Nel Nord e nel Sud il capitale delle multinazionali avanza come se fosse uno unico, però approfittando dei vari limiti formali delle nazioni, delle loro risorse, delle loro leggi e dei loro governi. Lo fa su distinti fronti e in maniere molto diverse.
Oggi, noi siamo tornati a riunirci preoccupati dalla problematica
del neoliberismo globalizzante, che non è altro che il
vestito con cui si sono travestite le multinazionali. Noi vogliamo
riunirci da adesso in poi, permanentemente, con una Rete che dia
supporto, che faccia arrivare e porti avanti le nostre lotte,
le nostre solidarietà e i nostri sogni. Perché
con questa Rete vogliamo lavorare, di più e in molti, in
modi diversi. Ognuno dovrà farlo e saprà farlo
a modo suo, però tutti con lo stesso segno: il recupero
dell'iniziativa e il suo sviluppo in ogni gruppo.
Però questa autonomia ci dovrà dare vantaggi
non solo sul piano tattico, sarà quella che deve dare ai
nostri collettivi la creatività e l'originalità
così necessarie per poter avvicinare i nostri popoli, sapendo
però che non siamo soli.
Lotteremo contro quella divisione del mondo in un Nord
e in un Sud, caratterizzata dalla polarizzazione della ricchezza.
Il mondo del Nord e il mondo del Sud si definiscono mediante
barriere nazionali che sono state utilizzate dal primo per controllare
e fermare il passaggio degli emigranti, a seconda delle necessità
del mondo del lavoro.
Queste frontiere sono state pure utilizzate dai governi
del Nord e del Sud, per perseguitare, accerchiare, incarcerare
ed "estradare" da un luogo ad un altro i suoi principali
nemici, cioè coloro che attentano all'ordine delle multinazionali.
Un esempio di tutto questo sono le nuove leggi approvate contro
il diritto d'asilo.
Non possiamo non dire pure che lo stesso Nord ha al suo
interno un proprio Sud. L'immigrazione e l'emarginazione, la
povertà, la disoccupazione, il degrado ambientale, sono
alcuni degli aspetti più eclatanti della politica neoliberale
dei paesi del Nord nelle loro stesse aree più impoverite.
C'è anche un nuovo concetto di sicurezza nazionale.
Se prima la giustificazione era la guerra fredda, adesso lo sono
le conseguenze della crisi sociale, come possono essere ad esempio:
la delinquenza comune, la violenza politica, il narcotraffico,
ecc.
È molto evidente la militarizzazione interna in
tutti i paesi del Terzo Mondo. Questo aumento della militarizzazione
globale appare anche nei paesi europei, sotto forma di polizie,
leggi repressive, eserciti professionali, ecc.
Bisogna sottolineare la militarizzazione nel Nuovo Ordine Mondiale, principalmente nel caso della NATO, con la sua ampliazione ai paesi dell'Est...
Questa militarizzazione, nel caso di Giappone e USA, si traduce
in una all'alleanza strategica per il controllo dell'Est e del
Sud-Est asiatico.
Tutto questo è completamente relazionato con la
globalizzazione dell'economia. Le vere responsabili di questa
militarizzazione sono le multinazionali, che sono quelle che dettano
la politica economica mondiale ed eserciti e polizie sono i loro
"guardiani".
Il tavolo propone quindi la realizzazione di un giorno
internazionale contro le multinazionali.
Ad un altro livello si sono proposte possibilità
di "vie d'uscita" dal quadro di dipendenza economica
e politica, con la creazione d'imprese con logica non capitalista
che vanno da progetti di sviluppo sostenibile al commercio equo
e solidale. Gli obiettivi di questo tipo di progetti non è
quello di competere con le multinazionali, ma quello di sviluppare
una produzione locale e rilanciare l'artigianato, la cultura locale
e creare dinamiche di occupazione.
Sono stati espressi dubbi sulle reali possibilità
di questi progetti di tener testa al potere delle multinazionali
dato che queste non permetteranno mai uno sviluppo integrale oppure
li assorbirebbero se riuscissero a diventare una minaccia.
Così si continua a pensare che sia necessaria l'indipendenza
politica, sociale ed economica dei popoli.
La strategia del grande capitale di presentarci una politica
globalizzatrice non è altro che una facciata per occultare
il processo di frammentazione dei territori e dei popoli (la balcanizzazione)
per impedire la resistenza organizzata di questi ultimi. Reclamiamo
l'autodeterminazione dei popoli sull'utilizzo delle risorse strategiche del loro territorio.
E l'autodeterminazione dei popoli non può che passare
necessariamente attraverso la loro autodeterminazione politica.
Conclusioni della discussione sulla Rete
Dalle conclusioni del Primo Incontro e dalle discussioni
di questo Secondo Incontro esce fuori una definizione di base
di che cosa è una Rete: l'articolazione di una serie di
nuclei in contatto per la trasmissione di informazione, per la
mobilitazione e l'organizzazione contro il Sistema dominante.
Una Rete può essere basata su qualsiasi mezzo di comunicazione. Internet si è trasformata in un mezzo economico ed efficacie per qualsiasi tipo di comunicazione con qualsiasi punto del mondo.
Il mezzo sarà importante, però fondamentale rimane l'organizzazione degli individui. Se la gente si parla, se si ascolta, se vuole lavorare insieme per un mondo migliore, allora s'incontra, si organizza, condivide i compiti e gli impegni, e cerca il modo per risolvere i suoi problemi d'organizzazione e d'informazione. Questa è la base della Rete, non ce n'è altra, e se non vi è questa non esiste la Rete...
E questa Rete può utilizzare il telefono oggi,
internet domani o il tamburo dopodomani. Non è il mezzo
la cosa importante, ma ciò che si comunica. Lotte, proposte,
resistenze, contro il neoliberismo per la costruzione di una nuova
umanità.
Come si diceva, un primo aspetto di base della Rete è
lo scambio d'informazioni.
Punti concreti sarebbero:
E proteste concrete potrebbero essere:
Facendo un punto d'attenzione sull'inteficazione di questa informazione rispetto all'Europa
Come deve fluire l'informazione?
Abbiamo un'opzione principale: Internet. Come il mezzo più valido. Conseguibile da molti in maniera diretta o indiretta.
Dovrebbe essere utilizzato simultaneamente nelle due opzioni principali in distinte aeree geografiche con personalità propria e identica lingua:
a) pagina Web
b) posta elettronica (e-mail).
L'importanza è quella d'essere collegati in modo orizzontale, evitando la verticalità ed un'unica fonte d'informazione centralizzata.
Bisognerà tener conto delle zone geografiche che possono
avere più difficoltà economica per l'accesso alla
Rete. Si propone di organizzare una cooperazione internazionale
per l'acquisto delle macchine, e che tale appoggio sia il risultato
di campagne di solidarietà che informino e coinvolgano
la popolazione nella problematica, nella forma che ogni collettivo
consideri più opportuna.
Un secondo aspetto è quello dell'organizzazione
della Rete intorno ai nodi. Il lavoro deve iniziare dall'informazione
sui nodi già presenti per relazionare gruppi e individui
isolati. Per questo si è proposto di dare vita ad un tavolo
informativo in El Indiano dove si possano distribuire liste di
indirizzi dei nodi nelle diverse aree geografiche con personalità
propria.
Un terzo aspetto è la relazione tra i nodi e il territorio intorno.
I nodi si chiamano così perché hanno la responsabilità
di ricevere e rinviare le informazioni a tutti quelli che non
abbiano accesso alla Rete e devono pure passare l'informazione
sulle lotte e sulle discussioni che avvengono nel suo territorio.
Questo impegno ha pure il senso di aprire l'informazione al resto
della Società Civile. Chiaramente saranno i gruppi, i
collettivi e gli individui, che operano nelle distinte situazioni,
quelli che opereranno nel modo più vantaggioso possibile,
nelle relazioni in quartieri, posti di lavoro, gruppi sociali
o altri gruppi che stiano lavorando in modo simile, fino ad arrivare
a ONG, università, mass media, sindacati, partiti politici,
ecc.
Indice del 2° Incontro Intercontinentale