stralci da La Jornada 1° settembre 1996

Canseco: il Procup si è sciolto per unirsi all'EPR-PDPR

Josè Gil Olmos

Felipe Edgardo Canseco Ruiz, portavoce degli otto carcerati del Partito Operaio Clandestino Unione del Popolo-Partito dei Poveri (Procup-Pdlp), afferma che questa organizzazione "ha smesso d'esistere" entrando a far parte del Partito Democratico Popolare Rivoluzionario (PDPR) e dell'Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR), i quali "hanno base sociale" e non sono "né terroristi né criminali", come li chiama il governo.

"Sono una forza armata rivoluzionaria che ha risposto per il momento con una strategia di guerra di guerriglia" perché si trova in una tappa di autodifesa e non ha dichiarato guerra.

Intervistato nel Reclusorio Nord, uscito dall'isolamento dove è stato negli ultimi due giorni, ha spiegato che il Procup-Pdlp "ha smesso d'esistere in quanto tale" all'inserirsi organicamente nel PDPR-EPR. Questa affermazione è condivisa pure da Hermenegildo Torres Cruz, che in una intervista telefonica dal Carcere penale di Santa Martha Acatitla smentisce che l'EPR sia il "braccio armato del Procup", come affermano gli specialisti della Sicurezza Nazionale.

Canseco Ruiz è stato confinato da due giorni nell'area di massima sicurezza del Reclusorio Nord, dopo che il sottosegretario di Governo, Arturo Nuñez, aveva annunciato che potevano essere chiamati a dichiarare sulla presunta relazione PDPR-EPR. Dalla notte del giovedì fino al pomeriggio di venerdì, è stato chiuso nelle celle, considerate dai carcerati, di castigo. Questo sabato è potuto uscire per ricevere visite.

Lì ci ha avvertito che si potrebbe trattare della "ultima intervista" se il governo continua a vincolarlo al gruppo armato. Però come portavoce degli otto incarcerati del Procup-Pdlp, chiarisce che da quando li catturarono hanno perso tutti i contatti con questa organizzazione e "ne abbiamo molto meno ancora col PDPR-EPR".

Canseco, mentre suona la musica che gli stessi carcerati suonano con "una monetina", precisa che in primo luogo nessun dirigente del Procup-Pdlp è prigioniero. "Siamo solamente militanti" e poi spiega che neppure Felipe Martinez Soriano è un dirigente di questa organizzazione e che ciò che li preoccupa sono le minacce che il governo ha lanciato contro loro ed i loro familiari.

Sulle ultime affermazioni del governo circa il PDPR-EPR, Canseco Ruiz dice: "Ci preoccupano - ha parlato sempre al plurale - molte cose. Noi non siamo dei portavoce del Procup-Pdlp perché da quando ci hanno incarcerati abbiamo perso tutti i contatti. In più, dalla dichiarazione della Sierra Madre Orientale, il Procup-Pdlp ha cessato di esistere in quanto tale, visto che ha deciso con altre organizzazioni (14 in tutto) di formare un altro raggruppamento.

Dal punto di vista concettuale sappiamo che quando si va ad un processo di unità rivoluzionaria cessano di esistere ognuna delle organizzazioni che decidono di fare questo passo e si forma una struttura superiore che cerca di assimilare le varie origini e le varie esperienze che vengono dagli errori commessi."

- Secondo la vostra analisi, che base sociale ha il PDPR-EPR?

- E' impossibile che esista un movimento con le caratteristiche del PDPR-EPR senza che grandi settori della popolazione non simpatizzino per la sua causa. Nell'analisi che facciamo vediamo che le azioni dell'EPR sono in diretta relazione con il livello di repressione del governo. Sarebbe insensato che il governo continuasse a reprimere settori del popolo e cittadini alieni alla belligeranza dell'EPR. Facendo così potrebbe solo riuscire a radicalizzare l'operatività urbana e rurale di questa struttura rivoluzionaria.

"Pensiamo che il governo, al posto di calunniare l'EPR, deve far posto ad un'analisi seria dei problemi economici politici e sociali che molestano la società messicana e che sono elencati nei 45 punti che il PDPR-EPR ha fatto conoscere nella dichiarazione della Sierra Madre Orientale e che purtroppo a maggioranza, come cittadini, non conosciamo perché non sono stati pubblicati integralmente".

"Le dichiarazioni del governo sulla mancanza di base sociale, riflettono solo la politica dello struzzo: nascondendo la testa pretende di sottrarsi alla realtà. Siamo sicuri che un'alta percentuale di quelli che vivono nell'estrema povertà, spremuti dalla politica del governo, provano una enorme simpatia per l'uscita di una forza rivoluzionaria armata. Le recenti conferenze stampa e le azioni militari dell'EPR riflettono la partecipazione di varie centinaia di uomini decisi a sacrificare la loro vita per una giusta causa che noi condividiamo.

"Questi uomini non avrebbero potuto mai emergere se un quantitativo molto più grande di popolo non gli avesse fornito sostegno, informazioni, rete logistica, infrastrutture, alimentazione ecc. Contrariamente alle dichiarazioni del governo, è evidente che l'EPR conta su una base sociale estesa e sulla simpatia di altre forme di lotta pacifica che dentro il quadro costituzionale condividono la necessità di un nuovo governo, di una nuova Costituzione, di un Congresso Costituente e di un riordinamento della vita economica nazionale".

Ha premesso che per il momento si trovano in un "processo di decisione" su che posizione prendere di fronte al PDPR-EPR, ma in ogni caso "rifiutiamo assolutamente che le operazioni dell'EPR siano di carattere terroristico. In nessun modo pensiamo che abbiano come obiettivo richiamare l'attenzione all'estero. Quello che osserviamo è che le sue azioni rispondono ad una strategia di guerra di guerriglia che quindi ha obiettivi militari e riguardo alla polizia, perché i militari e la polizia sono le istituzioni che sono state utilizzate per reprimere larghi settori della popolazione. Inoltre stanno attuando solo in autodifesa perché non hanno dichiarato guerra."

Ha negato pure che siano "criminali", come li ha catalogati il presidente Ernesto Zedillo. "Pensiamo che un governo che protegge o è complice dei criminali che mandarono ad assassinare Luis Donaldo Colosio, un governo che regala l'impunità a Ruben Figueroa dopo il massacro di Aguas Blancas, un governo che negli ultimi anni ha avuto più di 200 oppositori assassinati - tutti sono documentati -, un governo che parla di elezioni e copre un broglio elettorale come quello in Tabasco, non ha nessuna autorità morale per definire criminali dei cittadini messicani che si sono visti obbligati a ricorrere alle armi come risorsa indispensabile per l'autodifesa".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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