Alla Stampa Nazionale ed Internazionale

3 Settembre 1997.

Dame e Cavalieri

C'è un comunicato dove diciamo che faremo nel D.F. Qua continuano i preparativi. Partiamo lo stesso, anche se dopo la relazione [di Zedillo] abbiamo capito bene che posto occupa il problema indigeno nell'agenda governativa. Ci sarà qualcuno che ci ascolterà per davvero lassù?

Bene. Saluti e che ora la patria sia pure nostra.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Il Sup preparando la sua bandierina.

Messico, Settembre 1997.

Sezione "Il Postscriptum che racconta racconti e morti".

(per quando il mare si svegli)

P.S. CHE SALUTA TUTTI GLI SCHELETRI NEGLI ARMADI CHE CI SONO STATI NEL MONDO:

I. Il racconto del sartino.

"C'era una volta un sartino che cuciva molto, ma molto bene con la sua macchina per cucire. I maschilisti del quartiere si burlavano di lui e gli dicevano: "finocchio", "solo le vecchie fanno le sarte", eccetera. Allora il sartino cucì la bocca a tutti quelli che si burlavano di lui e non sappiamo più come sia finito il racconto perché nessuno ha potuto raccontarlo. Tan-tan".

P.S. CHE AVVERTE:

II. Il racconto del piccolo giornalaio.

"C'era una volta un piccolo giornalaio che era molto, molto povero e poteva solo vendere giornali vecchi perché non aveva abbastanza soldi per avere quelli nuovi. La gente non gli comprava i suoi giornali perché erano ormai vecchi; la gente voleva i giornali nuovi. Così il piccolo giornalaio non vendeva nulla ed ogni giorno gli si accumulavano sempre più giornali vecchi. Allora quello che fece fu installare un impianto per riciclare la carta e divenne miliardario, comprò tutte le industrie giornalistiche e di notizie, proibì la pubblicazione di notizie attuali, e così obbligò tutta la gente a leggere solo le notizie del passato. Nei giornali che sono usciti oggi si può leggere ad esempio che gli zapatisti stanno per arrivare a Città del Messico e che si incontreranno con l'esercito di Villa. Non si legge bene la data, non si capisce bene se è il "1914" o il "1997". Tan-tan".

P.S. PER LA CCN DEL FAC-MLN:

Quest'argomento che "siamo l'organizzazione con più prigionieri, più morti e più repressione" ce lo sbatte già in faccia il PRD da tre anni. Sarebbe meglio imparare a sommare e, ancor di più, a sottrarre. Il Messico indio ha molte scuole per imparare la mortale matematica della repressione e dell'oblio. Lì si insegna che la legittimità di un'organizzazione non si ottiene col numero dei morti, ma con una pratica onesta e conseguente, di quelle che fanno sì che i morti vivano. Mentre apprendete l'aritmetica, tenete conto di ciò che alcuni dei vostri dirigenti ricevono da Ruiz Ferro e dei biglietti per andare in Europa o negli Stati Uniti, vestiti da "zapatisti", che sono stati utilizzati da due dei firmatari (uno dei quali non scrive neanche per bene il suo nome) della vostra lettera di "chiarimento", ed aggiungete tutto l'appoggio che avete tolto agli indigeni ribelli grazie all'argomento del "riformismo dell'FZLN". Se dopo aver fatto il conto, continuate a credere che non è "chiaro opportunismo", potete usare il termine di "realismo politico" che, sì è proprio uguale, però meno brutto.

Come si voglia ora incontrerete gli zapatisti per davvero e finché si vuole. E, una volta tanto, è terminato per voi il monopolio della sinistra radicale. Ora succeda quel che deve succedere, e dopo verrà quel che verrà. Come ha detto non so più chi, "che le basi decidano".

La letterina di rinforzo poi del Duo Dinamico Miron-Botey è inutile e non ci preoccupa. Non ci intimoriscono le loro minacce, la loro "molestia" e i loro appelli dall'accento governativo alla "prudenza".

Sia come sia andiamo a Città del Messico, non solo senza "l'aiuto" della direzione del FAC-MLN. Nonostante lui e, naturalmente, nonostante il governo. Tan-tan.

Il Sup leggendo, sui giornali dell'ultima edizione, la lettera che Villa scrive a Zapata l'8 gennaio 1916.

Rubrica subcomandante Marcos.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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