LETTERA DEL MARITO DI GUADALUPE MENDEZ

Municipio di Altamirano - Chiapas, 8 febbraio 1998

Al popolo messicano

Alle organizzazioni sociali

Alla stampa nazionale ed internazionale

Agli organismi per la promozione della pace

Io, Gilberto Santiz Lopez, mi rivolgo a tutti voi, per trasmettervi la determinazione nata in me dopo l'assassinio di mia moglie Guadalupe Mendez da parte di agenti della Polizia di Sicurezza Pubblica il 12 gennaio scorso nella città di Ocosingo, Chiapas.

Come è d'abitudine per i governi corrotti del nostro paese, anziché punire i responsabili di questo omicidio, hanno mandato solo delle persone per comprare, con il denaro, la nostra dignità.

Rispondo energicamente all'illegittimo governo chiapaneco di Albores Guillen, che la vita e il sangue di mia moglie non si vende per il denaro, la sua dignità non ha prezzo, soprattutto perché Guadalupe è morta lottando, rivendicando il rispetto degli accordi firmati dal governo assassino per la dignità degli indigeni.

Per questo chiedo a tutte le organizzazioni sociali, ai popoli del mondo, che non fermino la loro lotta e vadano avanti. La morte di Guadalupe deve essere una spinta in più per continuare, decisi, la ricerca della nostra libertà.

Uomini, donne, giovani e bambini: mia moglie non è morta, vive nella lotta, vive per la libertà, vive in ciascuna delle organizzazioni, vivrà per sempre per il raggiungimento della pace.

Hasta la victoria

Con rispetto

Gilberto Santiz Lopez le figlie Candilaria Santiz Mendez e Isabela Santiz Mendez

(Tradotto dal Collettivo zapatista - Lugano e-mail: molino@cybernet.ch)

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