Ultime informazioni da La Jornada di oggi (5/1/98)


Dalla lettura del quotidiano messicano La Jornada di oggi, si confermano attraverso le testimonianze degli abitanti di La Realidad, in particolare quella di Don Maxi, raccolte dai giornalisti, le informazioni diffuse nel comunicato dell'EZLN del 3 gennaio del Comandante David: movimento di truppe che hanno circondato La Realidad, entrata dei soldati nell'Ejido Morelia.


Nell'articolo Testimonianze indigene dell'incursione che "non è esistita" (in riferimento alle continue smentite del ministero della difesa dell'operazione militare), si racconta come l'assedio di La Realidad sia durato 16 ore.

Alle 7 di mattina è apparso il convoglio dell'Esercito Federale che a 500 m. dalla comunità ha iniziato a prendere posizione di dispiegamento sul monte, mentre un aereo è passato molto basso. Pioveva e la nebbia ha probabilmente impedito sorvoli successivi.

Sulla curva dello spiegamento, in alto, si è istallato un punto di vigilanza che dominava la valle, con le mitragliatrici piazzate. Il resto del convoglio ha iniziato a scendere e ha attraversato in mezzo La Realidad. I contadini, con il fiato sospeso, hanno visto passare i veicoli vuoti del trasporto truppe, oltre che ambulanze, mezzi anfibi e Hummer che sono passati lentamente davanti all'Aguascalientes, che al momento era deserto.

Si sono poi fermati 500 m. più in basso nell'accampamento della ditta costruttrice della strada. I soldati hanno molestato chi stava lavorando nei campi.

Alle 10 di mattina gli accampamentisti civili si sono avvicinati al convoglio fermo e hanno fatto foto fino a che il convoglio si è ritirato verso l'accampamento militare di San Quintin.

Nel percorso altri militari sono scesi dai veicoli e si sono inoltrati nelle piantagioni di caffè. Lì c'era un contadino con i suoi figli e i militari, mentre lo tenevano sotto tiro con le armi, gli hanno domandato dove si trovava l'accampamento dei miliziani (sic), se avevano visto Marcos, ecc...

Alle 7 di sera il convoglio con i veicoli vuoti è ripassato da La Realidad e si è riunito ad altri mezzi al posto artigliato, fino alle ore 23 quando i comandi hanno terminato il loro percorso tra i campi e i villaggi vicini a Guadalupe Los Altos e Santa Cecilia.

Alcuni abitanti sono stati minacciati dai soldati.

Secondo Maxi, l'autorità della comunità di La Realidad, la pioggia ha impedito che si realizzasse l'incursione effettiva per aria e per terra, annunciata dai sorvoli di venerdì, e l'accerchiamento serviva a non lasciare uscire nessuno degli abitanti di La Realidad. Quindi la pioggia ha salvato La Realidad.


Nell'ejido Morelia, sono entrati alle ore 17 di sabato i soldati dell'esercito messicano.

Hanno perquisito molte case del villaggio e fermato per ore 4 persone.

Sono scesi dalla montagna i militari e i poliziotti accompagnati da un dirigente locale del Partito Rivoluzionario Istituzionale che indicava loro le case e le persone.

Hanno perquisito inoltre la casa ejidale, l'orto della comunità e la cooperativa Conasupo.

Nelle perquisizioni delle case domandavano: dove sono le armi e chi sono gli zapatisti.

Gli uomini del villaggio lo hanno abbandonato per evitare l'arresto, mentre le donne hanno affrontato i soldati con grida e spintoni fino a obbligarli al ritiro alle ore 18.

Prima di quest'operazione erano stati fermati dall'esercito e dalla polizia che, mentre li tenevano sotto tiro con le armi, bendato gli occhi e obbligato a inginocchiarsi, poi li hanno fatti salire su un veicolo e nascosti sotto dei teli. Rilasciati 5 ore dopo sulla strada per Altamirano, hanno chiesto loro se erano zapatisti, chi era l'autorità del villaggio, li hanno minacciati di ucciderli se non rivelavano i nomi dei dirigenti zapatisti della comunità. Mentre li fotografavano, a uno di loro hanno cercato di far indossare un passamontagna che avevano i militari.

Ci sono notizie di altre incursioni militari nelle comunità vicine ma ancora non si sa se i militari sono entrati nei villaggi.


Sempre sul quotidiano La Jornada c'è una dichiarazione stampa di Gonzalo Ituarte, portavoce della Conai che chiarisce e risponde alle accuse della SEDENA di aver diffuso notizie che hanno allarmato la stampa e l'opinione pubblica in attuazione di un vero e proprio piano zapatista di messinscena. Ovviamente sono accuse false e tendono a screditare organismi come la Conai e ONG dei diritti umani, che con il loro importantissimo lavoro sono scomode per i piani governativi di distruzione degli zapatisti.


Pubblicato invece sulla rivista Proceso, il piano operativo dell'Esercito Messicano in Chiapas, in cui già dall'ottobre del 1994 si pianificava l'addestramento e l'utilizzo di bande paramilitari, lo sfollamento della popolazione e la distruzione delle basi d'appoggio dell'EZLN....


(a cura del Consolato Ribelle del Messico-Brescia) <ezlnbsit@mbox.vol.it>

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