L'EZLN deve negoziare, insistono
Ku Herrera espone 3 punti di soluzione

 

da El Nacional del 2 giugno 1998, di Patricia Torres Rodriguez

Il deputato Enrique Ku Herrera, segretario di Azione Indigena del PRI, ha detto che il comportamento di alcuni membri della Diocesi di San Cristóbal de Las Casa, contribuiscono a far sì che il conflitto continui, che si generalizzi la violenza e sono contro le istituzioni e lo stato di Diritto, sono comportamenti che infastidiscono la società.

Ha detto che si deve continuare ad invitare al dialogo: primo il governo perché continui con la sua funzione e serva i gruppi indigeni del paese, secondo l'EZLN perché si sieda a negoziare e si trasformi in un'organizzazione politica come chiede la società.

Terzo Samuel Ruiz ed il suo gruppo perché continui a compiere realmente le funzioni di intermediazione, ma con una posizione imparziale, "ma se questo non è possibile, allora che si ritiri e che assuma la parzialità che in questo momento sta dimostrando".

Intervistato nella sede del Pri, ha detto che il presidente Ernesto Zedillo, è stato il primo ad inviare un'iniziativa di legge per la discussione al Congresso, oltre ad elaborare politiche ed azioni in Chiapas per la rimunicipalizzazione.

Il Capo dell'Esecutivo ha anche presentato progetti produttivi e d'appoggio agli abitanti della regione, col proposito di tranquillizzare l'area, cose di grande utilità che hanno però causato rabbia o ha lasciato semplicemente senza parole gli altri gruppi che in questo caso stanno auspicando un movimento di violenza nella regione.

Concretamente, ha detto, mi riferisco all'EZLN che è rimasto senza risposte alla proposta di continuare il dialogo perché la strategia che ha seguito è di scontro, di presunto mancato compimento degli accordi di San Andrés e di persecuzione di alcuni membri nella regione in conflitto.

In questo senso, ha esposto, la lettura che noi diamo è che gli zapatisti non hanno più parole, non hanno più bandiere politiche né sociali e sono di fronte ad una scelta, quella di negoziare in altri termini diversi da quelli che tradizionalmente hanno sviluppato.

Ha dichiarato che ci sono persone che alimentano questa violenza, "noi non abbiamo elementi sufficienti per vedere fino a che punto sono implicati i membri della Diocesi di San Cristóbal. Sarebbe irresponsabile dire che sono loro quelli che stanno portando avanti l'organizzazione e lo sviluppo ideologico di quel movimento".

E' preoccupante, ha detto, la doppia responsabilità dell'intermediazione che ha Samuel Ruiz e, dall'altra parte, la sua funzione come cristiano, la sua morale e la sua etica che lo obbligano a chiudere con qualunque tipo di possibilità da cui nasce questa violenza.

"Vediamo che cade frequentemente nella provocazione. E' contro il sistema, contro le azioni del governo, è un grande promotore dell'entrata degli stranieri nel nostro paese ed ora si oppone alle politiche del governo nella regione quando invece la società sa che sono necessarie perché si risolva il problema del Chiapas una volta per tutte". Ci ha creato molti problemi, ha dichiarato, ma soprattutto offre un'immagine d'instabilità dall'interno della nostra società che non può continuare.


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - From: "si.ro" <si.ro@iol.it>)



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