NOTIZIE DAL CHIAPAS

5 Marzo 1998

PROCESO n. 1113

NELLA RICERCA INUTILE DELL' EPR, L'ESERCITO CONVERTE LA HUASTECAS IN ZONA OCCUPATA.

Abusi militari di fronte alla miseria nahua, tepeha e otomì.

di Francisco Ortiz Pinchetti

HUEJUTLA, HGO- Figure spettrali sono comparse attorno al caseggiato El Pericon appena si alzò la nebbia. Erano circa 400 soldati in uniforme da combattimento, camuffati, con fucili rifle automatici e con il volto pitturato con fuliggine. Alcuni si intravedevano attraverso la feritoia dei piccoli tanks armati, il cui contorno veniva ingigantito dalla nebbia.

Altri si nascondevano dietro ai mezzi di trasporto o nella

boscaglia, in posizione di attacco. Di fronte a loro, tremanti di freddo e di spavento, i 180 poveri otomì che abitano questa comunità della Huasteca veracruzana, con gli occhi ben aperti.

"Dove sono le armi?" chiese in maniera prepotente un ufficiale a Filemon Hernandez de la Cruz, che parla appena un po' di spagnolo. "No, no armi", rispose spaventato. I soldati gli presero il suo carniere, gli tolsero i vestiti e lo lasciarono proseguire per il sentiero.

Era l'alba di venerdì 6 settembre 1996, alcuni giorni dopo che l'Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR) aveva convocato una conferenza stampa "in qualche posto della Sierra Madre Orientale".

Da allora per le vie della Huasteca, cammina la paura.

La supposta presenza di gruppi guerriglieri nella regione, ha fornito il pretesto per la invasione militare della Huasteca, in Veracruz come in Hidalgo. I guerriglieri non appaiono da nessuna parte, ma i soldati continuano i loro operativi in questi luoghi - in maniera un po' più discreta da alcuni mesi - con il pretesto del "lavoro sociale" in beneficio delle comunità indigene. Essi stessi si dedicano a promuovere voci circa presunti gruppi armati, depositi di armi, imminenti scontri, che i caciques meticci della regione, avvalorandoli, riproducono ed enfatizzano per intimorire ancor di più la gente e aumentare il loro predominio.

"La gente si è dovuta abituare a vivere nell'angoscia" dice a Huayacocotla, Stato di Veracruz, il gesuita Alfredo Zepeda, della commissione di Diritti Umani della Sierra Nord di Veracruz. con più di 17 anni di permanenza in questa regione. "Per gli indigeni l'angustia è diventata un'abitudine".

I timori sono reciproci: le comunità nahua, otomì e tepehua che sopravvivono nella scarpata geografica della Huasteca, temono che la reale o fittizia apparizione di guerriglieri, motivi una repressione sanguinaria.

Il governo e l'Esercito temono a loro volta che le condizioni di miseria e di isolamento della zona - documentate dai loro stessi ufficiali - e la esistenza di organizzazioni contadine indipendenti e combattive, incrementino la nascita di gruppi di ribelli.

Tuttavia non ci sono elementi per dire che questo sia successo.

Questo viene constatato dal reporter durante un viaggio attraverso i municipi considerati più di conflitto della Huasteca di Veracruz e Hidalgo.

Così viene affermato dalle autorità statali, presidenti municipali, leader contadini, organismi regionali di diritti umani, sacerdoti, promotori sociali. In questo modo ricalca questa opinione il dottor Jesus Ruvalcaba Mercado, ricercatore del Centro di Ricerche e Studi Superiori di Antropologia Sociale (CIESAS), uno dei maggiori specialisti del paese riconosciuto in questa materia: "L'assenza di gruppi guerriglieri è qualcosa che si deve enfatizzare, viste le affermazioni di molteplici settori che vanno nel senso contrario, così come l'esistenza di alcune organizzazioni contadine che operano nella Huasteca sono da considerare pericolose o radicali", dice. "I segnali ufficiali del fatto che lì opererebbe l'EPR o che le comunità appartengono a questa organizzazione, sono servite solamente come pretesti per combattere e smantellare le organizzazioni contadine indipendenti".

L'eterna lotta per la terra.

La Huasteca è una vasta regione di 40.000 chilometri quadrati, occupata da una cultura antica più di 4000 anni. È situata nel nord Est del Messico, tra la pianura, i piedi dei monti e le falde della Serra Madre Orientale.

Comprende i territori degli stati di Hidalgo, Veracruz e San Luis de Potosì. la sua popolazione attuale si calcola in 2.5 milioni di abitanti, di cui metà sono indigeni.

Questa zona, dalla fine del secolo scorso per più di 60 anni, fu la principale produttrice di petrolio del paese. Da questo le popolazioni indigene non ricevettero nessun beneficio, nonostante moltissimi di essi lavorarono come manovalanza nei lavori di disboscamento, esplorazione e sfruttamento del territorio.

Per queste vittime ancestrali di spoliazioni e repressioni, la lotta per la terra ha marcato la storia delle comunità contadine. Gli antropologi Jesus Ruvalcaba Mercado e Juan Manuel Perez Zevallos, autori di "La Huasteca agli albori del terzo millennio (ed. CIESAS, 1996) lo spiegano: "Per le comunità, la terra è un essere vivo che in cambio dell'accudimento e rispetto, fornisce il necessario per la produzione e la riproduzione delle famiglie, mentre i meticci la sfruttano solamente come un mezzo di produzione. Da questa differente cosmovisione derivano una serie di pratiche che comprendono l'ambito religioso, culturale, sociale ed economico, e imprimono alla lotta politica sfumature inconciliabili".

La lotta per il recupero del territorio è statala rivendicazione fondamentale, in una regione dove praticamente la riforma agraria non è esistita. Questo spiega le mobilitazioni ed invasioni contadine nella Huasteca alla fine degli anni settanta ed al principio degli anni ottanta, che originarono repressioni ed omicidi di cui si è perso il conto. Non meno di 200 indigeni vennero assassinati, ma la nascita di organizzazioni indipendenti, radicali nelle loro rivendicazioni per la terra, ha permesso agli indigeni di recuperare gran parte del loro territorio. Il Fronte Democratico Orientale del Messico "Emiliano Zapata" (FEDOMEZ), per esempio, ottenne il recupero di 10000 ettari, solo nella Huasteca dello stato di Hidalgo.

Oggi, il 98%delle terre della Huasteca di questo stato, e il 50% di quelle dello stato di Veracruz e di S.Luis de Potosì, sono di proprietà sociale (dell'"ejido" - divisione amministrativa per la terra n.d.r. - o comunale).

Non è stato facile. Le comunità hanno dovuto lottare per decadi contro il potere economico e politico dei cacique e dei latifondisti, contro la burocrazia e la indolenza.

Quelli di Amaxac, stato di Veracruz, per esempio, hanno aspettato 57 anni dalla risoluzione presidenziale fino al recupero effettivo del loro territorio. "Che cosa saranno mai 57 anni, se oggi hanno la loro terra?" domandò fiero Victor Cervera Pacheco, allora segretario della Riforma Agraria, durante l'atto di restituzione del territorio.

"Il problema è che i conflitti agrari non finiscono mai", afferma il gesuita Zepeda. "A causa della burocrazia, per errori tecnici, per interessi politici, persistono differenze tra le comunità o tra gli stati e gli ex proprietari privati, che spesso finiscono in scontri violenti, assassini e nuove spoliazioni".

Anche secondo Revalcaba, "comparata con altre regioni indigene e contadine del Messico, e considerati tutti i problemi che ha, la Huasteca si può considerare come una regione benevola verso i suoi abitanti" (data l'esistenza di risorse forestali che permettono alla dieta dei suoi abitanti di essere abbastanza varia, e, per quello che si può vedere in generale, sufficiente per la sopravvivenza), ma persistono livelli di grave miseria e emarginazione. La Huasteca non è una realtà omogenea".

Concretamente ci sono notevoli differenze tra le condizioni di vita degli abitanti della porzione dello stato di Hidalgo (11 municipi) e quella di Veracruz (9 municipi), In questa ultima, i livelli dimiseria sono equiparabili a quelli delle regioni più povere di Oaxaca, Chiapas e Guerrero.

Texcatepec, dove si ubica la comunità di El Pericon, è il terzo municipio maggiormente abbandonato dei 207 dellostato di Veracruz e ricopre il 23esimo posto tra quelli con il maggior grado di emarginazione di tutto il Paese, secondo lo studio realizzato dal Consiglio Nazionale della

Popolazione (CONAPO), nel 1993. Il 93% della sua popolazione è otomì.

Ilamatlan, popolato prevalentemente da nahua, segue Texcatepec nella lista dei municipi più poveri della Repubblica: è al posto n. 24 della lista.

Insomma, tutti i municipi della Huasteca dello stato di Veracruz sono tra i primi 100 più poveri di tutto il Paese.

La situazione della regione relativamente allo sviluppo sociale, giustizia, salute, educazione e vie di comunicazione, ha portato la Commissione Nazionale per i Diritti Umani (CNDH) l'anno passato, a fare - per la prima volta nel paese - serie raccomandazioni al governo di Veracruz e a diversi uffici del governo federale, di fronte alla violazione al "diritto di sviluppo" dei popoli indigeni della Huasteca di Veracruz.

Partendo da numerose denunce e mediante una sua ricerca diretta effettuata in 89 comunità, la CNDH scoprì che "le condizioni nelle quali vivono gli abitanti di questa regione rendono assolutamente difficoltoso il pieno esercizio dei diritti umani, provocando situazioni di povertà, esclusione, fame, malattie, spostamenti di gente dai propri luoghi di origine, rinascita di fenomeni di intolleranza, disoccupazione e un grado limitatissimo di sviluppo e, di conseguenza, di una vita degna".

La CNDH ha accertato che "il ritardo sociale è evidente; i programmi assistenziali sono stati insufficienti per riscattare i suoi abitanti dalla emarginazione nella quale si trovano. La salute, l'educazione, le vie di comunicazione, le abitazioni, l'organizzazione politica e sociale, il possesso della terra, l'amministrazione della giustizia, i servizi pubblici e, in generale tutte quelle forme che permettono di creare modelli di vita e elevare i livelli di sviluppo (...) non sono stati sviluppati nella maniera necessaria". (Raccomandazioni 18/97 e 19/97, firmate entrambe dalla dottoresse Mirelle Rocatti, presidentessa dela CDNH).

Tutto questo, nella vita quotidiana, si traduce in malattie, denutrizione, morte. La maggior parte della popolazione nahua e otomì vive in abitazioni costituite da un'unica stanza, costruite con bastoni e fango, senza servizi igienici. I ragazzi sono obbligati a farsi assumere come manovali con un salario tra i 10 e i 20 pesos giornalieri (2000 - 4000 lire attuali n.d.r.) e vengono caricati come animali su camions per il trasporto di merci, con i quali i capomastri li trasportano in altre località per lavorare ai raccolti.

I servizi medici, sempre insufficienti, si sono ridotti negli ultimi anni, come la stessa attività dell'Istituto Nazionale Indigenista.

L'attività della giustizia è praticamente inesistente. "Qui, la gente non ha accesso alla giustizia" accusa l'avvocatessa Concepcion Hernandes, della Commissione di Diritti Umani della Serra Nord di Veracruz, dopo aver enumerato per diverse ore, casi concreti di spoliazioni, violazioni, assassini compiuti ai danni di indigeni e che rimangono impuniti.

"Che se ne vadano e ci lascino in pace".

Il Pericon , dove i soldati fecero irruzione nel settembre del 1996, è una delle quattro comunità che sono comprese nei Beni Comunali di Amaxac. Dopo sette mesi di presenza militare, nell'aprile del 1997, i 186 capifamiglia otomì di queste comunità e le loro autorità firmarono - o stamparono le loro impronte digitali - un accordo "per chiedere ai soldati di andarsene.

Inviarono la loro lettera al "comandante dei soldati": "Le manifestiamo il nostro disaccordo per la presenza dei soldati sotto il suo comando nei nostri Beni Comunali di Amaxac. Voi non avete informato in maniera veritiera le autorità delle nostre comunità di Il Papatlar, Benito Juarez, Amaxac e il Pericon sul motivo della vostra permanenza per più di sette mesi sulla nostra proprietà comunale. Se il motivo è il lavoro sociale, questo lavoro sociale non si vede e, inoltre, non avete neppure domandato se ne avessimo bisogno. Se il motivo è la sicurezza, neppure qui si vede che ci state proteggendo. Però i soldati continuano a domandare agli indigeni di quale partito sono e che lavoro stanno facendo e altre domande che non rientrano nei compiti dei militari. Negli ultimi mesi si sono fermati nel territorio della comunità di El Pericon e stanno occupando illegalmente i terreni e maltrattando le piante e le piantagioni di caffè, oltre che la terra. Questi terreni sono una nostra proprietà comunale e voi non avete neppure chiesto il permesso per installarvi. Noi non vogliamo discutere niente con voi perché vi siete intromessi nelle nostre proprietà comunali. vogliamo però che voi ve ne andiate immediatamente e che ci lasciate in pace".

Non sene andarono e non li lasciarono neppure in pace.

"Ci molestavano con le loro domande, impaurivano la gente" dice in lingua otomì Ramiro Santiago. "Andavano dove volevano, si mettevano nella piantagione di mais, rompevano le piante. Dicevano che stavano cercando le armi."

Gli indigeni hanno fatto i loro conti: solamente in paghe e munizioni, il governo spendeva 1.2 milioni di pesos ogni mese, più di 12 milioni all'anno. Il municipio di Texcatepec riceve 3 milioni di pesos annualmente per tutte le opere ed i servizi.

Alla fine dell'ottobre scorso - 13 mesi dopo del loro arrivo - il contingente fu postato in un'altra zona. Non avevano trovato una sola arma ne una foglia di marijuana e neppure un solo guerrigliero.

Al momento attuale ci sono accampamenti militari, dalla parte di Veracruz, a Embocadero, Agua Fria, Otlamalacatl e Ssan Diego, punti dai quali si spostano in maniera intermittente. La loro presenza è più discreta, però permanente e spesso aggressiva: i soldati interrogano e fanno fotografie ai contadini, rovistano le loro bisacce, li spaventano.

Nello stato di Hidalgo, Huejutla è la sede dell'84 Battaglione di Fanteria. Si mantiene un pattugliamento costante nei municipi di Huautla - dove nel luglio del 1996 si parlò del ritrovamento di un arsenale, che mai venne mostrato ne' comprovato - Xoxatipan, Yahalica e Atlapexco, tra gli altri. Ci sono accampamenti permanenti anche a Tamoyon I e a Los Cayoles.

Il fronte amplio per la Costruzione del Movimento di Liberazione Nazionale (FAC-MLN), una delle principali organizzazioni indipendenti, denuncia, oltre la militarizzazione, l'esistenza di "bande paramilitari" che possono agire in qualunque momento. "Lo abbiamo denunciato davanti allo stesso governatore (Jesus) Maurillo Karam, però non ci danno ascolto", dice in Metlatepec il dirigente Ramiro Diaz Baltazar. "da parte dell'esercito, continuano gli accampamenti, i blocchi e le intmidazioni alla gente. I contadini hanno molta paura.

La presenza militare "cambia la vita dei villaggi" accusa il gesuita Zepeda. "Causa molteplici distorsioni: alza i prezzi, perdita di animali, danni ai raccolti, prostituzione, svilimento dell'autorità civile, rafforzamento dei caciques e dei banditi. Ed in più crea un clima di intimidazione, di timore. Questo è l'obiettivo reale: inibire le organizzazioni contadine".

Nella stessa maniera la vede a Huejutla, il giovane nahua Miguel Cruz, del Comitato dei Diritti Humani della Huasteca e della Serra Orientale. "Essi vogliono sconvolgere le organizzazioni perché fanno loro paura", dice. "La verità è che il movimento contadino non è mai stato dalla parte della violenza, però si, dalla parte della giustizia, per recuperare le terre".

Raggruppamenti come la Organizzazione Indipendente dei Popoli Uniti della Huasteca (IPUH), Contadini Uniti della Sierra Orientale (CUSO) e il FEDOMEZ sono state relativamente ridimensionate. L'esito positivo del recupero della terra, finalmente, soprattutto in Hidalgo, la cooptazione governativa attraverso i programmi come Procampo, Progresa, e Procede e a causa delle loro divisioni interne, hanno fatto in modo che la loro influenza diminuisse.

"È innegabile che esiste una accettazione da parte della gente verso i programmi del governo", riconosce il padre Samuel Mora, rettore del seminario maggiore di Huejutla. "Possiamo dire che con il recupero delle terre, almeno qui in Hidalgo, la situazione sta migliorando. Ciò che preoccupa è l'influenza di un neoliberismo feroce che debilita ogni forma di vita comunitaria. Un esempio: la vendita dei pezzi di terra (parcelas) propiziata dal programma "Procede".

E i guerriglieri?

Nessuno li ha visti. Non hanno lasciato nessun indizio della loro presenza nella Huasteca. Ne' una scritta, ne un volantino: niente. Naturalmente, nelle comunità indigene, l'esistenza di gruppi armati è un fantasma che atterrisce: la presenza militare rafforza le voci diffuse dagli stessi soldati.

"È pura speculazione", afferma deciso Francisco Moreno Baños, direttore generale di Governo nella Huasteca dello stato di Hidalgo. "Si è parlato dell'esistenza di gruppi guerriglieri da più di un anno, a seguito dei comunicati dell'EPR, in qualche luogo della Serra Madre Orientale. Non ci sono perlomeno in Hidalgo. In tre anni di lavoro che ho fatto in questa regione, non ho trovato nessun elemento per supporre di questa esistenza".

Una prova ulteriore, dice il funzionario è che l'esercito ha diminuito le sue unità. "Viviamo un clima politico stabile, senza sussulti.

Persistono conflitti in alcuni "ejido", però la ripartizione delle terre ha diminuito la pressione. Le organizzazioni contadine più combattive come il FEDOMEZ, hanno visto diminuire la propria forza. Loro mantengono una posizione radicale nella formulazione delle loro richieste, ma non hanno nessuna connessione con i gruppi guerriglieri".

E neppure ci sono indizi di attività sovversive nel municipio retto da Primo Solis, Huayacocotla, stato di Veracruz. E neanche i sindaci di Huejutla e Huautla, in Hidalgo, rispettivamente Josè Luis Fayad Medina e Hilario Ortega Castelan hanno avuto indizi. "Qui si è parlato molto di guerriglieri nel 1996, quando quelli dell'EPR comparvero, ma nessuno li ha potuti vedere" dice il sindaco di Huautla.

"Io dico che in questi luoghi ci devono essere alcuni guerriglieri" si avventura contrariamente padre Josè Baron Larios, incaricato della chiesa di San Augustin a Macuxtepetla, vicina a Huejuxtla. "La cosa strana sarebbe che non ci fossero, date le condizioni in cui vivono gli indigeni della Huasteca. Ciò che è sicuro è che si è incontrata molta gente disperata. E che molta gente approva le idee zapatiste".

- La restituzione delle terre alle comunità, ha migliorato le condizioni di vita?

- Solamente in alcuni casi specifici - risponde il sacerdote che ha vissuto per 30 anni nella Huasteca - In generale non è stato così. La gente ha la terra, ma non ha le risorse per farla fruttare. In più persiste una ingiustizia lacerante ed un esacerbato razzismo. I cacique si sono ammodernati: ora sono diventati commercianti o finanzieri, grazie al denaro che gli ha pagato il governo per le loro terre. Però continuano a sfruttare gli indigeni: li ingannano, li sfruttano, si accaparrano i loro prodotti, controllano il commercio.

Con queste affermazioni, concorda il ricercatore Ruvalcaba Mercado, il quale afferma che il deterioramento delle condizioni materiali di vita, la non fiducia di poterle migliorare a breve termine e il razzismo contro gli indigeni, la violazione ai loro diritti umani, collettivi ed individuali, associati alla impunità ed alla prepotenza, "hanno messo le basi affinché nascesse la possibilità di un movimento armato".

Tuttavia, enfatizza che questo non è ancora successo e rifiuta ogni relazione tra le organizzazioni contadine della Huasteca con i gruppi guerriglieri. "È ancora molto viva la recente, dolorosa esperienza che hanno patito. In più queste organizzazioni erano zapatiste ancor prima della nascita del'EZLN e secondo la loro storia, i loro comunicati ed i loro documenti, la loro lotta è pacifica, utilizza la via del dialogo, anche se è ferma nell'obiettivo di voler recuperare le terre per i contadini".

(traduzione a cura di Massimo Boldrini).

S.C.L.C. 4/5 marzo 1998)






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