La Jornada, 2 maggio 1998
Elio Henríquez, corrispondente, Amparo Agua Tinta, Chis.,
1° di maggio ¤
Con una ampia e violenta operazione di polizia e militare, il
governo ha smantellato oggi il municipio autonomo "Terra
e Libertà" - con capoluogo in questo luogo - ed ha
arrestato 46 indigeni, tra cui i componenti del consiglio autonomo
e sette rifugiati guatemaltechi.
Durante l'azione, che è cominciata alle cinque della mattina
di questo venerdì, circa mille soldati e poliziotti "hanno
sparato con le armi da fuoco e ferito vari dei detenuti",
secondo quanto hanno dichiarato i simpatizzanti zapatisti che
abitano in questa colonia, appartenente ufficialmente a Las Margaritas.
Inoltre, hanno informato gli abitanti, hanno incatenato bambini,
donne e uomini, hanno distrutto e rubato la mercanzia dallo spaccio
comunitario e denaro in contanti, hanno rotto porte e finestre
dell'edificio dove aveva gli uffici il consiglio, così
come quelle di alcune case private.
Questo pomeriggio in Amparo Agua Tinta, capoluogo del municipio
autonomo, tra i simpatizzanti zapatisti - donne e bambini in
primo luogo, dato che molti degli uomini sono arrestati - c'era
solo pianto, tristezza, desolazione, però anche rabbia.
"Si sbaglia il governo se crede che con questo ci arrenderemo.
Vivi o morti non arretreremo", ha detto Margarito Aguilar
Gómez, uno dei pochi uomini rimasti.
"Non si sapeva dove fuggire..."
Gli indigeni hanno narrato che c'erano come guida vari priisti
del posto, che si coprivano il volto con passamontagna, con occhiali
e cappe affinché non li riconoscessero, dalle cinque della
mattina più di mille poliziotti e soldati hanno cominciato
a accerchiare la comunità e a occupare delle posizioni
strategiche. "Non si sapeva dove fuggire, avevano tappato
tutti i sentieri ed erano così fitti che non si poteva
camminare in mezzo".
Hanno aggiunto che a partire dalle 6 della mattina, quando già
avevano occupato le loro posizioni, gli uomini in uniforme hanno
iniziato ad arrestare i componenti del consiglio che erano nel
loro ufficio, e così sono andati avanti "di casa in
casa". Le donne che volevano difendere i loro mariti o figli,
le hanno strattonate e picchiate; hanno perquisito la maggioranza
delle case.
Dalle loro case, disperse in un'ampia zona, i vicini hanno ascoltato
gli spari per mezz'ora in direzione dell'edificio delle autorità
ribelli. Dentro una delle stanze che apparentemente era utilizzata
come dormitorio, si è potuto vedere un vestito insanguinato.
"Esci o ti facciamo fuori!", gridavano i soldati e
poliziotti quando qualcuno resisteva all'arresto.
D'accordo con la versione dei priisti, i membri del consiglio
resistettero all'arresto e si difesero con bastoni e pietre.
Loro hanno pure negato che ci siano stati spari.
L'ufficio che era utilizzato come Anagrafe Civile è stato
saccheggiato, si sono portati via timbri, carta, macchine da scrivere
e altro materiale. Il resto - libri, riviste, foglietti - è
stato buttato per terra. Si sono portati via asce, machete e altri
strumenti di lavoro.
Le case dei priisti non sono state toccate
Benché il pretesto del governo per smantellare il municipio
autonomo "Terra e Libertà" fosse la liberazione
del guatemalteco Pedro Gómez Domingo - che era stato arrestato
due giorni fa per "aver infranto la legge" -, l'operazione
era stata decisa da vari giorni.
I simpatizzanti zapatisti hanno reso noto che due settimane fa, tutte le case dei priisti erano state marcate in maniera visibile con le sigle del partito ufficiale, perché i poliziotti ed i soldati non si confondessero.
Così non sono state toccate.
"Il governo cercava un pretesto qualsiasi per entrare e noi
diciamo che questo è il dialogo che vuole il governo: il
dialogo del fucile, del sangue, del carcere per i contadini",
ha affermato Margarito Aguilar, ed ha aggiunto che loro vogliono
solo governarsi da se stessi.
Ha sostenuto che non lottano per sconfiggere nessuno, ma perché
tutti abbiano giustizia, alimenti, educazione e vivano in pace,
non solo in Chiapas ma in tutta la nazione. I simpatizzanti zapatisti
hanno richiesto la "immediata liberazione" degli arrestati,
tra loro vari minorenni e anziani come Mario Hernández
León, che ha pure una gamba e una spalla fratturati.
Tensione e accuse mutue
La tensione nella comunità è aumentata con queste azioni, ed entrambi i gruppi si accusano mutuamente di star preparando azioni di rappresaglia.
Dopo l'azione, gli effettivi della polizia federale e statale
si sono ritirati dalla comunità, e a due chilometri di
distanza sono rimasti solo i soldati dell'Esercito Messicano che
si trovano lì installati da mesi.
I priisti del posto, che sono accusati di sollecitare e capeggiare
l'operativo, hanno ringraziato il governo e hanno richiesto l'appoggio
dell'Esercito Messicano e della polizia perché hanno timore
di essere aggrediti dai simpatizzanti zapatisti.
Intervistati quando sono ritornati dopo aver parlato con i comandi dell'Esercito federale che si trovano nell'accampamento ubicato a meno di due chilometri di qui, i militanti del partito ufficiale hanno detto:
"Vogliamo che sparisca il municipio autonomo perché
è come una spina che ci ha diviso, non c'è più
tranquillità e non si può lavorare".
Quello di "Terra e Libertà" era uno dei consigli
autonomi che dal 1995 stava funzionando meglio e lo compongono
circa cento comunità dei municipi di Las Margaritas, La
Indipendenza, La Trinitaria e Ocosingo. Il suo attuale presidente,
Aureliano López, prese l'incarico lo scorso 19 luglio,
in un atto con la presenza del comandante Joel e di altri membri
del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno del Comando Generale
dell'EZLN.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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