Tra due settimane i membri della Commissione Civile Internazionale
di osservazione per i Diritti Umani (CCIODH) termineranno il rapporto,
ma senza raccomandazioni.
di Triunfo Elizalde
"È più grave di quello che immaginavamo la
situazione delle migliaia di persone rese profughe a causa della
violenza dei gruppi paramilitari, la militarizzazione della zona
di conflitto, la sfiducia generalizzata verso le istituzioni (ufficiali)
e le denunce circa le violazioni dei diritti umani, specialmente
delle donne e dei bambini, secondo le testimonianze ricevute durante
i 15 giorni che è durata la nostra visita nelle varie Regioni
del Chiapas", hanno detto ieri i portavoce della Commissione
Civile Internazionale per i Diritti Umani.
Nella conferenza stampa svolta nei locali del Club di Giornalisti
del Messico, gli stessi portavoce si sono riferiti alla espulsione
degli stranieri che si localizzano in questa zona dicendo che
si sta ingigantendo il problema. "La prova di questo è
la protesta fortissima che ha espresso la cancelleria Francese
riguardo la espulsione del sacerdote Michel Chanteau, il quale
"era solamente coinvolto in attività umanitarie".
Di comune accordo, Ignacio Garcia Garcia, Alejandro Goldberg,
Angeliki Fotiadi, Gloria Wilhelmi e Marco Aparicio, in qualità
di portavoce della CCIODH hanno puntualizzato: "la difesa
dei diritti umani è universale, per questo è ridicolo
dire che c'è ingerenza o violazione della sovranità
nazionale, quando si mostra interesse per conoscere fatti che
travalicano le frontiere di un Paese. Questo tipo di osservazioni
si sono avute (da parte di stranieri) in ogni tipo di conflitto
che colpiva i diritti fondamentali".
Dopo aver espresso che "La soluzione del conflitto chiapaneco
dipende unicamente dalla società messicana" si è
commentato che la Commissione Internazionale di Osservatori ha
proposto alle autorità messicane "di studiare uno
statuto dell'osservatore" al fine di impedire interpretazioni
fuorvianti circa la presenza di stranieri, interessati a conoscere
la situazione riguardante i diritti umani in Messico.
Dopo aver rivelato che nella mattinata di ieri hanno ricevuto
la risposta "in video" alle domande formulata al CCRI-CG
dell'EZLN, e non facendo ulteriori commenti, si sono dispiaciuti
di non aver avuto risposta alle sollecitazioni fatte al fine di
essere ricevuti dal Presidente Ernesto Zedillo, dal Segretario
della Difesa, Enrique Aguirre Cervantes e dal Comandante della
Settima Regione Militare del Chiapas. Si sono anche molto dispiaciuti
del fatto che Josè Tila Lopez Garcia, rappresentante della
comunità di Jolnixtiè, sia stato assassinato il
21 febbraio, "precisamente un'ora e mezza dopo di essere
stato intervistato da noi ed aver consegnato le denunce della
sua comunità. Davanti a questo atto deplorevole, abbiamo
deciso di dedicare il rapporto alla sua memoria", hanno detto
ed hanno annunciato che "in due settimane circa ed in maniera
simultanea, consegneremo il rapporto in vari Paesi, a tutte le
persone, organizzazioni, istituzioni che ce lo hanno richiesto,
così come a tutti quelli che ci hanno fornito una testimonianza".
Un altro fatto "che ha messo in difficoltà lo svolgimento
del nostro lavoro", hanno detto, è stato quando, Hanno
deciso di visitare nella zona nord l'accampamento di rifugiati
di Ascension Huitiupan, del municipio di Sabanilla. Arrivando
nell'"ejido" El Paraiso, un gruppo di 200 abitanti ha
impedito con la forza il passo alla Commissione e, soprattutto
che "un posto di blocco della Sicurezza Pubblica, in uniforme
ed armato, era presente ai fatti e non è intervenuto in
nessun momento, nonostante l'esplicita richiesta fatta dalla Commissione".
Nel ripetere che la situazione che vivono migliaia di profughi
a causa della violenza dei gruppi paramilitari, "è
più drammatica di quello che ci immaginavamo", hanno
sottolineato: "abbiamo percepito la preoccupazione generalizzata
che la soluzione del conflitto si dilati all'infinito", tuttavia
"è il senso di questa commissione che il rapporto
contribuisca a conseguire una pace giusta e degna per la società
messicana".
Non rispondendo a domande "di carattere politico in quanto
fin dall'inizio ci era precluso, nel momento stesso in cui ci
è stato concesso il visto", hanno commentato che a
seguito della gran quantità di informazioni ricevute, i
200 integranti la CCIODH hanno deciso "di costituirsi permanentemente
come commissione al fine di dar seguito a tutte le denuncie, osservazioni
e iniziative raccolte".
Hanno chiaramente specificato che nel suo rapporto la Commissione
non farà nessun tipo di raccomandazione, "dato che
sarà responsabilità di ogni Parlamento nazionale,
del Parlamento Europeo e delle istituzioni interessate, ciascuno
per le proprie competenze, fare le raccomandazioni che riterranno
pertinenti, in maniera individuale o collettiva".
Nelle due settimane di lavoro realizzato dai membri della CCIODH, hanno ottenuto interviste con i Segretari di governo e delle Relazioni Estere, con il Procuratore Generale della Repubblica, con i titolari della COCOPA e della CONAI, con la Commissione Nazionale per i Diritti Umani, con il Governatore del Chiapas, con il Presidente della camera dei Deputati locale, con il delegato dell'Istituto Nazionale per l'Immigrazione e con la Presidenza Municipale di San Cristobal de Las Casas; con i presidenti del PRI, di Desarrollo, Paz y Justicia, del PAN in Chiapas e con altre istanze.
Inoltre si sono incontrati con rappresentanti della società civile, organismi non governativi, con il Congresso Nazionale Indigeno, con le forze politiche, con i rappresentanti di 110 comunità della zona Nord del
Chiapas, con autorità dei 5 Aguascalientes e con i consigli municipali.
In più si sono recati in visita agli accampamenti dei profughi
di Polhò, Poconichim e Pantelhò. Si sono incontrati
con i prigionieri della Voce di Cerro Hueco, con organizzazioni
religiose, di donne e con rappresentanti dell'Associazione Nazionale
degli Avvocati Democratici, con intellettuali e giornalisti, oltre
che con la Croce Rossa e con la Commissione di "seguimento"
e Verifica degli Accordi di San Andres.
(tradotto a cura di Massimo Boldrini. S.C.L.C. 01/03/98)
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