LE PROPOSTE DELL'EPR

(dal periodico messicano "Corre la voz",19 dic. '96 - 8 genn. '97)

L'Esercito Popolare Rivoluzionario EPR e il Partito Democratico Popolare Rivoluzionario PDPR hanno fatto circolare un documento con delle proposte intese a spiegare il progetto di paese per il quale sono impegnati nella loro lotta.

Come indica il documento, il loro proposito è modificare "i termini del rapporto esistente tra il capitale finanziario e la sovranità popolare, modificando il carattere speculativo e parassitario del capitale finanziario per subordinarlo ai bisogni di tutto il popolo, in particolare alla sovranità popolare, allo sviluppo industriale e allo sviluppo sociale".

A tale scopo considerano "necessaria la realizzazione e la messa in pratica di riforme generali e istituzionali".

"Per portare avanti i cambiamenti richiesti dalla nazione, il PDPR e l'EPR propongono le seguenti riforme istituzionali generali: un nuovo governo, una nuova costituzione e un riordinamento economico che apra la strada all'instaurazione di una repubblica veramente democratica ed autenticamente popolare."

"Restituire la sovranità al popolo e il rispetto dei diritti umani nell'attuale fase storica costituisce un taglio netto in direzione della democrazia che sarà possibile realizzare solo se esso sarà compiuto da tutti i messicani. Ma per farlo è necessaria la sostituzione dell'attuale governo con un governo democratico che sia il risultato della lotta e della volontà di tutto il popolo".

Nel campo politico.

Secondo l'EPR la nazione ha bisogno di un nuovo congresso costituente il cui compito più importante sarà la fondazione della vera repubblica. Tra le condizioni necessarie alla sua instaurazione, sicuramente l'esautoramento dell'attuale governo, l'elaborazione di una nuova costituzione, la formazione di un governo democratico rivoluzionario e la definizione dei fondamenti del riordinamento economico richiesto dal paese.

L'autentica repubblica dovrà essere sovrana, democratica, rappresentativa, partecipativa, popolare e federale. La nuova Costituzione dovrà riadeguare la Costituzione del 1917 alle nuove necessità della nazione, dovrà cancellare il presidenzialismo e stabilire un pieno equilibrio tra i poteri, dovrà garantire il rispetto della volontà popolare espressa nelle urne, adottare forme di partecipazione popolare come l'iniziativa popolare, la consultazione, il referendum e il plebiscito, garantire l'economia dei popoli indigeni e stabilire come norma suprema il rispetto completo dei diritti umani.

Nel campo economico.

L'economia nazionale dovrà essere pianificata in funzione degli interessi della maggioranza e orientarsi al soddisfacimento delle necessità economiche e sociali del popolo per garantire una vita degna, l'uguaglianza delle opportunità e uno sviluppo integrale e armonico.

Il nuovo ordinamento economico verrà strutturato secondo i seguenti obiettivi: i settori strategici dell'economia e le risorse naturali dovranno essere proprietà della nazione; la banca centrale dovrà essere nazionalizzata, finalizzata a sviluppare soprattutto lo sviluppo industriale e la crescita, a riadeguare i debiti bancari, a rinegoziare il debito estero.

Dovranno essere sviluppati i settori dell'industria leggera e di quella pesante con le tecnologie più avanzate, si dovrà dare sostegno all'industria privata per esportare i suoi prodotti e vietare l'esistenza di monopoli; si dovrà sostenere la piccola e media impresa.

Nel campo rurale, si dovrà intraprendere un progetto che recuperi l'ejido (la proprietà comune delle terre, n.d.t.) e lo spirito originario dell'art. 27 della Costituzione; dare impulso ad uno sviluppo equilibrato tra la città e la campagna e a progetti di sviluppo delle zone più arretrate. Si dovrà portare avanti un piano di sviluppo agricolo-industriale, definirne i finanziamenti in modo chiaro e trasparente, cancellare i debiti dei contadini poveri, fornire crediti a basso prezzo, dare impulso alla commercializzazione e all'interscambio diretti, sostenere la produzione di bestiame, le fattorie collettive, le cooperative comunali ed ejidali, l'attività della pesca, gli stabilimenti di trasformazione ed impacchettamento dei prodotti del mare.

Dovranno essere garantite le varie forme di proprietà sociale, privata e cooperativa, un regime lavorativo giusto che rispetti le conquiste storiche dei lavoratori, la creazione di impieghi e la retribuzione salariale equa.

Al regime fiscale e delle finanze pubbliche si richiede che siano giusti senza che si riducano le spese sociali e che invece si combatta la corruzione. Si propone di rivedere e riadeguare i trattati commerciali e di stabilire un giusto rapporto con le imprese a capitale straniero.

Nel campo sociale.

Si propone che la giustizia sociale sia uno dei principali obiettivi del nuovo governo per garantire uguali opportunità a tutti i messicani, e si enumerano una serie di mezzi con i quali poter realizzare quest'obiettivo.

Tra questi, il rispetto per i diritti umani, l'uguaglianza di diritti davanti alla legge, il diritto al lavoro, alla salute a tutti i livelli (prevenzione, cura e riabilitazione); il diritto alla casa e ai servizi pubblici, il diritto all'educazione integrale, all'arte e alla cultura; il rispetto dei popoli indigeni; l'uguaglianza dei diritti tra uomo e donna; il rispetto dei diritti dei bambini, degli anziani e degli svantaggiati.

Il sostegno alla creazione scientifica, tecnologica, artistica e culturale, l'accesso di tutti allo sport e ai divertimenti, la protezione e il recupero dell'ambiente, che i mezzi di comunicazione siano al servizio dei bisogni e degli interessi di tutto il popolo.

Nel campo internazionale.

Si propone di far causa comune con i popoli del mondo che lottano per la propria sovranità contro il capitale finanziario per subordinarlo, sottometterlo e regolarlo in funzione dei bisogni della società umanizzata.

Si propone inoltre di riadeguare i rapporti diplomatici, economici e culturali internazionali su un piano di equità, rispetto e sostegno reciproco.

Nella parte finale del documento, l'EPR e il PDPR affermano che le loro proposte sono "all'esame del popolo del Messico e delle sue organizzazioni sociali e politiche". Aggiungono che "consideriamo necessaria l'elaborazione di una proposta unica che sia il risultato della più ampia discussione e partecipazione di tutto il popolo ".

Per concludere, sostengono che "il Messico non ha altra via d'uscita se non le riforme istituzionali generali attraverso una nuova rivoluzione".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)


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