da La Jornada del 5 giugno 1998
Labastida: nell'intervento "si è applicata la legge"
di Enrique Méndez.
Il Ministro degli Interni, Francisco Labastida Ochoa, ha affermato che nell'operazione di mercoledì nel villaggio zapatista di Nicolás Ruiz "si è semplicemente applicata la legge" ed ha avvertito che né in Chiapas, né "in nessun'alrtra parte del paese" si permetterà di rompere lo stato di diritto e ancora meno che continuino le espulsioni di indigeni "per pensare diversamente".
Ha anche rifiutato l'accusa secondo cui l'incursione rispondesse ad un tentativo di perseguitare i militanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) o del Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) che hanno il controllo politico della comunità, ed ha chiarito che il governo non perseguita nessuno per la sua ideologia; farlo, ha detto, implicherebbe una retrocessione nella vita del paese, ed ha stabilito che quando i governi locali lo richiedano, come è successo questa volta in Chiapas, lo Stato "andrà in loro aiuto".
Intervistato nel Palazzo Nazionale, Labastida Ochoa ha dichiarato che i conflitti non si risolvono semplicemente se l'autorità chiude un occhio, invece di agire. "Questo l'unica cosa che provoca è che chi agisce sia la legge della selva, invece del diritto e dell'applicazione della giustizia", ha sottolineato.
Ha ripetuto la versione secondo cui nell'operazione non è stato sparato un solo colpo ed ha rimproverato agli abitanti di Nicolás Ruiz "di mettere davanti i bambini" in un atto che ha qualificato come "assurdo e irrazionale". In più ha chiesto ai giornalisti: "Voi credete che i bambini sono andati da soli a mettersi davanti? O credete che li abbiano mandati a mettersi davanti? No, è irrazionale e se mi permettete la qualifica, è una codardia mettere i bambini di fronte ad un fatto di questo tipo. No, no, vediamo le cose con obiettività".
"Si, però la reazione della forza pubblica, vedendo i bambini è stata la stessa" ha obiettato un giornalista.
"Guardate, prima è entrato un gruppo di donne, come parte dell'operativo per chiedere che la legge entrasse e si applicasse il diritto, e quando c'è stata una reazione organizzata contro di loro è entrato il gruppo di granatieri. Quando non hanno lasciato che si applicasse (l'operativo) è stato quando sono stati lanciati i gas".
Labastida Ochoas ha insistito che i fatti di Nicolás Ruiz devono vedersi "nella sua giusta dimensione". Ha precisato anche che la decisione di irrompere o no nei municipi autonomi che ancora sono in vigore in Chiapas non spetta al Ministero degli Interni, ma al governo dello stato e che se questo chiede l'appoggio della federazione, allora in funzione delle ragioni che espone, si prende la decisione di partecipare o meno.
Il funzionario ha confidato sul fatto che questa nuova incursione non colpisce i tentativi di riprendere il dialogo di pace con l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. "Speriamo di no, primo perché non è un gruppo simpatizzante dell'EZLN, ma relazionato con la Casa del Popolo e il Procup e, secondo, perché non è, in nessun modo, persecuzione politica.
(tradotto dall'Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - From: "si.ro" <si.ro@iol.it>)
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