da La Jornada del 6 giugno 1998,

 

Stato di violenza

 

Miguel Concha - Mercoledì si è registrata un’altra azione del governo chiapaneco che, d’accordo con la sua particolare concezione, pretendeva ristabilire lo stato di diritto nel municipio Nicolás Ruiz. Secondo le informazioni rilasciate in conferenza stampa dal governatore in capo, l’operazione è stata realizzare per rispondere "all’invito di molti espulsi e cittadini aggrediti", che erano stati oggetto di "violazione costante dei diritti umani" da parte di "un gruppo di intransigenti".

Al riguardo sono necessarie alcune precisazioni

1. Il ristabilimento dello stato di diritto, come lo chiama generosamente il governatore Albores, è stato come a Taniperla un’operazione brutale a cui hanno partecipato due sottoprocuratori, 500 elementi della Sicurezza Pubblica, 80 agenti della PJE, sei agenti del Ministero Pubblico dello stato, 10 agenti della PJF, un agente del MPF, un notaio pubblico e 400 elementi dell’Esercito. Come parte dell’azione della legalità, si sono violate senza ordine giudiziale un centinaio di case, si sono colpite selvaggiamente 12 persone, si sono commessi furti nelle case degli abitanti, si sono arrestate arbitrariamente 167 persone e si è ricorsi all’uso di gas lacrimogeni che hanno intossicato alcuni minori. Secondo quanto ha detto lo stesso governatore, si sono compiuti solo 3 ordini di cattura, non è stato sparato alcun colpo, anche se questo non vuol dire che si siano rispettate la legalità ed i diritti umani.

2. I domicili violati e le persone arrestate sono state curiosamente segnalati da coloro che erano stati, si suppone, privati della loro libertà, tutti simpatizzanti del PRI che, secondo le testimonianze, hanno partecipato all’operazione a cui ci riferiamo con il volto coperto.

3. Le presunte "violazioni dei diritti umani" non sono tecnicamente tali. Se la PGJE ha elementi sufficienti per affermare che le persone arrestate hanno privato della libertà qualcuno, questo non deve essere confuso con una violazione di tali diritti, come è chiaramente stabilito nella legislazione internazionale, questi possono essere violati solo dalle autorità pubbliche o da altri individui con la sua conoscenza o il suo assenso.

4. Il "gruppo di intransigenti" è in realtà l’assemblea generale del municipio in questione, che aveva deciso di sospendere i diritti comunitari di 13 dei suoi membri, visto che questi non rispettavano i loro usi e costumi. L’assemblea si era negata ad accettare la dinamica partitica, considerando che divide la comunità. Bisogna ricordare che nella Costituzione della repubblica si trova il riconoscimento degli usi e costumi indigeni (articolo quarto), ed il loro rispetto è considerato nel Convegno 169 della OIT (articoli quinto e sesto). Sicuramente queste sottigliezze, comuni già in stati come Oaxaca, non sono ancora conosciute dal governo chiapaneco, anche se questi trattati sono stati ratificati dal Messico dal 1990 e fanno già parte, quindi, della legge suprema della nazione.

5. Il municipio di Micolás Ruiz era stato dichiarato autonomo il 12 del mese scorso, in vista dell’"abbandono del governo". Questo aveva dato il via ad una serie di dichiarazioni belligeranti da parte del governo dello stato, tra cui risalta la vertenza il giorno 30, in cui il Ministero degli Interni ha segnalato che il municipio si trovava in "stato d’assedio" ed ha denunciato l’esistenza di gruppi armati "diretti da catechisti".

Oltre le evidenti motivazioni politiche che questa "azione di legalità" ha avuto, risulta allarmante che si utilizzi la forza pubblica per violare la sicurezza e l’integrità delle persone e dei loro beni. Delle 167 persone fermate, solo 16 sono state arrestate o stavano per esserlo. Cioè, non esistevano elementi per fermare 151 di esse senza ordini di cattura né alcun tipo di flagranza.

Dopo l’irruzione degli "agenti della legalità", si sono avuti furti, lesioni, maltrattamenti, violazioni di domicilio ingiustificate e si è utilizzata illegalmente e smisuratamente la violenza, nonostante la presunta disposizione al dialogo ed alla negoziazione politica delle autorità. Come non chiederci, quando sarà usata la legge in Chiapas per proteggere i diritti umani e non come pretesto per violarli?


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - From: "si.ro" <si.ro@iol.it>)



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