S.C.L.C
Mercoledi, 4 marzo 1998
Rapporto di Miguel, campamentista di Roberto Barrios, acquisito
a seguito di tre distinti racconti fatti dai membri della comunità
di Agua Blanca, attualmente desplazados a Nueva Merida, che si
rivolsero a questo Accampamento Civile per la Pace per raccontare
i fatti e per chiedere agli accampamentisti di andare a vedere
direttamente.
Nella comunità di AGUA BLANCA , municipio di Palenque, l'anno scorso, le autorità priiste decisero di imporre il pagamento di una imposta relativa al lavoro della terra ed all'utilizzo dell'elettricità. Circa 165 persone (in maggioranza chol e teztal) della società civile e simpatizzanti EZLN non accettarono questa imposizione e si rifiutarono di pagare. Allora gruppi di paramilitari della zona li obbligarono ad andarsene a colpi di fucile il 4 di febbraio 1997.
Scapparono e si andarono a rifugiare nella comunità di Nuovo Merida, a otto chilometri da Agua Blanca, dove il 13 di dicembre decisero di fondare un "quartiere" (anexo), piccolo, che potesse ospitare tutti i rifugiati, per evitare che si stipassero nella chiesa della comunità. Lo chiamarono "Anexo S. Felipe".
Il 21 febbraio i paramilitari di Agua Blanca, andarono a cercare i rifugiati di San Felipe e li trovarono mentre stavano lavorando. Iniziarono a sparargli addosso, ma i campesinos scapparono e due paramilitari risultarono feriti dai loro stessi colpi. Con la scusa di questi feriti, imputati agli abitanti di San felipe, il 25 di febbraio, corre voce tra i rifugiati che stanno arrivando 20 poliziotti della Sicurezza Pubblica accompagnati dai paramilitari. I rifugiati scappano una volta ancora verso la montagna dove rimangono una settimana, aspettando che poliziotti ed i paramilitari se ne vadano.
Si riuniscono e decidono di ritornare a Nuevo Merida e, per maggiore
protezione e sicurezza, non ritornano nell'anexo di San Felipe,
ma vivono attorno alla chiesa.
Al momento attuale delle 165 persone, ne rimangono 140 a Nuovo Merida, mentre le altre si sono spostate in altri villaggi. Hanno problemi di salute: i bambini hanno la bronchite, i vecchi ed alcune donne non si sono ancora ripresi. La maggior parte vive in una capanna di circa 120 metri quadrati, col tetto di plastica, al lato della chiesa. Alcuni hanno trovato ospitalità in case private del villaggio. Le latrine sono poche e molto lontane da dove sono ubicati questi rifugiati.
Ci sono evidenti problemi alimentari: hanno con loro solamente
le cose che avevano addosso e che poterono prendere quando scapparono
per la seconda volta, cioè quando da San Felipe andarono
in montagna. Non poterono curare la piantagione di mais e neppure
raccogliere le piante di "chile" che in alcuni casi,
vennero rubate dai paramilitari. Per cercare di conseguire un
poco di denaro, gli uomini hanno lavorato come salariati per altri
contadini della zona, ma adesso il lavoro è finito e quindi
non hanno più possibilità di guadagnare quel poco
di soldi per il cibo.
Quello che vogliono è ritornare a San Felipe per ricominciare
a lavorare i campi, ma hanno paura perché è una
zona molto esposta ed i paramilitari possono ritornare in qualsiasi
momento. Stanno chiedendo l'invio di una carovana civile per la
pace per aiutarli a rientrare nelle loro case, altrimenti i paramilitari
li scacceranno nuovamente. Sanno che queste bande di paramilitari
si stanno organizzando anche con gente di fuori da Agua Blanca,
e per questo chiedono l'appoggio della società civile.
C'è un'altra questione molto importante e grave che gli
attuali rifugiati stanno mettendo in evidenza. Dato che fuggendo
da Agua Blanca, hanno lasciato le loro terre, ora, i priisti che
sono rimasti in quella comunità pensano di approfittare
di questo fatto per impossessarsi delle terre dei rifugiati, per
venderle. Quindi gli abitanti di Agua Blanca, rifugiati a Nuovo
Merida stanno chiedendo appoggio giuridico per fare una denuncia
in proposito alla Procura Agraria dello Stato del Chiapas.
Nel racconto che i campesinos rifugiati fanno agli accampamentisti,
riuniti nel consultorio di Nuovo Merida, citano Nicolas Cruz Dias,
priista e campesino come loro, ma che possiede una camionetta
e con questa, si dedica al contrabbando di legname, con il quale
si arricchisce. Dicono che a seguito di un assalto che subì
durante un trasporto illecito di legname, incolpo` i contadini
simpatizzanti dell'EZLN e la società civile e da qui si
scatenò tutto il problema descritto. Lui è quello
che ha cominciato ad organizzare i gruppi paramilitari di Agua
Blanca. Lui è uno di quelli che hanno cominciato a vendere
i pezzi di terra abbandonati dai rifugiati e rappresenta il fulcro
del problema. I rifugiati dicono di averlo denunciato il 5 di
febbraio, per aver venduto due pezzi di terreno che non gli appartenevano
ed aver inviato la denuncia al Fray Bartolomè de las Casas.
Infine i membri dell'accampamento di Roberto Barrios sono stati
accompagnati a visitare l'Anexo di San Felipe. Le 17 case costruite
sono in legno, ben fatte, sono vicine ai campi di mais e quindi
sarebbe opportuno che i rifugiati vi potessero fare ritorno.
a cura di Massimo Boldrini
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