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PRIGIONIERI POLITICI IN CHIAPAS

LA SITUAZIONE NEL CARCERE DI CERRO HUECO




Marzo 1998

RAPPORTO DI GLOBAL EXCHANGE SUI PRIGIONIERI POLITICI IN CHIAPAS



 

PRIGIONIERI POLITICI IN CHIAPAS

Il massacro di 45 indigeni da parte di uno squadrone della morte pro-governo il 22 dicembre del 1997 ha attirato l'attenzione internazionale sulla guerra di bassa intensità portata avanti dal governo messicano contro gli indigeni dello stato del sudest messicano: il Chiapas. Mentre lo sguardo di tutto il mondo si è concentrato su questa atrocità, altre vittime della guerra sporca del governo illanguidiscono senza far notizia nelle prigioni dello stato.

Questi prigionieri, tutti legati a gruppi che si oppongono al PRI, sono incarcerati solo per il loro pensiero e per associarsi politicamente. Nel mese di gennaio, Global Exchange si è riunita con la Voz de Cerro Hueco, un'organizzazione di prigionieri politici messicani che rappresenta i detenuti, per sollecitare le autorità messicane che pongano in atto provvedimenti urgenti per liberare i prigionieri politici del Chiapas.

 

LA VOZ DE CERRO HUECO

La Voz de Cerro Hueco è un'organizzazione di prigionieri formatasi a luglio del 1996 per richiamare l'attenzione sulla situazione degli indigeni che sono stati incarcerati dalle autorità dello Stato del Chíapas: La maggioranza di questi detenuti si trovano a Cerro Hueco, una prigione di massima sicurezza nella capitale dello Stato, Tuxtla Gutierrez.

I prigionieri sono stati accusati di una serie di crimini, tra i quali: sequestro, furto, ribellione, stupro e assassinio. In tutti i casi si producono notevoli lacune nella prassi adottata dai giudici messicani per la detenzione e la carcerazione di questi prigionieri. E' più che evidente che i crimini dei quali sono accusati possono essere stati commessi da altre persone. In alcuni casi i testimoni sono stati pagati o minacciati affinché accusassero falsamente i detenuti. Tutti i prigionieri fanno parte di gruppi che si oppongono al PRI nel Chiapas: sono, per esempio, membri dell'EZLN e del PRD.

Per quanto riguarda i prigionieri di Cerro Hueco dall'inizio fino alla fine del processo di incarcerazione, il governo messicano ha violato costantemente i diritti umani e i diritti ad un processo giusto nel caso dei prigionieri politici.

 

ARRESTI

Per le pressioni delle proteste nazionali ed internazionali, il governo messicano ha arrestato alcuni membri del gruppo paramilitare che ha compiuto il massacro di Acteal alcune settimane fa. Tuttavia, la maggior parte degli arrestati sono stati simpatizzanti zapatisti. Dirigendo la campagna di arresti contro i capi e i membri dell'opposizione, il governo messicano ha cercato, in questo modo, di intimorire le comunità zapatiste e di condurle al silenzio. Persino quando i gruppi paramilitari del PRI hanno istigato alla violenza, per tali fatti sono stati arrestati i membri dell'opposizione. In alcuni casi gli arresti sono stati effettuati con l'assistenza dei gruppi paramilitari, violando la legge messicana.

 

DETENZIONI

Nel corso delle detenzioni, la polizia interroga frequentemente i prigionieri sulle loro conoscenze del movimento zapatista, facendo loro pressioni con il fatto che saranno accusati di crimini che non hanno mai commesso. La polizia utilizza spesso anche la tortura per strappare le confessioni. Gli accusati non hanno mai a disposizione avvocati o traduttori (i prigionieri spesso parlano idiomi indigeni e conoscono molto poco lo spagnolo), in aperta violazione della legge messicana.

 

INDAGINI GIUDIZIARIE

Le investigazioni giudiziarie nel caso di membri dell'opposizione sono particolarmente rapide e superficiali. In alcuni casi i procuratori hanno fatto pressioni e forzato i testimoni a deporre false testimonianze contro i membri dell'opposizione. Poiché il Messico non dispone di un sistema di giurati (ossia un gruppo di cittadini decide se esistano sufficienti evidenze per iniziare un processo penale), la decisione ricade sul giudice, il quale decide se proseguire o no con il processo. Dato che nella maggior parte dei casi i giudici sono stati collocati dal PRI decidono di continuare il processo pur in assenza di evidenze (mancano testimoni oppure l'accusato non è stato chiaramente identificato), cosa che in cause non politiche comporterebbe la chiusura del caso.

 

PROCESSI

Durante i processi, i giudici frequentemente permettono violazioni dei diritti dei prigionieri politici. I testimoni non compaiono durante il processo per poter rendere più solide le loro testimonianze scritte, in violazione del diritto, previsto dalla legge messicana, dell'accusato di potersi confrontare con il suo accusatore.
Gli avvocati d'ufficio della difesa sono spesso carichi di lavoro, mai preparati e con pregiudizi nei confronti di clienti indigeni. I processi ai prigionieri politici sono condotti con una tale rapidità che risulta impossibile portare innanzi una difesa adeguata dei prigionieri.

 

SENTENZE

I prigionieri politici ricevono spesso le pene massime applicabili dalla legge messicana; alcuni prigionieri politici stanno attualmente scontando pene a 15 o più anni di prigione.

 

RICORSI

Sebbene gli avvocati abbiano presentato prove di arresti illegali o di violazioni al diritto processuale e dei diritti umani, i giudici incaricati di avvalorare i ricorsi, collocati dal PRI, hanno dimostrato un'allarmante mancanza di oggettività quando hanno esaminato queste violazioni. Pochi prigionieri politici sono stati liberati grazie ad un ricorso.

 

CONDIZIONI NELLE PRIGIONI

Le prigioni sono completamente sovraffollate. La prigione di Cerro Hueco ospita 800 prigionieri, sebbene il numero previsto sia di 300. I prigionieri dormono su tavole appoggiate al suolo, in assenza di servizi sanitari e di una protezione minima della salute. Le condizioni violano gli accordi internazionali che il Messico ha riconosciuto. Inoltre, le famiglie indigene dei prigionieri politici raramente sono in grado di sobbarcarsi un lungo e caro viaggio alla prigione per visitare i loro familiari là rinchiusi.

 

CAMPAGNA PER I PRIGIONIERI POLITICI

Sebbene vi siano stati scioperi della fame e un presidio di due mesi di fronte al Capitolio del Estado per chiedere la liberazione dei prigionieri politici, solo in pochi hanno ottenuto la libertà.
Quelli liberati erano i capi di La Voz de Cerro Hueco, con il chiaro intento da parte dello stato di disarticolare il movimento dei prigionieri.
Il 19 dicembre del 1997 la Voz de Cerro Hueco ha sollecitato una campagna internazionale per far conoscere gli abusi ai diritti umani dei prigionieri e per lavorare per la liberazione dei prigionieri politici in Chiapas. Questa organizzazione di prigionieri politici invita ad utilizzare tutti gli incontri pubblici per denunciare l'esistenza di prigionieri indigeni incarcerati ingiustamente in Chiapas, vittime della guerra di bassa intensità condotta dal governo messicano.
In risposta alla richiesta dei prigionieri e riconoscendo la sua importanza per il ristabilimento del processo di pace in Chiapas, Global Exchange sta lanciando una campagna per far pressioni sul governo messicano perché liberi immediatamente tutti i prigionieri politici in Chiapas.

 

Per avere più informazioni su questi casi, comprese testimonianze dei prigionieri, vedere in Internet: http://www.globalexchange.org

Global Exchange

2017 Mission St., Rm. 303

San Francisco, CA 94110

Tel.:415.255.7296 Fax: 415.255.7498

 

Global Exchange è un'associazione internazionale di Diritti Umani che si trova a San Francisco. Ha una presenza fissa a San Cristóbal de Las Casas. Quest'associazione in Messico si propone di fornire un supporto alle organizzazioni democratiche del Messico informando ed educando la comunità internazionale sulla realtà messicana e sulla necessità di un cambiamento nella politica degli USA. Dall'inizio del 1994 abbiamo organizzato una trentina di delegazioni di diritti umani in Chiapas e in altre zone dei Messico, incluse cinque delegazioni di osservatori elettorali. Queste delegazioni hanno giocato un duplice ruolo: appoggiare gli attivisti di pace in Messico e informare un gruppo di comunità internazionali perché facessero pressioni al fine di conseguire cambiamenti politici in Messico.

 


 

CERESO n° l - Cerro Hueco, Tuxda Gutierrez, Chiapas,

1 Aprile 1997

Al comitato di solidarietà internazionalista in Italia

I sottoscritti, facenti parte del Movimento Statale di prigionieri politici indigeni La Voz de Cerro Hueco, con base nei municipi di Tilas, Sabanilla, Tumbalá, Salto de Agua, Chilón, San Cristobal de Las Casas, Las Margaritas e altri, manifestano ciò che segue.

Siamo un gruppo di indigeni che, a causa della negligenza del governo statale e delle autorità, siamo stati costretti ad organizzarci per esigere la giustizia che in quanto indigeni meritiamo, poiché ci troviamo privati della nostra libertà, accusati di delitti prefabbricati da parte di gruppi che si vendono allo stato e che si fanno chiamare Paz y Justícía, Guardias Blancas, Chinchulines, i quali, insieme ai caciques (caporali) paramilitari, ed in accordo con la Pubblica Sicurezza e la polizia giudiziaria ci perseguitano, ci imprigionano, ci linciano, ci torturano e ci minacciano di morte, per farci confessare delitti che non abbiamo commesso, solo perché facciamo parte di organizzazioni sociali non governative.

Come integranti dell'organizzazione La Voz de Cerro Hueco decidemmo di realizzare una forma di resistenza civile e pacifica attraverso uno sciopero della fame nel mese di settembre, per la durata di sei giorni, trascorsi i quali fummo ingannati dal sottosegretario di governo Uriel Joaquén Galvez. Questi firmò infatti un foglio nel quale si impegnava a insediare una commissione di giustizia, cosa che non fu poi compiuta. Passarono i giorni, e rendendoci conto che gli accordi firmati rimanevano lettera morta, ci vedemmo costretti a riprendere la nostra resistenza civile e pacifica con uno sciopero della fame della durata di 40 giorni. Alla data del 14 novembre 1996, fu nuovamente firmata una lettera di accorso con il Tribunale Superiore di Giustizia, nella quale quest'ultimo si impegnava a realizzare un'investigazione sul luogo dei fatti per raccogliere informazioni sulla nostra innocenza. Portata a termine tale investigazione sul luogo dei fatti risultò tutto positivo per gli imputati, dal momento che il dott. Noé Castanon León, presidente del Supremo Tribunale di Giustizia, dichiarò che, alla luce dei risultati dell'investigazione, saremmo stati rimessi tutti in libertà. Ma sono passati ormai vari mesi e nessuno degli imputati ha riottenuto la libertà promessa.

Noi indigeni pensiamo che per nessun motivo possiamo continuare ad essere privati della nostra libertà, sussistendo sufficienti prove della nostra innocenza e del fatto che si tratta di delitti prefabbricati.

Per questo ci rivolgiamo a voi per trovare un eco a La Voz de Cerro Hueco, perché ci diate la vostra solidarietà e ci offriate l'aiuto necessario a esigere dal governo Statale e Federale la nostra immediata libertà.

Quelli che maggiormente soffrono a causa di questa situazione sono le nostre famiglie, che sono dovute fuggire dalle loro case, perdendo tutte le loro cose, a causa delle differenze sociali, ideologiche e politiche che esistono nello stato del Chiapas ed a causa dei gruppi del PRI che provocano una guerra di bassa intensità perseguitando, in accordo con la Pubblica Sicurezza e la polizia giudiziaria, gli indigeni che fanno parte delle organizzazioni non governative.

Il governo non ha dato nessuna soluzione al problema delle famiglie esiliate e dei prigionieri politici della zona Nord del Chiapas.

Speriamo che voi possiate prendere in considerazione la nostra triste situazione e che possiate offrirci il vostro appoggio.

Fraternamente, per una libertà giusta e degna.

Il Movimento Statale dei Prigionieri Politici Indigeni

 


 

Tratta da BLUE LINE (periodico di informazione internazionale)

AZIONE URGENTE: ORA E' IL MOMENTO PER LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI IN CHIAPAS

 

Il 29 di gennaio il governo del Chiapas ha liberato un prigioniero politico, Carmen Cruz Gomez, rinchiuso nella prigione di Cerro Hueco. Il governo ha promesso, inoltre, di rivedere le pratiche di altri nove prigionieri politici, ma ancora non ne ha liberato nessuno. Questi prigionieri, simpatizzanti zapatisti, sono stati arrestati con false accuse , alcuni di loro hanno subito torture, interrogatori senza avvocati ed altre violazioni dei diritti umani, sono state strappate loro confessioni forzate, proprio mentre stavano sotto la custodia del governo messicano. I prigionieri sono tutti membri dell'organizzazione dei prigionieri politici: La Voz de Cerro Hueco.

All'inizio di febbraio, il governo del Chiapas ha liberato 300 prigionieri comuni, che erano stati incarcerati per delitti comuni di minor entità. La liberazione è stata presentata come un gesto verso la pace. I gruppi di appoggio ai prigionieri politici continuano a far pressione sul governo perché liberi i veri prigionieri politici, membri de La voz de Cerro Hueco. La liberazione di questi prigionieri politici sarebbe un importante passo verso il ripristino delle negoziazioni di pace, dato che questo è uno dei cinque punti che l'EZLN chiede sia compiuto per riprendere il dialogo.

Per favore scrivete al governo del Chiapas; crediamo sia importante:

PER LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI IN CHIAPAS

Invitiamo a inviare lettere, fax, e-mail urgenti (come quella che segue) a:

Arely Madrid Tovilla
Secretaria de Gobierno
Paiacio de Gobierno, 2° piso
Av. Centrai y Segunda Ote, Col. Centro
Tuxtia Gutierrez, Chiapas 29000
Fax 011-52-961-32458

Lic. Roberto Albores Guillén
Gobernador del Estado de Chiapas
Palacio de Gobierno
Av. Central y primero Ote, col. Centro
Tuxtla Gutierrez, Chiapas 29009
Tel/fax 011-52-961-20917.

Dr. Ernesto Zedillo Ponce de Leòn
Presidente de la Republica
Palacio Nacional
México, D. F.06067
Fax 011-52-5271-1764
E-mail: webadmon@op.presidencia.gob.mx

Lic. Francisco Labastida Ochoa
Secretario de Gobernación
Bucareli 99, 1' piso
Col. Juarez
México D. F. 06699
Fax 011-52-5 546 5350.

Con la siguiente queremos expresar nuestra gran preocupación por las continuas violaciones de los derechos humanos en el estado de Chiapas, y en particular por la condición de los presos politicos en este estado de México.

La liberación del prisionero polìtico Carmen Cruz Gomez es seguramente un gesto positivo de parte de las autoridades. Sin embargo este gesto deberìa estar seguido por un paso màs decidido y concreto hacia la paz en la región, o sea la liberación de todos los presos poiíticos que se encuentran detenidos en Chiapas, sobre todo en el penitenciario de Cerro Hueco.

En particular, debec&an ser puestos en libertad immediatamente los 46 integrantes dei colectivo de detenidos La Voz de Cerco Hueco, que se encuentran detenidos en dicho penai, y que han sido aprisionados sin cargos y sóio por motivos políticos. El arresto ilegal y las torturas que estas personas han sufrido de parte del estado mexicano, son violaciones gravísimas de los derechos humanos. Su lìberación seria un gesto concreto de reparación a una injustícía íntolerable para todo democratico. La opinión pública internacional conoce muy bien las violaciones de los derechos humanos, los acosos y las violencias con las que el ejercito mexicano y las bandas de paramilitares "guardias blancas" azotan a las poblaciones indìgenas de Chiapas, y en particular a las personas y las comunidades simpatizantes del movimiento zapatista.

Esperamos que el gobierno chiapaneco y el gobierno federal de México quieran impedir de una vez estas graves violaciones que son una verguenza a los ojos de todo el mundo.

El respeto de los derechos fundamentales de los hombres y mujeres chiapanecos son elemento imprescindible para poder emprender el camino de una paz justa y digna, o sea de la paz verdadera.

 


 

COMMISSIONE CIVILE INTERNAZIONALE DI OSSERVAZIONE PER I DIRITTI UMANI: RAPPORTO DELLA VISITA AL CARCERE DI CERRO HUECO

 

(21 febbraio 1998)

Otto persone integranti della Commissione, fra i quali José Luis Humanes, Luis Nieto Pereira, Paloma Martìn Torpedo, Yves Bonnardel, Monserrat Ramìrez e due membri dei gruppo video del sindacato CGT della Spagna, si sono recate al carcere di Cerro Hueco, accompagnate da Javier Elorriaga, ex-detenuto di Cerro Hueco e dall'avvocato Miguel Angel de los Santos.

I membri di questa delegazione sono stati ricevuti dal direttore del CERESO (Centro di Prevenzione e Riadattamento Sociale), il sig. D. Edoardo Coutinho Arrazola, che ha loro spiegato la situazione in cui si trova il carcere, fornendo fra gli altri i seguenti dati:

Il sig. Coutinho ha dichiarato anche che l'ambiente del carcere è relativamente tranquillo e non si presentano conflitti o problemi gravi.

Alla domanda se pensa che esistano prigionieri detenuti illegalmente ha risposto di non saperlo dal momento che le sue competenze si limitano alla gestione del carcere e non possiede la giurisdizione su assunti legali o giuridici. Quando gli è stato chiesto se a Cerro Hueco ci siano prigionieri politici, il sig. Coutinho ha risposto che è difficile da determinare perché loro non fanno domande sulle idee dei prigionieri, sebbene abbia sostenuto che potrebbero essere una trentina. La delegazione ha poi visitato le strutture del carcere, comprese l'infermeria, l'area di attenzione psicologica, e quella di assistenza giuridica, constatando la precarietà e la mancanza di mezzi di queste istanze. Ha visitato anche la Cella di Osservazione e Classificazione, le celle comuni e i bagni.

All'uscita vari prigionieri indigeni aspettavano per manifestare la loro condizione di prigionieri politici. Hanno spiegato che si trovano in prigione per il solo fatto di appartenere a diverse organizzazioni politiche, fra le quali il PRD, sebbene le accuse che sono loro imputate siano delitti comuni attribuitigli ingiustamente. Fra questi delitti figurano l'omicidio, la frode, la violenza...

Questi prigionieri indigeni hanno consegnato agli integranti della commissione dei Diritti Umani relazioni scritte ed hanno manifestato l'opinione che l'80% dei prigionieri in questo carcere siano innocenti dei delitti che gli sono imputati.

La commissione ha avuto anche una riunione con 32 persone del collettivo "La Voz de Cerro Hueco", persone che dicono di essere simpatizzanti o basi di appoggio dell'EZLN e che hanno dichiarato di trovarsi in carcere per motivi strettamente politici.

I membri di questo collettivo hanno assicurato che non sono veritiere le dichiarazioni del governo nelle quali affermano di aver liberato 300 prigionieri delle basi di appoggio dell'EZLN. Delle persone che sono state scarcerate solo sei sono loro compagni.

Una decina di questi prigionieri hanno esposto il loro caso particolare e hanno comunicato agli incaricati della Commissione che le denunce che hanno originato le loro detenzioni sono state fatte da membri del PRI, così come da integranti del gruppo paramilitare di Paz y Justicia o da agenti della Polizia di Pubblica Sicurezza.

Due di loro, per esempio, hanno testimoniato di essere stati ingiustamente accusati da membri della polizia giudiziaria di possedere armi da fuoco. Queste due persone hanno dichiarato di essere state colpite, torturate e alla fine condannate, rispettivamente, a tre e sei anni di prigione.

I membri della commissione hanno anche ascoltato la testimonianza di una persona che è stata agente dell'autorità autonoma del suo municipio -in ribellione- che dopo aver celebrato un processo contro un'altra persona (secondo le leggi autonome indigene) è stato accusato di sequestro per questo fatto davanti alle autorità di polizia e alla fine condannato. Questa persona si trova in prigione dal 16 ottobre del 1997.

Un'altra persona accusata di omicidio -ingiustamente, secondo la sua testimonianza- ha dichiarato di essere stata detenuta dalla polizia di Pubblica Sicurezza e da membri di Paz y Justicia e di essere stato condannato a 15 anni di prigione senza che i suoi accusatori si siano mai presentati al processo.

Tutti gli intervistati hanno dichiarato di provenire da popolazioni di desplazados a causa del conflitto che si vive in Chiapas, di scontare già da molti anni la condanna e di non aver potuto ricevere visite dei loro familiari a causa della distanza e della mancanza di mezzi economici. Nello stesso tempo hanno dichiarato che la loro condizione di detenuti rende molto difficile la sopravvivenza delle loro famiglie, poiché ad esse sono venute meno le entrate che potevano avere con il loro lavoro.

La mancanza di mezzi comporta loro anche un problema quotidiano poiché non si possono permettere di pagare, per esempio, coperte e materassi su cui dormire o medicine, che mancano nell'infermeria del carcere.

Dopo questa intervista, la delegazione aveva un appuntamento con il Sottosegretario del Governo, che ha dichiarato che una delle principali preoccupazioni del governo di Roberto Albores Guillén è il miglioramento delle carceri: prova di ciò era la stessa presenza di osservatori di Diritti Umani all'interno del carcere.

Gli integranti della commissione non hanno potuto visitare la cella di punizione, chiamata "Celda Negra", della quale sono venuti a conoscenza grazie alle testimonianze di vari reclusi. Le autorità del carcere hanno dichiarato che questa non veniva usata da vario tempo.

Da ultimo il Sottosegretario di Governo dello Stato si è congedato per andare ad assistere alla liberazione di cinque prigionieri, alcuni di loro prigionieri comuni, altri membri del collettivo La Voz de Cerro Hueco, che ha avuto luogo dinanzi agli occhi dei commissari.

 


 

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México

27. 2. 1998

ALLA STAMPA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
ALLE ORGANIZZAZIONI INDIPENDENTI DI DIRITTI UMANI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
ALLA SOCIETA' CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

 

Noi, i tre integranti de La Voz de Cerro Hueco, che abbiamo ottenuto la libertà il 25 di febbraio di quest'anno alle 8 di sera e che ci consideriamo prigionieri politici ingiustamente detenuti ed incarcerati, dichiariamo quanto segue:

1) I governi statale e federale continuano a manipolare tutta l'informazione rispetto al conflitto che stiamo vivendo nel nostro stato (principalmente nella zona Nord, negli Altos e nella Selva), creando un clima di ostilità e disinformazione, nel tentativo di arrestare le giuste battaglie e richieste dei popoli e delle comunità del Chiapas in particolare e della Società Civile nel suo insieme.

2) Non dobbiamo assolutamente ringraziare i governi federale e statale per la nostra liberazione, dato che sono essi la causa e i colpevoli delle nostre sofferenze e delle ingiustizie. Sono le differenti istanze del Governo che ci umiliano, denigrano e calpestano i nostri più elementari diritti di cittadini messicani, sono essi che ci imprigionano ingiustamente e inventano per noi delitti, senza permettere che i nostri testimoni depongano a nostro favore, perché anche su di loro vigono ordini di cattura.

3) Nei discorsi e nelle dichiarazioni i governi del Messico pretendono di far credere all'opinione pubblica che è loro volontà quella di dare soluzione per vie pacifiche al conflitto con l'EZLN; però nei fatti negano qualsiasi possibilità di lotta e soluzione pacifica alle nostre richieste.

Per quanto precedentemente detto:

esigiamo il totale compimento della liberazione di tutti i prigionieri politici presunti zapatisti, basi di appoggio e membri de La Voz de Cerro Hueco; ricordiamo al governo che questa è una delle cinque condizioni minime espresse dall'EZLN per riannodare il dialogo alla ricerca di una PACE GIUSTA E DEGNA PER TUTTI I MESSICANI

FRATERNAMENTE

Guadalupe Hemandez

J. Salvador Yaíiez

M. Carmelo Perez L.

 


 

Tuxtla Gutierrez -Chiapas 26. 2. 1998

Cereso n. 1 Carcere di Cerro Hueco

AL POPOLO DEL CHIAPAS E DEL MESSICO
ALLE ORGANIZZAZIONI SOCIALI INDIPENDENTI E NON GOVERNATIVE
ALLA STAMPA LOCALE, NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

 

Fratelli del Chiapas, vogliamo aiutarvi tutti; anche noi, i prigionieri politici indigeni, siamo al cento per cento del Chiapas.

Siamo stati imprigionati ingiustamente a causa della guerra di bassa intensità. Fratelli e sorelle. Non è possibile che non sappiamo ciò che sta succedendo nel nostro territorio del Chiapas visto che l'ondata di violenza continua: anche se il governo denuncia l'ingerenza di idee straniere, sappiamo che non è vero; non abbiamo bisogno delle idee di stranieri, anche noi sappiamo organizzarci. Vogliamo che voi, come popolo, sappiate che noi siamo a conoscenza di ciò che sta accadendo nel nostro stato, di ciò che è stato diffuso in altri paesi sulla nostra problematica (dato che il governo cerca di nascondere ciò che avviene alle diverse organizzazioni nel nostro paese). Per questo invitiamo tutti i cittadini del Chiapas ad impegnarci tutti nella pacificazione perché il nostro problema non riguarda solo il Chiapas, ma tutto il Messico.

Pretendiamo dal governo del Chiapas e del Messico il compimento degli accordi di San Andrés, firmati dall'Ezln e dal potere esecutivo federale, dato che quelli rappresentano la vera pace: non ci possono essere altri accordi di pacificazione, dato che non è un gioco ciò che è stato stabilito in quell'accordo.

La violenza è latente e continua, come nel caso della zona Nord dello stato, dove è stato assassinato selvaggiamente dal gruppo Paz y Justícia un nostro compagno, base d'appoggio dell'EZLN, José Tila Lopez Garcìa, della comunità Yochija (municipio di Tila). Nonostante questi atti illeciti, sebbene questi paramilitari vengano denunciati, di fatto i responsabili materiali non vengono mai detenuti, dato che godono della protezione delle autorità del governo. Questo fa sì che non decolli il processo di pace.

Il gioco sporco è il seguente: nonostante siamo noi che veniamo uccisi, che veniamo detenuti in quanto basi d'appoggio zapatiste, tuttavia affermano che noi siamo i violenti e i paramilitari priisti sono i giusti. L'EZLN non è sorto per uccidere o per reprimere ed intimorire il popolo, ma per liberarlo e per far conoscere l'emarginazione e l'estrema povertà in cui viviamo noi messicani indigeni e non indigeni; inoltre noi non cerchiamo il potere, come hanno fatto i piccoli gruppi paramilitari, per continuare ad ingannare il popolo, mossi dalla loro aspirazione al denaro e al potere. Inoltre è importante segnalare che l'EZLN non persegue una dottrina religiosa ma l'autentica libertà, democrazia e giustizia.

Gli osservatori della Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani sono stati ostacolati nei loro compiti, poiché sono stati bloccati dai membri del gruppo paramilitare di Paz y Justícia, che li hanno minacciati dicendo che avrebbero usato la violenza, se non se ne fossero andati dalla zona di conflitto: questi infatti non vogliono che si conosca la verità in altri paesi, perché il governo il messicano non riceva pressioni.

Noi manteniamo sempre la stessa posizione. Dichiariamo di non aver goduto del beneficio della sospensione della sentenza o dei processi a nostro carico o dell'approvazione della legge di amnistia. Ciò che vogliamo è una libertà giusta e degna.

FRATERNAMENTE

PER UNA LIBERTA' GIUSTA E DEGNA

Il Movimento Statale dei prigionieri politici indigeni

La voz de Cerro Hueco

 


 

CERESO n. 1, Cerro Hueco - Tuxtla Gutierrez

26. 2. 1998

AI DETENUTI POLITICI ED AI PRIGIONIERI DI GUERRA DEL CARCERE DI JERICHO -U.S.A.

 

Fratelli e sorelle, prigionieri politici del Nord America! Vi mandiamo un saluto ed un abbraccio. Il vostro sentire è anche il sentire di noi popoli indigeni e non indigeni del Chiapas e del Messico. Siamo ingiustamente prigionieri della guerra di bassa intensità e della violenza indotta dal governo; siamo prigionieri non per essere colpevoli, ma perché sosteniamo una giusta causa e siamo basi di appoggio, o presunti tali, dell'EZLN.

Fratelli, siamo membri di un'organizzazione e ci troviamo incarcerati da ormai tre anni, condannati a 15 e fino a 30 anni di carcere, alcuni di noi processati, e tutto ciò ad opera della strategia del governo, che ha creato gruppi paramilitari. Però, non per questo ci pieghiamo, al contrario andremo avanti e lotteremo, dovunque saremo, per far conoscere le ingiustizie di cui è responsabile il mal governo.

Vi chiediamo di pronunciarvi per la nostra liberazione ed anche di non lasciarvi sottomettere dal mal governo: noi riteniamo più degno morire, lottando in piedi, che inginocchiati. Anche per questo vi facciamo sapere che stiamo con voi, perché anche voi continuiate a difendere i vostri diritti. Questo diritto non ha frontiere: in quanto esseri umani giungiamo in questo pianeta terra per essere trattati e considerati in base ai principi di libertà, giustizia e democrazia. Vi chiediamo di non arrendervi al mal governo.

Noi, i detenuti indigeni di La Voz de Cerro Hueco, non smetteremo di lottare fino a quando non otterremo per noi la libertà e, una volta raggiunto il nostro obiettivo, continueremo a lottare insieme ai nostri fratelli, fino a raggiungere la libertà per tutti. Vi diciamo dunque:

per tutti tutto, per noi niente

hasta la victoria siempre

FRATERNAMENTE

PER UNA LIBERTA' GIUSTA E DEGNA

Il movimento statale dei prigionieri politici indigeni

La Voz de Cerro Hueco

 


 

ALLA COMMISSIONE NAZIONALE PER I DIRITTI UMANI
ALLA COCOPA E ALLA CONAI
AD AMNESTY INTERNATIONAL
ALLA SOCIETA' CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
ALLA COMMISSIONE NAZIONALE DI OSSERVAZIONE PER I DIRITTI UMANI
AL POPOLO MESSICANO
ALLA STAMPA LOCALE, NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

 

Noi prigionieri indigeni ingiustamente detenuti raggruppati ne La Voz de Cerro Hueco vi comunichiamo quanto segue:

1) Oggi alle ore 9 del mattino del 10 marzo, come parte delle nostre giornate di resistenza pacifica, iniziamo un digiuno di tre giorni per far conoscere le nostre richieste alle autorità del governo statale e federale.

2) Invitiamo la Commissione Nazionale per i Diritti Umani a visitarci durante i tre giorni nelle carceri di CERRO HUECO CERESO 1, YAJALON, PICHUCALCO, SALTO DE AGUA, OCOSINGO e TACOTALPA-TABASCO, che sono i luoghi dove si trovano incarcerati le basi d'appoggio zapatiste ed integranti de La Voz de Cerro Hueco, perché siano rappresentati i nostri diritti e per dimostrare che è vero ciò che diciamo e per la ricerca del vero cammino verso la pace.

3) Invitiamo anche la COCOPA ad interessarsi della questione visto che siamo parte di una delle 5 condizioni minime per la ripresa del dialogo fra l'EZLN e l'esercito federale e visto che non vi potrà essere altra pacificazione se non quella stabilita negli accordi già firmati; vogliamo inoltre che si occupino immediatamente di ciò poiché il popolo lo richiede senza distinguere le razze; vogliamo che sappiano che noi esistiamo, i nativi, e tutto questo è per la pace.

4) Vogliamo far sapere ai membri della CONAI che il loro lavoro per il popolo messicano è di gran valore; per questo abbiamo bisogno che parlino per noi, che ci appoggino in questa nostra resistenza, che, come mediatori nel conflitto, continuino a far sapere che ci sono prigionieri politici non solo in Chiapas ma in tutto il paese; il Messico vuole una pace con giustizia e dignità.

5) Vogliamo che la Commissione Internazionale di Osservatori per i Diritti Umani informi i governi di tutto il mondo e di tutti i popoli, latinoamericani ed europei, che noi stiamo resistendo pacificamente per esigere la nostra libertà dalle autorità statali e federali, che siamo detenuti per le nostre richieste di DEMOCRAZIA, LIBERTA', GIUSTIZIA. Vogliamo che la PACE apra a tutti la porta della speranza, quella che rende migliori e più grandi, vogliamo coltivare fra noi l'albero dell'amore mettendoci tutta la nostra vita, anima e corpo.

6) Vogliamo dire al popolo messicano ed ai popoli e governi di tutto il mondo, ai rappresentanti della stampa locale, nazionale ed internazionale, che la nostra lotta è giusta e che continueremo a lottare e faremo conoscere le ingiustizie che noi tutti soffriamo, Per questo chiediamo di aiutarci in questa resistenza. Abbiamo speranza che ci ascoltiate.

PER UNA LIBERTA' GIUSTA E DEGNA

Le basi dí appoggio dell"EZLN

La Voz de Cerro Hueco

 


 

I PRIGIONIERI POLITICI DEL CHIAPAS CONCLUDONO LO SCIOPERO DELLA FAME DI TRE GIORNI

CERRO HUECO, Tuxtla Gutierrez

13. 3. 1998

ALLA SOCIETA' CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
ALLA STAMPA LOCALE, NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

 

Noi prigionieri indigeni ingiustamente detenuti, organizzati ne La Voz de Cerro Hueco, informiamo l'opinione pubblica di quanto segue:

1) Oggi alle 9 del mattino del 13 marzo, così come avevamo annunciato, sospendiamo con dignità il nostro sciopero della fame, presto, però, continueremo le nostre Giornate di Resistenza Pacifica, non resteremo in silenzio, continueremo ad esigere dalle autorità del governo statale e federale la nostra libertà.

2) In questa nostra resistenza vogliamo chiarire che non esigiamo la revisione dei processi e ancor di meno accettiamo la firma di alcuna minuta, poiché siamo stanchi di tanti inganni da parte del governo che non mantiene la parola, anche perché è stato già pattuito che formiamo parte delle cinque condizioni minime per la ripresa del dialogo di San Andrés, in quanto basi d'appoggio e simpatizzanti dell'EZLN.

3) Chiediamo a voi, membri della società civile nazionale ed internazionale, di manifestare la vostra opinione e il vostro appoggio affinché siamo ascoltati: ciò che vogliamo è la nostra libertà degna; la nostra coscienza è pulita, non siamo criminali, ci troviamo qui perché siamo stati accusati dai paramilitari e dal governo, stiamo scontando ingiustamente una pena per delitti che non abbiamo mai commesso, solo per il fatto di volere un cambiamento nel nostro Messico.

4) Riveliamo inoltre al popolo messicano che non esiste da parte del governo alcuna volontà per la pace, ma che c'è chiusura e più repressione contro indigeni e non indigeni che hanno detto "Ora basta!". Se non ci uccidono, ci portano in carcere. Il governo si preoccupa solo dei prossimi comizi elettorali, pensa ai propri interessi: per questo, popolo, è necessario destarsi.

5) Alla società nazionale ed internazionale, alle organizzazioni non governative ed alla stampa chiediamo una volta di più il loro appoggio per i giorni che mancano.

PER UNA LIBERTA' GIUSTA E DEGNA

Il direttivo de La Voz de Cerro Hueco

 


 

STATO DI SALUTE DEI PRIGIONIERI POLITICI MEMBRI DI LA VOZ DE CERRO HUECO

 

Durante le visite che abbiamo realizzato ai compagni detenuti politici, organizzati ne La Voz de Cerro Hueco, abbiamo constatato il loro attuale stato di salute. Abbiamo osservato le condizioni di vita imposte loro dal carcere ed abbiamo compiuto un'investigazione metodologica del loro stato di salute, compilando un resoconto clinico di ciascuno dei prigionieri politici del carcere.

Fino ad ora siamo arrivati alle seguenti conclusioni.

Come c'era da aspettarsi, i detenuti vivono ammucchiati: attualmente una cella collettiva ospita 24-28 prigionieri, che dormono sul suolo di cemento con un cartone come letto. Questa cella funge da cucina, dormitorio, mensa, sala di lettura, cosicché qualsiasi malattia trova le condizioni idonee per propagarsi da una persona all'altra.

Le condizioni sanitarie sono quelle che i compagni detenuti politici hanno potuto ottenere con le proprie forze e le proprie possibilità. L'assistenza medica all'interno del carcere manca degli strumenti minimi per combattere qualsiasi tipo di malattia. Malattie che possono essere facilmente curate con un trattamento medico adeguato hanno complicato ed aggravato il loro stato di salute. Abbiamo rilevato patologie come gastroenteriti infettive, infezioni alle vie respiratorie superiori, parassitosi intestinali, micosi localizzate e diffuse, malattie dermatologiche e da trasmissione sessuale. In tutte queste malattie il denominatore comune è che, sebbene siano trasmissibili, sono però curabili con un'adeguata attenzione medica e un trattamento farmacologico, cose delle quali mancano completamente.

A queste si aggiungono altre malattie acute come contrazioni muscolari, lombalgie e in alcuni casi distorsioni di primo e secondo grado.

I prigionieri politici de La Voz de Cerro Hueco hanno, inoltre, alle loro spalle uno sciopero della fame, che hanno realizzato nel 1996, e che ha procurato loro danni irreversibili a livello neurologico e malattie croniche come gastriti, anemia, denutrizione da modesta a grave. Alcuni membri di La Voz de Cerro Hueco hanno alle spalle già 121 giorni di digiuno divisi in due scioperi della fame. Un digiuno in più può mettere a serio rischio la loro vita.

Questo sforzo disperato è un atto di resistenza e ribellione per ottenere la libertà. La vita di 24 prigionieri politici dipende ora dalla decisione del Governo di rimetterli immediatamente in libertà.

 

dott. Ricardo Alvarez (COMMISIONE DI SALUTE DI LA VOZ DE CERRO HUECO)

 

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