7 MAGGIO 1998
MESSICO: DESAPARECIDOS
UN BUCO NERO NELLA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI
Provvedimenti immediati devono essere adottati per fermare l’aumento dei desaparecidos in Messico, dichiara Amnesty International in un nuovo rapporto pubblicato oggi.
Il rapporto, "Messico: desaparecidos - un buco nero nella protezione dei diritti umani" (AI index: 41/05/98), rivela che l’organizzazione ha documentato un incremento del numero di casi verificatisi negli ultimi 4 anni.
"Nella maggior parte dei casi, vi é una forte, o addirittura incontestabile, evidenza di una partecipazione ufficiale nelle sparizioni. I responsabili continuano a godere dello sfacciato beneficio dell’impunità", dichiara Amnesty International.
"Se l'impunità riguardante le sparizioni fosse garantita, le autorità compirebbero un importante passo nel permettere la ripetizione di quel periodo di sparizioni patrocinate dallo stato, che ha colpito il Messico durante gli anni settanta e ottanta" sottolinea l'organizzazione.
Molte delle ultime "sparizioni" segnalate ad AI si collocano in un contesto di operazioni di anti-guerriglia e di lotta al narcotraffico. Le vittime includono membri di organizzazioni contadine, popolazioni indigene, studenti e insegnanti.
Spesso le "sparizioni" sono state perpetrate nei confronti di vittime, arrestate a causa di testimonianze di membri delle forze armate e di polizia - testimonianze in seguito ripetutamente smentite dalle forze di sicurezza e dal Governo messicano.
A seguito delle campagne nazionali ed internazionali a loro favore, alcune delle vittime sono riapparse nelle settimane o nei mesi successivi alla scomparsa e su di esse si sono riscontrati segni di tortura. In un numero ristretto di casi, i corpi dei desaparecidos vengono successivamente ritrovati con l’evidenza di un’esecuzione extra-giudiziaria.
"Apparentemente né le vittime né i loro parenti non hanno mai fatto effettivo ricorso alla legge per tentare di porre rimedio a questi crimini", sottolinea AI, "in particolar modo quando erano coinvolte le forze armate".
La giurisdizione militare - sotto la quale inevitabilmente vengono trasferiti questi casi, nel caso vi sia sospetto del coinvolgimento dell’esercito - garantisce una protezione agli implicati, che si traduce in impunità.
Inoltre, la Procura Generale e la Corte messicana hanno continuamente mancato di condannare i presunti responsabili delle sparizioni, negando in questo modo alle vittime ed ai loro parenti l'unica possibilità di avere giustizia e scoprire la verità.
Durante la Conferenza per i Diritti Umani delle Nazioni Unite tenutasi a Vienna nel 1993, il Messico era uno degli stati dichiaratosi a favore della messa in vigore della Dichiarazione di Vienna e del Programma di Azione - che ricorda agli stati il loro dovere di indagare in merito ad ogni forma di sparizione che avviene nel proprio territorio e perseguire penalmente i responsabili.
Il rapporto di AI si conclude sollecitando il Governo messicano affinché faccia cessare le "sparizioni", chiarisca la sorte di tutti gli "scomparsi" del passato, conduca i responsabili dinanzi alla giustizia e provveda ad un 'appropriato risarcimento ai parenti delle vittime.
Rapporto presentato il 7 maggio 1998 a Londra.
Fonte: Amnesty International
http://www.amnesty.org/news/1998/24102498.htm
(Tradotto dal Collettivo zapatista - Lugano e-mail: molino@cybernet.ch)
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