"Siamo tornati. Chiediamo scusa alla nostra audience, una formica si è infiltrata nelle posizioni dell'EZLN e nella cinepresa del nostro cameraman.
Abbiamo qui un'altra domanda della Commissione Civile di Osservazione
per i Diritti Umani che dice:
D. Cosa pensate del lavoro di questa Commissione di Osservazione?
e quale opinione avete sulla presenza degli stranieri nella zona
di conflitto?
R. Sono due domande in una. Il lavoro della Commissione, per quanto abbiamo visto e ci raccontano i compagni dei villaggi, è stato un lavoro rispettoso delle parti, in nessun momento avete abbandonato la posizione neutrale e obbiettiva che una commissione di questo tipo richiede. Avete parlato in pratica con tutti gli attori, solo con noi no, però stiamo usando questo mezzo per rivolgerci a voi. Siete stati sia rispettosi che coraggiosi nello stesso modo. Siete arrivati in un momento in cui è in atto una campagna feroce contro gli stranieri, che spiegherò poi.
Nonostante questa campagna di molestie e persecuzioni che state ricevendo avete mantenuto il vostro programma.
Abbiamo la speranza che tutto quanto avete visto e sentito nei
giorni in cui siete stati qui nelle terre del Chiapas, e con tutto
quello che avete ottenuto in interviste con i funzionari, con
i mediatori, con i coadiuvanti e con gli attori diretti del conflitto,
mi riferisco ai popoli indigeni, questo verrà trasmesso
a differenti organizzazioni e organismi dei vostri paesi e speriamo
che si conosca realmente, come dicevate voi, la verità
di quello che sta succedendo qui.
Vediamo anche che vi siete convertiti in una specie di occhi di
un settore dell'opinione pubblica internazionale e che in questo
senso non avete mostrato alcun intento di ingerenza negli affari
interni del Messico. Vi siete dimostrati molto rispettosi su quanto
accade qui. Inoltre, ha permesso un bilancio di quanto successo
in questa zona dopo il massacro di Acteal, cosa è stato
risolto, cosa si è aggravato, ed è importante
che si sappia in Messico e in tutto il mondo.
Riguardo alla nostra opinione sulla presenza degli stranieri nella
zona di conflitto, fa parte di ciò su cui stiamo insistendo
attraverso gli ultimi scritti e comunicati. C'è una strategia,
un piano che, in senso stretto, si riduce al fatto che il governo
vorrebbe annichilare gli zapatisti, come spiegheremo ampiamente.
Riguardo agli stranieri, il governo li vuole usare in tre sensi.
Primo, usarli per ottenere una legittimità che non possiede
all'interno del paese. Il Messico è un paese molto nazionalista,
molto orgoglioso del proprio nazionalismo. Però adesso
che il principale violatore della sovranità nazionale è
il governo messicano, questi parte in difesa dei valori nazionali
e contro gli stranieri. Cerca di ottenere con altri mezzi l'appoggio
e la legittimità che ha perso. Questo è uno degli
utilizzi di questa campagna di xenofobia. L'altra parte di questo
piano e di eliminare scomodi testimoni internazionali che possono
fare rumore, che possano diffondere in molti posti quello che
sta succedendo. E non mi riferisco solo a testimoni di una disgrazia
che può accadere, la guerra o un massacro come quello di
Acteal. Mi riferisco a testimoni di quanto esiste già ora,
della guerra che adesso esiste e che voi, della Commissione Civile
Internazionale, avete appena finito di passare da parecchie comunità.
Vi sarete resi conto che molte volte non ha l'impatto da ottenere
le otto colonne a livello mondiale, ma che significa una guerra
di logoramento, un orrore quotidiano con cui le comunità
indigene stanno vivendo. Il governo non vuole testimoni di questo
orrore quotidiano, e l'unico che deve fare è evitare che
gli scandali vengano risaputi. Questo è quello che vuole
fare, fare una guerra piccolina, sorda, che non sia molto scandalosa
per poterla condurre a termine.
L'altro uso che vogliono fare degli stranieri attraverso questa
campagna di perseguitare chiunque violi la propria condizione
migratoria, è che colpendo loro, si colpiscono le comunità.
Uno dei passi seguenti dentro la strategia governativa sarebbe
di attaccare gli Aguascalientes e le comunità indigene
dove ci sono Accampamenti di Pace, con il pretesto di controllare
i documenti e cacciare gli stranieri che non stanno compiendo
con le leggi migratorie.
Con il pretesto di colpire gli stranieri e buttarli fuori dal paese, colpiranno le comunità, faranno perquisizioni, detenzioni e occuperanno gli Aguascalientes. Questo pensiamo che faranno..."
...
"Siamo di nuovo qui, cari telespettatori. Questa ripresa
è stata fatta per i feticisti. È che dicono che
questo programma è molto noioso. (Quindi si è
messo a fare un disegno) Questo è il segno di autenticità
di questo programma, dica no alla pirateria, o dica di sì
ma metta questo logotipo: sistema zapatista di Televisione Intergalattica.
Si alla pirateria".
"Siamo in conclusione per vedere il nostro seguente programma. Mancano alcune domande. Una dice:
D. se il governo non è disposto a d adempiere agli
accordi di San Andres e l'EZLN non è disposto a ritornare
al dialogo se non si compiono le cinque condizioni, quindi, quali
alternative rimangono per risolvere il conflitto? Cosa bisogna
fare?"
R. "Il problema non è se si compiono solo gli accordi di San Andres, o se si compiono o meno le cinque condizioni. Ciò che c'è sotto le cinque condizioni, ciò che è in gioco in questa disputa sul processo di dialogo, questo è fondamentale: se il dialogo è o meno la via per risolvere il conflitto.
Ora che il governo dice "non rispettiamo gli accordi di San
Andres", sta dicendo che non risolveremo il problema attraverso
il dialogo. Così mette in crisi tutte le speranze che può
avere la società civile e l'EZLN nel dialogo. Perde credibilità,
perde fiducia e non può esserci un dialogo se non c'è
fiducia. Ciò che è in gioco è se la via è
il dialogo oppure la guerra. Le cinque condizioni non stanno proponendo
la resa, non sono condizioni militari di resa ne' niente del genere.
Si riferiscono alla volontà di dialogo, volontà
di pace e abbandono definitivo della volontà guerriera
per risolvere il conflitto.
Se quanto è in gioco è la viabilità, la credibilità,
la fiducia che deve esserci nel dialogo, noi pensiamo che l'alternativa
sia tornare a porre il dialogo come qualcosa di fidato e credibile.
L'unica forma di ottenerlo è che il governo mantenga la
parola perché restituisca al dialogo la fiducia e la credibilità.
Come? Adempiendo agli accordi di San Andres.
Questo potrà venire solo da un grande movimento della società civile.
L'alternativa è di ritornare a dare al dialogo credibilità
e fiducia, cioè, che si mantengano gli accordi a cui si
arriva."
D. Qual è la validità di queste cinque condizioni
che l'EZLN ha posto per ritornare al dialogo?
R. La prima condizione è che si compiano gli accordi
del tavolo Uno sui Diritti e Cultura Indigeni e che, quindi, si
istalli una Commissione di Seguimento e Verifica, che si incarica
di vedere che si mantengano questi accordi. Questa richiesta
è completamente bloccata. Non dà segni di soluzione,
il governo accetta sì di aver firmato questi accordi ma
non accetta la sua responsabilità per compierli. Ha rifiutato
più volte, con diversi argomenti e con differenti pretesti,
l'iniziativa della Cocopa, ha fatto di tutto per sabotare la Commissione
di Seguimento e Verifica e non c'è alcuna speranza, alcun
indizio che il governo adempirà a questa richiesta che
sintetizza le altre quattro. E che sintetizza quanto dicevo:
ciò che è in gioco è la via al dialogo o
la via della guerra per risolvere il conflitto.
La seconda delle condizioni si riferisce a una proposta seria
per il tavolo Due che è su Democrazia e Giustizia. Come
ricorderete, il tavolo Due non arrivò ad alcun accordo
perché al tavolo il governo aveva il proposito di far saltare
il dialogo. C'è bisogno di una proposta seria di questo
tavolo, ma visto che non c'è adempimento sugli accordi
già firmati, non c'è alcuna speranza che ci siano
altri accordi in questo dialogo.
La terza delle condizioni si riferisce alla cessazione della persecuzione
e del fustigamento militare e paramilitare nelle comunità
indigene del Chiapas. Molti di voi avrete visto o vi sarete resi
conto attraverso la stampa, che questo non solo non si è
fermato o è retrocesso, ma che sta crescendo.
Se qualcuno pensava che Acteal era il culmine di un processo di
militarizzazione, paramilitarizzazione ed attacco verso le comunità
indigene, ora, due mesi dopo sappiamo che no, che l'orrore può
arrivare ben oltre, che possono esserci incubi peggiori di quello
di Acteal come quelli che si stanno vivendo quotidianamente nelle
comunità indigene del nord del Chiapas, Los Altos, nella
Selva, nella Costa, in tutte le comunità indigene del sudest
messicano. Non si vede alcuna possibilità di controllo
o di marcia indietro in questo senso. Oltre ai paramilitari, l'Esercito
ha aumentato le sue posizioni, ha aumentato i suoi effettivi,
migliorato la sua tecnica militare, la sua tecnologia è
ogni volta più sofisticata. Il posizionamento dell'Esercito
federale non è per un dialogo ma per un golpe. La persecuzione
e gli attacchi contro le comunità e le basi zapatiste sono
sempre più sfacciate. Hanno iniziato il primo gennaio 1998
e tutti i giorni si ripetono più volte con il pretesto
dell'applicazione della legge sulle armi da fuoco, la ricerca
di marijuana, il lavoro sociale,; a volte senza nessun pretesto,
i soldati continuano ad aggredire le comunità indigene.
Dietro di loro arrivano i convogli di rinforzo: la prostituzione,
le droghe, l'alcolismo, ovviamente, la decomposizione sociale
delle comunità.
La quarta condizione che abbiamo posto è la liberazione dei prigionieri zapatisti che ci sono in tutto il paese. Non solo nelle carceri del Chiapas ci sono prigionieri zapatisti, ma anche in altre parti della Repubblica.
Stiamo esigendo la loro liberazione. Se parliamo di dialogo per
risolvere le cose, come possiamo continuare a ricevere il trattamento
di delinquenti. Bisogna essere coerenti, bisogna dare il trattamento
di una forza con cui si sta dialogando e non di delinquenti agli
zapatisti che sono in prigione.
La quinta condizione che abbiamo posto si riferisce alla necessità
che il governo metta o nomini un incaricato, o gli incaricati
che già ci sono, che abbia capacità decisionale,
per poter risolvere il problema. C'è bisogno che questi
commissionati si rivolgano con il rispetto e serietà nei
colloqui.
In questo caso, da quando si inoltrò la richiesta, sono
passati due incaricati, sono andati via il signor Bernal e il
signor Pedro Joaquin Coldwell, e ora c'è Emilio Rabasa
Gamboa, che ha dimostrato di non avere indipendenza, ne' serietà
al riguardo. Di tutti gli incaricati, Rabasa è l'unico
che non è stato presentato protocollarmente ad una delle
parti, in questo caso noi. Non si è mai riferito all'EZLN
come EZLN, non ha mantenuto un trattamento serio verso la parte.
Pensiamo che neppure questa condizione sia stata compiuta. Però
ciò che c'è dietro queste cinque condizioni, ciò
che è in gioco sia precisamente la via del dialogo come
qualcosa di possibile".
L'ultima domanda più o meno sintetizza il tema del dialogo e quanto seguirà. La domando dice testualmente:
D. se il governo approva la legge sui Diritti e la Cultura
Indigeni elaborata dalla Cocopa, se presenta una proposta seria
sul tema di Democrazia e Giustizia, se smette la persecuzione
militare e paramilitare verso le comunità indigene del
Chiapas, se nomina un incaricato con capacità decisionale
che sia rispettoso e serio nella negoziazione e se libera gli
zapatisti prigionieri, se questo accade, sarebbe l'EZLN disposto
a ritornare al dialogo senza porre nuove condizioni e senza pretesti?
R. La risposta è sì. Se si compiono le cinque
condizioni ritorneremo al dialogo. E anche se dal momento in cui
si posero le cinque condizioni sono apparse nuove situazioni,
il conflitto si è aggravato, l'EZLN non ha aggiunto altre
condizioni a quelle cinque poste nel 1996, da quando il dialogo
con il governo è rimasto sospeso. Se il governo accetta
l'iniziativa della Cocopa, se fa una proposta seria di democrazia,
se smette di perseguitare e molestare le comunità indigene,
se concede capacità decisionale, serietà e rispetto
al proprio incaricato, se libera gli zapatisti prigionieri, se
succede tutto questo, allora sì saremo disposti a ritornare
al tavolo del dialogo.
Disgraziatamente il governo non compirà alcuna condizione, neppure una. Il governo non pensa che il dialogo sia la via per risolvere il conflitto.
Quanto vuole fare al rispetto al dialogo e al negoziato è utilizzarli ambedue per guadagnare tempo per la sua vera via, quella militare. Non vediamo nessuna possibilità di aggiustamento da questo lato e per questo pensiamo in questa interlocuzione, questo messaggio che portate a casa vostra, perché è ancora la società civile quella che può generare questo movimento e di ottenere che il dialogo torni al ruolo che merita.
Cioè, risolvere pacificamente il conflitto.
Ringraziamo per l'attenzione prestata e speriamo che ascoltiate il prossimo programma del sistema zapatista di Televisione Intergalattica.
Dica sì alla pirateria, un delitto in più di quelli
che già abbiamo."
"Andiamo Tachito?"
"Andiamo".
"È tutto...Luci, camera, taglio..."
(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico - Brescia)