Intervista a Marcos: 1° luglio 1996

La Jornada, 2 luglio 1996

Jose' Gil Olmos, Elio Henri'quez - San Cristobal de Las Casas, Chiapas - 1° luglio 1996.

Marcos: Non sapevano nulla dell'Esercito Popolare Rivoluzionario, ne' abbiamo relazioni con loro.

Il subcomandante Marcos ha affermato che l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) non ha nessuna relazione con l'EPR, che e' apparso nello stato di Guerrero. Non conosceva nemmeno l'esistenza di questo gruppo.

Nonostante Marcos si sia rifiutato di parlare a favore o contro il nuovo gruppo armato, ha detto che l'EPR dovrà "dimostrare e guadagnarsi la propria legittimità" definendo la propria posizione davanti al popolo del Messico e pure di fronte al processo di pacificazione in Chiapas. Dovranno spiegare che ruolo ha per loro la lotta armata, come lottano per il potere e come lo concepiscono.

In una lunga conferenza nel Teatro della città, il portavoce zapatista ha assicurato che e' stato Cuauhtemoc Cardenas e non l'EZLN, il "più danneggiato" dalla presenza dell'EPR nel primo anniversario del massacro di Aguas Blancas.

"L'immediata reazione della PGR e della Segreteria di Governo e' stata molto chiara nel cercare di implicarlo in questo fatto", ha detto Marcos.

Il dirigente ha parlato della possibile presenza di altri gruppi armati nel paese. Ha ricordato che fin dal 1994 avevano informato l'ex commissario Emanuel Camacho Soli's e il Governo Federale dell'esistenza di un gruppo armato nel Guerrero, "pero' pensarono che stavamo bleffando" .

"Fin dal 1994 avevamo informazioni che esistevano in altre parti della Repubblica dei movimenti armati , che non sono naturalmente dell'EZLN. Da allora lo abbiamo detto più di una volta, pero' si penso' che stavamo bleffando, che minacciavamo o ci vantavamo di ciò che avrebbe potuto succedere da altre parti".

"Noi abbiamo segnalato concretamente il Guerrero. Avevamo detto che era necessario che i segnali del governo fossero chiari rispetto al processo di pace, lo abbiamo detto a Camacho, lo abbiamo detto alla stampa mentre eravamo nella cattedrale. Tempo dopo iniziarono ad arrivare notizie di delinquenti comuni e di narcotrafficanti, che c'erano scontri con l'esercito e con la polizia giudiziaria, che elicotteri cadevano. Noi stavamo avvertendo che quando c'e' uno scontro di questo tipo con un gruppo politico , non si dice mai che si tratta di un gruppo politico, si dice solamente che sono delinquenti.

Abbiamo avvertito che dietro questi scontri c'erano dei gruppi politico-militari organizzati e che il governo stava nascondendo qualcosa.

Stavamo avvertendo che non eravamo gli unici e che per questo il governo stava commettendo l'errore di ridurre il problema della pacificazione solo al Chiapas".

In questo senso, ha detto che una delle conseguenze immediate di ciò che sta' succedendo in Aguas Blancas e' che il governo non può continuare nella sua strategia di ridurre il problema dell'EZLN a un problema locale, e neanche statale.

"Il problema della pace o della guerra e' nazionale e, in un modo o nell'altro, i gruppi armati che ci sono, l'EPR o altri, saranno molto attenti allo sviluppo e ai risultati deinegoziati. Se ci fosse stato qualche dubbio sul fatto che il risultato del processo di pace in Chiapas avrebbe avuto delle ripercussioni a livello nazionale, adesso su questo non c'e' alcun dubbio."

Rispetto alla scelta delle armi, fatta dall'EZLN il primo gennaio del '94, uguale a quella dell'EPR oggi in Guerrero, ha chiarito che e' "un metodo contraddittorio" che implica una struttura antidemocratica e che per gli zapatisti e' stata conseguenza della disperazione e non un progetto o un fine.

Ha spiegato : "Il nostro fine non era quello di essere un esercito e di perpetuarci in una struttura militare. Non abbiamo voluto essere soldati, ma abbiamo dovuto diventare soldati. Dopo il 1994 ci siamo resi conto che anche se la lotta armata aveva aperto lo spazio per farci ascoltare, per far si' che la nazione si ricordasse che ci sono indigeni e che li si sta' dimenticando, nel momento in cui si propone seriamente la transizione alla democrazia e l'unione con altre forze non armate, il fatto di essere un esercito inizia a diventare a poco a poco un ostacolo".

Ha assicurato che l'EZLN non crede che le armi producano la transizione alla democrazia, "crediamo che abbiano un ruolo in un determinato momento, per noi almeno lo hanno avuto ed ora hanno un compito di difesa. Attualmente nella vita politica non stiamo usando le armi, stiamo usando la politica.

Le armi possono aprire uno spazio ma arriva il momento in cui questo spazio si fa piccolo, diventa una camicia di forza dove non si può più crescere.

Nell'incontro con giornalisti nazionali e stranieri, in risposta alla richiesta dell'EPR di formare una sola forza politica, il dirigente ribelle ha segnalato che le comunità proibiscono all'EZLN di fare accordi con organizzazioni armate e clandestine. Il ragionamento del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno e' che non si può giocare con il processo del dialogo e bisogna continuarlo "fino a che non si esaurisca".

Dopo aver ammesso che dal 1994 ci sono stati vari gruppi armati interessati a formare un'alleanza, ha chiarito: "Se avessimo contatti e accordi con organizzazioni politico-militari, allora sembrerebbe che stiamo preparando la guerra, e noi non lo possiamo fare di fronte all'impegno di legittimità che ci siamo guadagnati con la gente. In ogni caso, se questo succedesse, deve essere pubblico, in modo tale che la gente, lo zapatismo civile, il popolo del Messico, sappia ciò che sta' succedendo con l'EZLN. Da allora ce l'hanno proibito, perché si sono avvicinate delle organizzazioni armate per mettersi in contatto, ma noi abbiamo detto loro che non potevamo fare nessun tipo d'accordo.

Con questa idea, il subcomandante Marcos ha assicurato che la presenza dell'EPR non cancella la scelta politica fatta dall'EZLN al tavolo del dialogo di San Andre's Larra'inzar per risolvere il conflitto in Chiapas, con la partecipazione del governo federale e dei gruppi sociali, politici e civili --incluso l'FZLN-- interessati a una soluzione politica.

Sul tema dei consiglieri militari mercenari del Cile, ha commentato che l'EZLN ha informazioni riguardo al fatto che stanno preparando le guardie bianche di latifondisti, come Jorge Constantino Kanter, e che, incluso, allenano una parte della polizia del Distretto Federale. Ha anche assicurato che il governo messicano ha comprato dal governo cileno per vari milioni di dollari un programma di computer su strategia militare.