CORRISPONDENZA DEL 5/1/98 DI MASSIMO

DA SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS

"Come già sapete è smentita la notizia che inizialmente è stata data della presa da parte del governo federale, dei militari federali, di La Realidad. In realtà, da quello che adesso vi racconterò, tutto quello che sta succedendo negli aguascalientes zapatisti, prima ad Oventic, poi a La Realidad e infine a Morelia è sicuramente quello che si può paragonare a quanto successe nel 1995, quando Guadalupe Tepeyac fu stata attaccata dall'esercito. Voglio dire che molti commentatori, pur dicendo che la notizia era esagerata ed era falsa della presa di La Realidad, comunque dicono che per il fatto che questa notizia si sia diffusa così in fretta e per tutto il mondo ha evitato un piano che già stava entrando in azione, quello degli attacchi agli aguascalientes, e che quindi questa falsa notizia abbia rotto le uova nel paniere al governo. Ho delle comunicazioni, alcune dirette, ricavate dalle testimonianze che abbiamo messo insieme in questo giorno e mezzo e riguardano tutto quello che è successo dal 31 dicembre al 3 gennaio a La Realidad, quello che è successo dal 29 al 1 gennaio all'Aguascalientes di Oventic, e l'ultima informazione del 3 gennaio di ieri l'altro di ciò che è successo nella comunità di Morelia.

Iniziando da La Realidad, questa è la conferenza stampa che il responsabile della comunità ci ha fatto ieri mattina, 4 gennaio alle 11.30. Ovviamente sono arrivati un sacco di giornalisti, alcuni uomini della comunità si sono riuniti mascherati dal solito paliacate o passamontagna ed il responsabile ha raccontato quello che ora vi leggerò: "Vogliamo informarvi di tutto quello che è successo ieri con i militari (3 gennaio). Tutto è cominciato alle 7 della mattina ed è continuato fino alle undici della sera, per 16 ore i militari hanno camminato sulla montagna qui di fronte e si sono appostati nell'accampamento di San Quintin. Verso le 7 del mattino abbiamo visto passare nel solito giro di controllo che i militari fanno, 26 veicoli che stavano andando da Guadalupe Tepeyac all'accampamento di San Quintin, situato a 5 km da La Realidad. Erano 26 veicoli di cui alcuni attrezzati con armi pesanti e militari in assetto di guerra, però 10 di questi veicoli per il trasporto truppe erano vuoti, ossia non stavano trasportando soldati e provenivano dalla montagna; questo voleva dire che 60 militari o più erano stati scaricati in montagna. Il resto della colonna si è fermato poi a 3 km da La Realidad, cioè non ha raggiunto San Quintin, in un posto di controllo ravvicinato. Da questo posto di controllo non lasciavano passare nessuno per evitare di far conoscere quello che stava accadendo; alcuni nostri compagni verso le 7 stavano andando verso i "cafetales" a lavorare e non sapevano ancora quello che stava succedendo". Seguono ora alcune delle testimonianze che il responsabile ha fatto raccontare ad altri uomini e che vi leggerò. Il primo uomo dice che: "camminando sulla strada alcuni soldati gli sono venuti incontro, gli hanno ucciso il cane e lui gli ha chiesto sia di essere rimborsato per questo e sia del perché stessero lì. Loro non hanno risposto niente e, mentre cercava di allontanarsi è stato circondato con l'intenzione di colpirlo e minacciato con le armi". Un altro stava camminando anche lui verso il suo luogo di lavoro, il "cafetal", non sapeva nulla della presenza dei soldati, quando li incontrò i soldati gli chiesero cosa stava facendo lì, lo circondarono , lui scappò e fu quello che praticamente riuscì ad avvertire la comunità scappando inseguito dai militari che non riuscendo a prenderlo gli dicevano le peggiori cose, lo insultavano. Addirittura un terzo uomo racconta che fu circondato dai militari, preso per le orecchie, obbligato a inginocchiarsi e sottoposto alle solite domande che sembra, e questo è un inciso che faccio qua, sembra che stiano facendo in tutti gli aguascalientes, cioè: Dove sono le armi? Dove sono rintanati i miliziani dell'EZLN? Dove e' Marcos. Queste sono le 3 domande ricorrenti da un aguascalientes all'altro. Poi anche questo testimone alla fine è stato lasciato andare. Un altro testimone dice che i soldati si stavano avvicinando quando lui era nel cafetal e lo chiamavano, poi lo hanno perquisito e gli hanno chiesto come poteva permettersi di portare la maglietta che stava indossando, lui rispose che era un regalo e loro si misero a ridere e gli chiesero dove tenevano le armi, per l'appunto, e quanto guadagnava vendendo il caffè. Lo perquisirono nuovamente, e poi gli dissero di stare tranquillo perché loro erano lì per proteggere il suo lavoro e la sua famiglia. Addirittura, e questa è l'ultima testimonianza che il responsabile della comunità ci ha fatto ascoltare attraverso la voce di un suo concittadino, dice che questo è un ragazzo muto e che quindi non riusciva a rispondere alle domande che i militari facevano e quindi lo hanno circondato, ammanettato in qualche modo e mentre lo stavano portando via si sono accorti che era muto e quindi lo hanno poi lasciato andare. Il responsabile della comunità termina il racconto in questo modo: "mentre stava succedendo tutto questo i militari non lasciavano passare nessuno, né per salire verso la montagna, ossia in direzione di Guadalupe Tepeyac, né verso San Quintin. Verso le sei del pomeriggio il controllo che si trovava a tre km. da la Realidad, quello che vi dicevo prima, venne spostato a 500 metri dalla comunità mentre i soldati che stavano nel costale del monte iniziarono a scendere e quindi è stato possibile addirittura vederli dalle stesse case della comunità.

Nel frattempo sono cominciati ad arrivare cameramen e giornalisti e quando erano ormai vicini alla comunità i militari non lasciavano loro fare riprese, si giravano, si nascondevano, molto incattiviti. Mentre i soldati si stavano avvicinando scendendo dalla montagna alcuni abitanti di La Realidad assieme agli internazionalisti dell'accampamento civile per la pace, anch'essi oggetto di pressione da parte dei militari, si sono avvicinati per parlare con loro. Quando gli abitanti di La Realidad hanno cercato di passare, alcuni di loro sono stati colpiti al petto con i calci dei fucili dai militari. Queste persone nel tentativo di passare hanno visto che tra i federali c'era un civile, appena i militari se ne sono accorti lo hanno circondato per proteggerlo e di corsa lo hanno fatto salire su un'ambulanza della croce rossa messicana, comunque questa persona era un indigeno, probabilmente una guida per i militari", questo episodio si ripeterà anche a Morelia.

Tutto questo è finito alle 11 della sera del 3 gennaio, però di tutti questi camion che passavano, due erano vuoti il che fa supporre agli abitanti di La Realidad che alcuni soldati sono rimasti nella montagna.

Alla fine del comunicato il responsabile ci dice che il governo sta violando la legge che tutela l'EZLN che permette appunto questa pace armata, utilizzando la scusa di cercare armi e con lo scopo esplicito di provocare una reazione da parte dell'EZLN, ma in realtà chi viola la legge sono appunto loro, il governo e stanno dimostrando che quello che fanno, lo fanno per far definitivamente crollare le ultime e poche speranze di ripresa del dialogo di San Andrés. E' chiaro che quello che hanno fatto i militari è stato fatto su ordine del governo, questo è il resoconto dei fatti. Il 4 gennaio è stata fatta una carovana di settantacinque internazionalisti i quali sono andati a La Realidad assieme a dei messicani per presidiare il posto e per rendersi conto di persona di cosa fosse successo. La situazione era assolutamente tranquilla, non si è visto un militare e nessun altro per tutta la giornata fino a quando siamo rimasti e cioè fino alle dieci di notte circa, poi siamo ripartiti per far ritorno a S. Cristobal. Devo dire che, quanto successo a La Realidad, aveva avuto un prologo nei giorni 30 e 31 dicembre e primo gennaio, quando solitamente la festa di fine anno e quella dell'anniversario della ribellione zapatista prevedeva la partecipazione di tantissima gente.

Quest'anno c'era e c'è tuttora un timore diffusissimo e una paura che a volte diventa quasi paranoia, la gente gira per la strada intimorita. Ieri sera, quando siamo arrivati, c'erano uomini con le torce lungo la strada sterrata, ai cui lati sorgono le case della comunità, tutti erano molto tesi e anche alla festa si vedeva che, nonostante fosse stata fatta per tentare di abbassare un po' la tensione, la partecipazione della gente era scarsissima.

Inoltre vi segnalo che, come già riportato da La Jornada di un paio di giorni fa, è stato emesso un comunicato della segreteria della difesa nazionale di stanza a Rancho Nuevo, vicino a S. Cristobal, in cui si afferma che non è assolutamente vero che hanno occupato La Realidad, e questo lo confermo, ma è assolutamente chiaro che nella loro risposta a tutti i comunicati, e a tutto quello che stava succedendo, è contenuta una menzogna, è vero, non hanno occupato La Realidad ma quello che hanno fatto è stata una provocazione limpida e chiarissima. Come ribadivo all'inizio, se non ci fosse stata la reazione giustamente esagerata di tutta la stampa internazionale a questa falsa notizia, probabilmente l' Aguascalientes sarebbe stato occupato davvero. In questo comunicato, accusano la CONAI e Monsignor Ruiz affermando che ciò che hanno fatto, è stato fatto in conseguenza di una legge federale sulle armi da fuoco e gli esplosivi, la cosiddetta legge del disarmo. Sulla base di questo pretesto possono andare a cercare armi dove credono. Lo stesso pretesto, lo ricordo, che nel 1995 fece sgomberare Guadalupe Tepeyac, comunità che rimane tuttora sgomberata.

Inoltre posso dirvi con certezza, prendendo spunto da un resoconto di una internazionalista argentina, che stava ad Oventic fino al 2 gennaio.

Ad Oventic, negli ultimi giorni dell'anno, è arrivata una carovana di circa duecento persone ed è iniziato, contemporaneamente, il campionato di basket, (della zona di Los Altos) questo può sembrare una sciocchezza ma in realtà non lo è perché all'inizio di questo torneo ci sono stati due giorni, quelli che hanno preceduto la fine dell'anno, tre chiamate urgenti in Tzotzil, da parte dei responsabili della comunità, dopo di che, gli uomini sono corsi improvvisamente via perché c'era nell'aria un attacco dell'esercito federale. In realtà tutto è andato per il meglio, in quanto le notizie si sono rivelate infondate, fino alla mattina del 1° gennaio quando c'è stato un nuovo falso allarme, e poi, la sera, vale a dire verso le 20,30, è arrivata una nuova comunicazione per cui tutti gli uomini se ne sono andati e non sono più tornati, contemporaneamente la comunità, poco a poco, ha incominciato ad evacuare ed è arrivata la comunicazione agli accampamentisti (le persone che sono attualmente nell'accampamento civile di pace di Oventic) di tenere pronte le loro cose perché, a minuti sarebbero stati fatti evacuare anche loro. L'evacuazione si è realizzata effettivamente verso le 22,30.

Quando il timore di un attacco era concretissimo. Successivamente hanno fatto camminare queste persone in fila indiana lungo la carretera (strada) per due chilometri, poi li hanno portati, scortati da miliziani mascherati e armati, lungo il costale della montagna dove hanno trascorso la notte. La mattina del 2 gennaio il comandante David ha comunicato loro che tutto questo stava succedendo perché c'era il rischio, quasi certezza, di un'occupazione da parte dei militari dell'aguascalientes e della stessa comunità, rischio che si è poi dissolto, come poi comunicato dallo stesso David e quindi alle 9.30 del 2 gennaio sono ritornati ad Oventic. Altri osservatori dicono che nella zona c'è un movimento di truppe altissimo.

Dalla Jornada si sa che in questo ultimo periodo sono arrivati più di 5000 militari provenienti da diversi stati, su informazione della CONAI e dalle stesse fonti militari, sul territorio chiapaneco si trovano 3 zone militari ovvero 3 grandi quartieri generali il 31, 36, 39, 12 posizioni militari,

76 accampamenti militari ,3 quartieri militari più piccoli e 11 reten (posti di blocco) permanenti, 25 posti di blocco intermittenti, 3 basi della marina questo per dare l'idea del livello di militarizzazione. Per di più devo aggiungere che camminando per San Cristobal non ho mai visto così tanti corpi militari presenti, anche polizia a tutti gli angoli delle strade, con le camionette armati di mitragliatrici, è una situazione veramente molto tesa e premonitrice di qualcosa di molto grave.

Finisco con la situazione a Morelia, le ho appena ricevute da un osservatore che si trovava sul posto, il 3 gennaio 70 federali sono entrati alle 5.30 dentro la comunità, sono scesi dalla montagna fino al centro del villaggio, erano accompagnati da 4 civili incappucciati, secondo loro 3 erano di fuori mentre uno era di Morelia e andavano interrogando la gente,casa per casa, facendo le solite domande, dove sono le armi, dove sono gli zapatisti, dov'è Marcos, dopo un po' una sessantina di donne e 100 bambini si sono riuniti ed hanno organizzato una specie di protezione civile della comunità, con grida, urla e gesti hanno cercato di mandar via i militari, c'è da dire che tutti gli uomini della comunità erano già andati via, in montagna, inoltre 4 persone sono state minacciate con le armi dai federali e dalla polizia, li hanno bendati, interrogati sul posto e portati via su di una camionetta e trasferiti in un posto militare, dove sono continuati gli interrogatori con le solite domande e minacce, questo per 4 ore, gli hanno poi rubato 5000 pesos e il macete, ed alla fine li hanno lasciati su di una strada per Ocosingo. Questo per il momento è tutto quello che ho da dirvi.....ciao a tutti.

(E-mail del Consolato Ribelle di Brescia)

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