ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

4 Novembre 1998

Alla Commissione di Concordia e Pacificazione

Parlamento degli Stati Uniti Messicani

Signore e signori parlamentari:

Per mezzo della stampa nazionale veniamo a conoscenza della vostra lettera diretta a noi. È da lamentare la frivolezza con cui avete accolto la denuncia che abbiamo fatto, però ci dà già un indice del vostro interesse e della disponibilità reale rispetto alla ricerca della pace.

E' da valutare il fatto che ciò che vi interessa è sapere il mezzo attraverso cui comunicherete con noi ed il luogo, la data e l'ora dell'incontro, e non sapere qualcosa su ciò che realmente sta succedendo in queste terre; rispondo alle vostre preoccupazioni:

L'assenza di un'istanza di mediazione per il dialogo (prodotto della "accertata" conduzione del trio Zedillo-Labastida-Orive) rende impossibile definire un canale stabile e di fiducia per lo scambio di una comunicazione ufficiale. Inoltre, la crescente aggressività dei militari verso le comunità indigene e verso i membri della società civile nazionale che si avvicinano alla zona di conflitto, rende enormemente difficile la possibilità di avvicinarci per scambiare messaggi con la Cocopa. Così che, finché queste condizioni persistano, la nostra comunicazione con la commissione legislativa sarà attraverso comunicazioni pubbliche e così dovrà essere pure in senso inverso. Finora così è stato e si è dimostrato efficace. Finché non esista un'istanza di mediazione tra le parti in conflitto o un'istanza di collegamento tra la Cocopa e l'EZLN che conti con tutte le garanzie e le agevolazioni per i suoi fini, la comunicazione pubblica rimarrà il canale adeguato.

L'altra possibilità sono gli incontri diretti tra la Cocopa e una delegazione rappresentativa del CCRI-CG dell'EZLN. Nella zona di conflitto questo è impossibile: l'aviatore Rabasa può dichiarare ciò che vuole, però qua i militari non lo sentono (né molto meno gli obbediscono) ed i pattugliamenti aggressivi e intimidatori continuano. Dopo che voi avete annunciato la vostra decisione di andare a La Realidad con il proposito di "propiziare un incontro con la direzione zapatista", l'Esercito federale ha incrementato i suoi pattugliamenti in questo luogo ed ha aumentato il numero e l'aggressività dei suoi posti di blocco nei dintorni. Secondo quanto abbiamo letto, voi avevate l'intenzione di stare in La Realidad dal 6 all'8 di novembre del 1998 con il fine di "propiziare un incontro con l'EZLN", e di aspettare che in quei giorni la simulazione s'imponga e tutto "sia calmo e normale", però noi non abbiamo potuto nemmeno avvicinarci , perché in tutti questi giorni i militari hanno ostacolato i nostri movimenti. Dal 25 di ottobre quanto meno fino ad oggi, 4 novembre, una colonna di 40 veicoli muniti di artiglieria realizza due pattugliamenti al giorno attraverso la comunità di La Realidad.

Non vale la pena di prestarsi al gioco di moda ("gli zapatisti hanno dei pretesti per il dialogo con la Cocopa"). Così le cose, allora abbiamo deciso incontrarci con voi nel tempo e nel luogo che permetta a noi di partecipare con una delegazione di alto livello, e dove l'opinione pubblica garantisca che ci siano le misure di sicurezza adeguate per questo incontro. Rispondendo alla vostra sollecitudine su luogo, data e ora per un incontro, vi rispondiamo:

Andremo all'incontro e questo si celebrerà nella città di San Cristóbal de Las Casas in due sessioni: il giorno 20 novembre 1998 alle 18:00; e il giorno 22 novembre 1998 nello stesso luogo alle 18:00, entrambi saranno riunioni indipendenti dall'incontro dell'EZLN con la società civile.

Il CCRI-CG dell'EZLN ha già rafforzato la sua delegazione perché l'incontro con la Cocopa sia d'alto livello come la situazione richiede. L'incontro sarà diretto, senza intermediari.

Perché questo incontro si realizzi è necessario che la Cocopa si impegni a garantire la sicurezza e benessere nel trasporto e soggiorno dei delegati della comando zapatista. Per il trasporto sarà necessaria la partecipazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR). I comandanti saranno raccolti il giorno 19 novembre 1998 nei seguenti luoghi: La Realidad, Oventik e La Garrucha. Il giorno 21 novembre 1998 i comandanti ritorneranno ai loro luoghi d'origine, negli stessi punti dove sono stati raccolti. Ci aspettiamo che, a parte il personale del CICR, parlamentari membri della Cocopa si offrano di accompagnare i nostri delegati nei loro trasferimenti di andata e ritorno. Durante il soggiorno, sarà necessario un cordone di sicurezza della Croce Rossa Internazionale oltre a quello della società civile. Il locale per l'incontro Cocopa-EZLN dovrà essere ottenuto e preparato da parte della Cocopa. Inoltre, ci aspettiamo tutte le agevolazioni necessarie per la nostra delegazione durante il suo viaggio ed il suo soggiorno.

Inoltre vi chiediamo di costruire e mantenere condizioni stabili di sicurezza che permettano incontri diretti tra la Cocopa e la direzione zapatista. Il modello precedente cioè che il giorno in cui voi apparite tutto è calmo è una farsa ridicola. Noi non ci presteremo a ciò.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

A nome del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, Novembre 1998.

P.S.: Ignoro se questa lettera vi potrà arrivare prima del vostro viaggio a La Realidad. Ad ogni modo è buono che andiate. Se anche solo per 2 o 3 giorni i militari lasciano in pace questa buona gente, voi siete i benvenuti.


Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno

Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Messico

4 Novembre 1998

Al Popolo del Messico

Ai popoli ed ai governi del mondo

Primo.- Per mezzo di una lettera pubblica, l'EZLN ha comunicato alla Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) la sua risposta positiva alla richiesta di un incontro.

Secondo.- Dovuto all'intensa mobilitazione militare degli ultimi giorni, l'incontro non si potrà realizzare nella comunità indigena di La Realidad, come richiedevano i parlamentari della Cocopa. Grandi colonne di militari hanno impedito alla direzione dell'EZLN di avvicinarsi a questo villaggio e, pertanto, sarà impossibile avere un contatto.

Terzo.- Cercando le migliori condizioni per parlamentari e rappresentanti del CCRI-CG dell'EZLN, abbiamo proposto alla Cocopa che ci siano due incontri nella città di San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, nei giorni 20 e 22 di novembre del 1998, questo con l'obiettivo che l'opinione pubblica nazionale e internazionale, così come la società civile che assisterà all'incontro con l'EZLN dal 20 al 22 correnti, fossero garanti della sicurezza dei delegati zapatisti.

Quarto.- Per il trasporto degli zapatisti, abbiamo sollecitato alla Cocopa che applichi il modello seguito in incontri precedenti di questa istanza legislativa con noi: il trasporto dovrà essere in veicoli del Comitato Internazionale della Croce Rossa, con accompagnamento della società civile e della stampa, e con la presenza fisica di membri della Cocopa. I delegati zapatisti saranno pronti, se ci sono le condizioni di sicurezza, il giorno 19 novembre 1998 nei Aguascalientes di La Realidad, Oventic e La Garrucha, e dovranno ritornare a quei luoghi il giorno 23 novembre 1998.

Quinto.- I governi federale e statale stanno rinnovando il loro impegno per ostacolare le iniziative di pace della società civile, della Cocopa e dell'EZLN. Non è la prima volta che mandano a male degli sforzi di pace. Ci appelliamo alla società civile nazionale e internazionale perché esiga le condizioni necessarie perché questo incontro si realizzi.

Democrazia!

Libertà!

Giustizia!

Dalle montagne del Sudest Messicano

Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Messico, novembre 1998


Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Messico

4 Novembre 1998

Alla stampa nazionale e internazionale

Dame e cavalieri:

Qui ci sono un comunicato e una lettera per la Cocopa. I militari, questo ricorrente ostacolo al processo di pace, di democrazia e di giustizia in Messico negli ultimi 30 anni, tornano alla loro vecchia tattica di dare il via a nuovi operativi per quindi "negoziare" la loro sospensione temporanea. Adesso impongono più pattugliamenti e si dichiarano disposti a "dare dimostrazioni di distensione" sospendendo ciò che prima non esisteva. La tecnica dell'inganno che hanno imparato dai nordamericani (dimenticate il Vietnam?) si completa con la chiara disputa fra Il Crocchetta Albores e il Rabasa per vedere chi dichiara più stupidità.

Tutto va bene basta che continui la guerra nelle montagne del sudest messicano, tutto va bene basta che i militari continuino a ricevere il 130 per cento della loro paga per perseguitare e minacciare gli indigeni (per ammazzarli non si fanno pagare, lo fanno gratis).

Mentre, l'uomo del "no cash" prepara banchetti per Chirac e valige per il Giappone, non c'è dubbio che ci sono segnali ignobili. L'assassinio di connazionali e la persecuzione di stranieri sale nel conto dell'attuale governo, così che "quando Pinochet vedi giudicare, metti i tuoi conti bancari a lavare". In Messico Labastida si sfrega le mani: dopo aver fallito in Chiapas e nella sicurezza pubblica, vede nel Foboproa il trampolino per lanciarsi verso il 2000 (qualcuno lo potrebbe avvertire che nella piscina non c'è acqua?), Orive istruisce il suo pupillo nella Cocopa, Gurría fa pratica di fronte allo specchio. E Ortiz? Lui suda, che cos'altro potrebbe fare? Tutti tacciono la verità: saliranno le tasse, scenderanno gli indici di crescita economica, saliranno i prezzi, scenderanno i salari, salirà il numero dei disoccupati e scenderà quello dei ricchi (però saranno più ricchi). In fine, il paese "é calmo". O no?

Bene. Saluti e un abbraccio che arrivi fino a Nicaragua, El Salvador e Honduras. Non c'é dubbio che la morte sia innamorata della povertà.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, novembre 1998.

P.S.: Mascherata da graffite zapatista:

Mortalmente morta morirà la morte. Di morte la ammazzeremo, di vita.

P.S.: Che racconta una favola del Giorno dei Morti: È abitudine dei nostri popoli, il mettere un'offerta per i morti nelle feste che vanno dal 31 ottobre all'alba del 2 novembre di ogni anno. Oltre a fiori e ornamenti fatti con carta cinese, in mezzo a due candele, si collocano alcuni alimenti di quelli che piacevano di più al defunto e, se fumava, un po' di tabacco. Alcuni dicono che questa offerta è per ricordare al morto che ha ancora radici nella vita, che in altri cammina, che in altri continua. Altri dicono che questa offerta è per il morto se viene e ha necessità di alimenti e di riposo, é perché quello che voleva non lo ha ottenuto e così il defunto cammina ancora cercando. La ricerca può durare molto tempo, però il morto non si da pena perché sa che ogni anno può ritornare dai suoi per recuperare forza e coraggio e proseguire così il suo cammino.

Per ricordargli che ha ancora radici da questa parte e che in noi cammina e prosegue, e affinché recuperi forze e speranze nella sua ricerca, è così che ogni anno noi zapatisti mettiamo una offerta per Pedro (caduto in combattimento nel 1974, rialzatosi di nuovo, di nuovo caduto combattendo nel 1994, rialzatosi di nuovo, lottando sempre). All'alba di ogni 2 novembre, migliaia di offerte in altrettante case indigene brillano per Pedro.

Negli ultimi quattro anni, don Jacinto si offriva a vegliare l'offerta che mettevamo per Pedro nel Quartier Generale dell'EZLN. Ogni anno, la mattina del 2 novembre, gli alimenti e il tabacco posti sul tavolino, sparivano. All'alba incontravamo don Jacinto che usciva dalla stanza dell'offerta, lo salutavamo e lui rispondeva dicendo "il morto è arrivato, ha mangiato e bevuto, e si é fumato il tabacco". Tutti sapevamo che era don Jacinto che si era mangiato il piattino col pane e le due arance, che si era bevuto il caffè senza zucchero che piaceva molto a Pedro e che si era fumato il pacchetto di sigarette (24 mozziconi erano lì sparsi). Tutti lo sapevamo. Adesso non più.

Don Jacinto è morto alcune settimane fa', dopo essere stato picchiato brutalmente in uno degli attacchi dello "Stato di DIRITTO contro i municipi autonomi indigeni. Don Jacinto non è morto, mi dice su figlio, lo hanno ammazzato. E mi spiega che non è lo stesso morire di morte morta o di morte ammazzata.

Ogni anno dal 1994, l'offerta per Pedro rimaneva vuota all'alba del 2 novembre. Tutti sapevamo che don Jacinto si era reso conto dell'offerta durante la veglia. Tutti lo sapevamo. Adesso non più. Il 31 ottobre 1998, abbiamo messo l'offerta come di abitudine, però ora con la pena extra di sapere che don Jacinto non c'era più per vegliare e rendersi conto del pane, delle arance, del caffè e del tabacco, come tutti sapevamo. La mattina di questo 2 novembre siamo andati a pulire e abbiamo trovato il piatto del pane vuoto, le bucce delle arance, la tazza del caffè con i fondi, e i mozziconi al suolo. Un fatto curioso, le bucce e i mozziconi erano ai due lati della tavola, in parti uguali: 12 mozziconi a un lato e 12 all'altro, la buccia di un'arancia a un lato e l'altra all'altro. Ci guardiamo tutti e stiamo zitti, solo la Mar ha detto: "l'anno che viene bisogna metterne il doppio".

Noi tutti sapevamo che l'offerta di Pedro all'alba era vuota perché don Jacinto se ne rendeva conto . Tutti lo sapevamo. Adesso non più.

Tutto questo é successo all'albeggiare del mese di novembre nel 1998, nel quindicesimo anno della ribellione armata e quinto della guerra contro l'oblio, nelle montagne del sudest messicano, angolo degno della Patria, nell'America che chiamano "Latina", nel terzo pianeta del sistema solare, giusto quando nella malconcia ruota della storia sta per spegnersi un secolo che alcuni chiamano "Venti", e tutto questo l'ho scritto in fede perché rimanga nella memoria collettiva, che è un altro modo di dar nome al domani.

P.S.: Per il febbraio che si nasconde in novembre: Adesso siamo più e più forti. Sono arrivati tutti i nostri morti. E così sono fatti i nostri morti: ci fanno grandi. Grandi noi, così piccoli...

El Sup chiedendo il suo teschietto.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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