La Jornada 3 giugno 1998

 

Negano gli zapatisti che si sia dissolto
il municipio ribelle nell'ejido Morelia

 

Elio Henríquez, corrispondente, Ejido Morelia, Chis., 2 giugno ¤

Gli abitanti zapatisti di questo ejido e componenti del consiglio municipale hanno smentito le affermazioni del governo statale su un presunto smantellamento volontario del municipio autonomo "17 di Novembre", con capoluogo in Morelia e composto da 56 comunità.

"Noi zapatisti non permetteremo mai la distruzione del nostro municipio ribelle e siamo disposti a morire per difenderlo", hanno assicurato gli indigeni simpatizzanti dell'EZLN durante una assemblea realizzata in serata, durante la quale hanno rifiutato anche la proposta di rimunicipalizzazione fatta la settimana passata dal governatore Roberto Albores Guillén.

Ieri, nel comunicato numero 654 e in base ad un atto d'accordo, il governo dello stato ha assicurato che "in assemblea, la grandissima maggioranza dei cittadini, ex simpatizzanti dell'EZLN dell'ejido Morelia, hanno ripudiato il suddetto municipio autonomo 17 di Novembre".

A notte, durante una assemblea cui hanno partecipato decine di simpatizzanti zapatisti - che si coprivano il volto con fazzoletti o passamontagna -, Jacinto, uno dei circa 15 dirigenti che hanno parlato, ha detto che i priisti "sono una minoranza" in Morelia, e perciò "non possono prendere decisioni come se fossero la maggioranza". Inoltre, ha accusato il governo di dividere la popolazione attraverso la consegna di denaro, veicoli, stufe ed "altre briciole" ai militanti del partito ufficiale.

La marcata divisione in questa comunità abitata da circa 120 famiglie - delle quali una settantina simpatizzano con l'EZLN, secondo le loro cifre - ha accresciuto la tensione, benché apparentemente la vita continui in modo maniera normale e l'Aguascalientes funzioni come sempre. Infatti, decine di uomini e donne di varie comunità stanno seguendo un corso di salute e di educazione.

Nell'Aguascalientes quattro, con sede in questo ejido appartenente ufficialmente a Altamirano, i dirigenti delle basi di appoggio zapatiste hanno detto che il presunto accordo con cui i priisti hanno ripudiato il municipio autonomo 17 di Novembre, è stato firmato "da minorenni, da rifugiati e da vicini che non hanno diritto di parlare a nome della comunità".

Il municipio autonomo 17 di Novembre, battezzato così perché in questa data si celebra la fondazione dell'EZLN, "è stato dichiarato con il cuore autentico e degno di altri compagni che non si vedono qui e così si continuerà a chiamare nonostante non piaccia al governo", ha affermato Maria, che ha ribadito che sono disposti a morire se è necessario per difendere il loro municipio. "Quello che vogliamo è cambiare il futuro dei nostri figli perché non vivano più nell'ingiustizia e non debbano ricevere briciole dal governo", ha aggiunto.

Rosa, da parte sua, ha insistito sul fatto che il governo "fa tutto il possibile per dividere le comunità perché si affrontino, dando loro briciole". I dirigenti hanno riconosciuto che alcuni compagni "hanno disertato perché non hanno sopportato la resistenza, gli si sono afflosciati i pantaloni e si sono tirati indietro, però in maggioranza continuiamo sul piede della lotta e sopporteremo fino alle ultime conseguenze".

Durante l'assemblea, gli indigeni ribelli hanno rifiutato la proposta di rimunicipalizzazione del governo statale.

"Non la vogliamo, noi quello che vogliamo è fare noi stessi il nostro municipio" perché come indigeni "abbiamo diritto all'autonomia che c'è negli accordi di San Andrès", hanno concluso.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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