L'Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR) sarebbe disposto a consegnare
le armi "quando ci fosse democrazia in Messico", peró
le consegnerebbero al popolo, "non al governo che sta combattendo
il popolo affinché noi deponiamo le armi e questo non accadrá
finché continuano a colpire il popolo", avrebbe detto
il capitano Vicente.
In questa intervista pubblicata oggi dal settimanale El Tlapaneco, il comando dell'EPR segnala che il gruppo guerrigliero sta analizzando gli ultimi avvenimenti della politica messicana.
"La marcia al Distretto Federale dei compagni zapatisti é
una dimostrazioneche non c'é soluzione reale al problema
che presentiamo noi come gruppo armato".
Ha dichiarato pure che "l'EPR non é una scissione
dell'EZLN".
"L'EPR continua a preparare combattenti per conquistare terreno
al governo ed all'Esercito; siamo in un processo di studio del
governo e di costruzione del movimento armato...
Per il momento non possiamo piú fare attacchi, dato che
l'opinione pubblica non ci appoggerebbe e gli attacchi si fanno
a seconda di come attua il governo"
Ha aggiunto che l'EPR rispetta i partiti e le organizzazioni sociale che dialogano con il governo "per continuare a costruire la democrazia", peró ha avvertito che, come guerriglieri "noi vogliamo arrivare al potere e non al dialogo.
Se il governo vuole negoziare, che lo faccia con le organizzazioni
democratiche".
(a cura del Comitato Chiapas di Torino)
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