettorali. Molto tempo per lo spettacolo, poco per la democrazia, meno per la giustizia e niente per la libertà. I grandi e i medi s'inciampano per camminare al ritmo che segna il Potere. In mezzo alla fretta di arrivare, la domanda "Verso dove?" pospone indefinitamente la sua soluzione.

Al di fuori di questo tempo di spettacoli spiacevoli, il tempo dei piccoli riflette e si guarda dentro per ritrovarsi con gli altri piccoli del Messico e del mondo. Grandi nella moltiplicazioni di speranze che ci offre il vostro andare, troviamo dentro di noi, cioè dentro di voi, il soffio che la dignità esige come alimento, la speranza come rotta, la paziente e dolce furia di colui che sa che la forza scaturisce dalla ragione che lo muove.

L'inadempienza governativa degli accordi di San Andres è servita a qualcosa di positivo. Adesso è chiaro che le richieste indigene dell'EZLN non sono solo del Chiapas. Rispondono alle aspirazioni di tutti i popoli indios di queste terre e riflettono, con le loro specifiche particolarità, gli aneliti degli indigeni di tutto il continente americano.

Un portavoce del Potere in Messico ha detto recentemente che il governo non ha bisogno di Internet per dimostrare la sua disponibilità al dialogo con gli indigeni zapatisti. E' ovvio che, per il monologo che pretende, non ha bisogno di niente... forse di uno specchio. Però più di uno ha avvertito nel tono del potente funzionario una sensazione di frustrazione e di rancore, per tutto il vocio che circola nel cyberspazio. Lettere e manifesti, inviati a chi si suppone essere il presidente del Messico, danno fastidio al governo perché le prime e gli altri esigono la stessa cosa: che il governo del Messico rispetti la parola data nei dialoghi di San Andres. Alcune di queste lettere giungono alla stampa messicana, altre (la maggior parte) no. Con un'apparente indifferenza nazionale si cerca di nascondere l'inquietudine internazionale di fronte ad un governo che è incapace di dare soluzione politica ad una situazione che ha provocato con l'argomento militare. Il governo riceve richieste di adempimento agli accordi, da tutte le parti del mondo arrivano. Il governo non ascolta, o finge di non ascoltare. E, se guardate, qui il supremo governo ha solo orecchie per le lodi e i ringraziamenti... e, chiaro, per gli ordini del Potere finanziario.

E' irritato il governo messicano. Non solo per queste proteste e reclami su Internet, ma pure per le mobilitazioni di fronte alle sue ambasciate e consolati in tutto il mondo.

II.

E visto che stiamo già parlando, lasciate che vi racconti qualcosa che, se ben inteso, è solo un timido omaggio a tutti voi per aiutarci a non essere dimenticati di nuovo.

Raccontano qui che l'agente locale per le vendite fuori città (reale occupazione dell'autodenominato "segretario per le relazioni estere" messicano) si è preparato con coscienza, in vista di un viaggio all'estero per spiegare i problemi di corruzione, narcotraffico ed elezioni in Messico, e per tranquillizzare i presunti investitori con grandi piani di controllo politico e militare, e, of course, con appetitose mercanzie. Però non gli è stato di molta utilità perché, dopo la sua "brillante" esposizione da venditore ambulante, lo straniero anfitrione lo ha messo in imbarazzo con domande sul negoziato con l'EZLN e sul perché il dialogo era sospeso. Il funzionario messicano ha tirato fuori una mappa del Messico per dimostrare al suo omologo straniero che l'EZLN era solo un piccolo problema in un piccolo angolo del piccolo sud est messicano, e che era perfettamente assediato e controllato dalle potenti forze militari del governo federale. Come risposta, lo straniero gli ha mostrato una pila di fogli con stampati messaggi cyberspaziali e ritagli di giornali che raccontavano di mobilitazioni di fronte ad ambasciate e consolati in varie parti del mondo. Il messicano (aspirante ad ottenere la cittadinanza del denaro) ha aggiunto che la sua versione ha molte ramificazioni nel mondo, che i tentativi di destabilizzazione falliranno, che alcuni "HACKERS" (credo che così si chiamino i pirati del cyberspazio) non dovevano danneggiare il solido interscambio commerciale che il prospero Stato messicano, eccetera...

Lo straniero lo ha interrotto e gli ha chiarito: "queste mobilitazioni non sono per sovvertire, nè questi messaggi stanno promuovendo la destabilizzazione. Semplicemente stanno chiedendo che il governo messicano rispetti la parola data. Quanto al fatto che siano solo alcuni, bene, milioni in tutto il mondo hanno l'accesso ad Internet e le mobilitazioni in Europa e negli Stati Uniti hanno toccato decine di migliaia di persone. Tutti ripetono lo stesso: rispettino la parola data".

Ci fu un piccolo sospiro e lo straniero aggiunse: "Mi dica una cosa, qui, in confidenza, perché non rispettate la parola data? Se il governo messicano teme di frantumarsi, dovrebbe guardare l'esempio di altri paesi che hanno riconosciuto e legiferato le loro autonomie e non si sono frantumati. Al contrario, quelli che non l'hanno fatto hanno cominciato a dividersi in vari pezzi. Però, anche così, perché avete firmato qualcosa che non eravate disposti a riconoscere? Dobbiamo forse pensare che non adempirete neppure agli accordi che firmerete con noi? No, signore... Gurria è il suo nome? No, c'è dell'altro sotto. Mi dica, insomma, che cosa teme il governo messicano?"

Il commerciante mascherato da funzionario messicano sussultò, come il suo omologo straniero, quando disse: " A domani..."

III.

Dal lato di là del ponte e del saluto, le lotte medie e piccole (le grandi lotte non ci sono nè qui nè lì) richiedono le vostre forze e la vostra attenzione. Il Potere sperimenta atti magici e giochi di prestigio, rumori di tutte le specie e origine, perché voi non guardiate lontano. Nonostante il Potere, voi vi siete presi il tempo e la voglia di darci l'appoggio e la simpatia che ci rinfrescano. Mentre il Potere ha fatto tutto il possibile per cancellarci dalla mappa della storia attuale, voi avete preso la parola e le strade (quelle d'asfalto e quelle dell'informatica) per ricordare a noi e quindi al malgoverno messicano che non siamo soli.

Poco sappiamo delle vostre lotte. Il ponte che è stato teso dalla vostra generosità per ascoltare la parola degli indigeni zapatisti appena inizia il volo di ritorno. Con stupore ed ammirazione iniziamo appena a conoscere le vostre storie collettive di ribellione e di resistenza, le vostre lotte contro il razzismo, contro il patriarcato, contro l'intolleranza religiosa, contro la xenofobia, contro la militarizzazione, contro la distruzione ecologica, contro il fascismo, contro la segregazione, contro l'ipocrisia morale, contro l'esclusione, contro la guerra, contro la fame, contro la mancanza di cibo, contro il grande capitale, contro l'autoritarismo, contro la dittatura, contro la politica di liberalizzazione economica, contro la povertà, contro il furto, contro la corruzione, contro la stupidità, contro la menzogna, contro l'ignoranza, contro la schiavitù, contro l'ingiustizia, contro l'oblio, contro il neoliberismo, per l'umanità...

E' per l'umanità e contro il neoliberismo che si annuncia questo nuovo incontro di ribellioni e di resistenze che si realizzerà quest'anno. Per allora e qui, noi avremo appreso di più su di voi e di tutti i frammenti, ancora dispersi, del cristallo che la dignità conserva ancora dentro ai migliori uomini e donne dell'umanità.

Così, approfittando del viaggio, vogliamo ringraziarvi per il vostro tornare a guardarci e per la mano che ci tendete per non lasciarci cadere di nuovo nell'oblio. Da tempo vi abbiamo mandato un fiore. Ora passa questa nuvoletta di pioggia qua, affinché voi annaffiate il fiore come si deve, vale a dire, ballando.

Bene. Saluti e che l'allegra ribellione continui a riempire di strade di tutti i continenti.

Dalle montagne del Sudest Messicano
Subcomandante Ribelle Marcos
Messico, marzo 1997

(tradotto dal Comitato Chiapas - Torino)


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